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Home Politica

Vittorio Emanuele Miranda (MIS): “Quella di Facebook è psico-polizia orwelliana”

di Antonio Melita
in Politica, Politica Nazionale
Vittorio Emanuele Miranda (MIS) - censura Facebook
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La pagina ufficiale del Movimento Italia Sociale MIS “è stata nascosta” dal popolare social network. Abbiamo sentito il Segretario Nazionale del movimento di estrema destra Vittorio Emanuele Miranda.

 

La pagina del MIS risulta bloccata da oggi, quali sono le motivazioni da parte di Facebook?

Le motivazioni date dallo staff di Facebook sono estremamente semplici: alcuni post non rispettavano gli standard del social network.

Vorrei capire quali standard sono stati violati considerato che comunque i post condannati, commemoravano fatti storici e per di più erano post degli anni passati.

Mentre esistono post, pagine e persone che nei propri profili personali inneggiano all’odio e persino all’omicidio degli oppositori politici.

 

Si parla di blocco per fake news. Credete che queste motivazioni siano invece legate all’attività politica del movimento, alla sua posizione anti-governo?

Ci siamo sempre mossi nel rispetto della legge e quando pubblichiamo o facciamo campagna d’informazione, stiamo sempre attenti alle fonti di provenienza. Sono dell’idea che la dottrina del pensiero unico, possa essere facilmente smontata utilizzando anche fonti “ufficiali” dei professionisti dell’informazione che tanto vengono proclamati in tv.

Riguardo le notizie false, talvolta vengono diffuse anche da siti ministeriali, quindi non ha senso starne a parlare.

 

Raccontate come avviene la verifica conseguente al blocco. Avete parlato di alcune domande su Mi Piace anche a pagine istituzionali?

Generalmente te ne accorgi perché quando un account personale, gruppo o pagina che sia, prima di accedere ti dice esattamente che uno più post sono stati rimossi perché non rispettavano gli standard ed a volte accade con blocco o eliminazione del profilo annesso.

A volte eliminano account senza darti nemmeno una spiegazione, ma sol perché noto alle “autorità” del social. Il controllo e l’intimidazione avviene anche sui semplici likes, infatti ci é capitato che Facebook vi chiedesse spiegazioni, anche tra i contatti personali di iscritti e simpatizzanti, sul motivo per cui si metta mi piace su pagine di esponenti politici o partiti di destra.

D’altronde se pubblicamente si permette di farlo il presidente del Consiglio gestendo i suoi poteri per togliersi i sassolini dalle scarpe perché non dovrebbe farlo Facebook.

Se non è psico-polizia orwelliana questa… 

 

Era già successo in passato?

Era già successo e come! Di fatto chiunque appartenga ad un certo ambiente politico, ed in particolare alla destra extraparlamentare, viene “punito” con la rimozione del proprio profilo non a caso assistiamo alla creazione di proprio su profili personali o di aggregazione perché Facebook trova sempre un buon motivo per chiuderli uno dietro l’altro.

Tra il 2018 ed 2019, hanno persino eliminato il profilo alla memoria di mio padre, Roberto Miranda con la scusa che “non rispettava gli standard” ed il suo profilo era semplicemente la memoria storica del movimento in quanto erano inseriti in esso anni ed anni di iniziative.

 

Una vera e propria censura?

Esatto, questa censura avviene addirittura anche in piccolo semplicemente su chi simpatizza per quell’ambiente o si azzarda ad esprimere le proprie idee, tramite segnalazioni di antagonisti che hanno trovato in questa subdola mossa l’unica arma per metterti a tacere o tramite l’intervento del “super partes” garante Facebook.

Ovviamente la cosa é sempre relativa perché ci sono categorie o correnti che possono dire tutto su tutti e altre che in qualunque caso verranno sempre additate.

 

Come vi eravate mossi?

Molto semplicemente, una volta a terra, ci si rialza. Di certo non abbiamo mai dato troppa importanza ai ban dal web. Oltre che farci una sana risata pensando “Poracci, non hanno di meglio da fare”.

 

In questo momento di isolamento e distanziamento sociale, il non aver accesso alla comunicazione social è un grande danno.

Senza dubbio per i movimenti extraparlamentari che non godono dello spazio dei media, i social sono una grande mano d’aiuto per pubblicizzare il proprio lavoro e così é anche per noi, in questo momento in particolare poi era uno strumento di aggregazione, condivisione e conforto per tante persone che si sentono oppressi e impotenti di fronte a questa crisi sanitaria, economica e morale.

Per noi questo atto inibitorio comunque non è una novità, basta pensare che addirittura pagine e profili personali venivano bloccati casualmente in periodi elettorali, dove la fine del blocco combaciava con la fine di quest’ultimo. Tra l’altro ciò impediva la pubblicizzazione di altri eventi anche di tipo culturale che si organizzavano e ultimato il blocco della pagina del movimento per fatale coincidenza venivano rimossi i profili personali.

E’ successo a me personalmente, alla pagina del movimento, a nostri dirigenti e militanti così come a tanti militanti di altri movimenti della destra italiana, oltre che alle varie pagine sui social dei loro movimenti di riferimento e le campagne contro “l’odio” hanno favorito tutto ciò.

 

Intendete procedere con una azione legale o di altra natura contro questo blocco?

Tuttavia noi non presenteremo nessun’azione legale in primis, perché comunque non si tratta di un blocco o una rimozione della pagina definitiva e poi perché abbiamo sempre considerato i social ed il web uno specchietto per le allodole, utile a poter pubblicizzare un lavoro come detto prima, ma non il nostro lavoro principale.

Noi ci muoveremo come sempre nel territorio e sui nostri campi di battaglia, infatti siamo vicini ai cittadini e stiamo agendo da tramite con le strutture pubbliche e le istitutuzioni affinché la gente non venga abbandonata in tutte quelle che sono le proprie esigenze.

 

Quali saranno le iniziative del Movimento in futuro?

Una nostra futura iniziativa sarà sulle carenze della sanità in favore dell’utenza (no, il covid non ha eliminato il resto dei problemi sanitari).

Crediamo, ad esempio, che devono essere garantite le vaccinazioni e non basta dare un numero, a cui tra l’altro non risponde nessuno, per liberarsi del problema.

Non si deve abbandonare chi è solo e in difficoltà anche con una semplice parola di conforto; perché questo “andrà tutto bene” deve essere concretizzato dalle azioni.

 

Che tipo di azioni?

Deve essere combattuta la dispersione scolastica e, soprattutto in questo momento, occorre affiancare le famiglie nelle loro necessità, con l’intervento di tutti gli organi istituzionali e non, affinché il cittadino non venga lasciato in isolamento e impotente a tutto quello che lo circonda.

Noi per questo ed altro ci siamo e siamo attivi da sempre, che Facebook lo voglia o no! 

 

di Antonio Melita – EmmeReports

Tags: Facebookfake newsIntervistaMISMovimento Italia Socialepoliticapolitica italianaVittorio Emanuele Miranda
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