Oggi presentiamo l’artista Li Zhiguo, fotografo e pittore, nato nel 1959 in Cina a Changchun. La città, nel nord est del paese, fu agli inizi del Novecento base per l’espansione coloniale del Giappone in Manciuria, diventando dal 1932 al 1945 capitale di uno stato fantoccio asservito all’occupazione nipponica. Ovviamente resta la tragica impronta di quegli eventi, associata però alla grande bellezza della città stessa; è infatti considerata una delle quattro “National Garden Cities” della Cina, per la componente di verde urbano che la caratterizza.
Nell’opera di Li Zighuo si riflettono entrambi questi aspetti: la consapevolezza della violenza efferata dell’invasione coloniale e il desiderio di bellezza e di equilibrio che bilancia il dramma vissuto. Changchun è la capitale della provincia di Jilin, il cui Museo di storia ha ospitato nel 1989 la prima personale di Li Zhiguo.
La sua non è fotografia tradizionale, ma una forma d’arte più complessa. Me la può spiegare?
Volentieri. Con la mia fotocamera maxi size, un formato di 20 x 24 pollici che ho progettato personalmente, creo i miei lavori utilizzando la tecnica dell’esposizione multipla. La grandissima precisione per il dettaglio di questa macchina mi permette di rappresentare ed esprimere la mia creatività, con un realismo che supera la normale percezione.
Esploro così il valore dell’esistenza di tante altre vite intorno a noi, sia le più forti che quelle più deboli, analizzandole da un punto di vista filosofico. Con queste immagini struggenti, così piene di dettagli, cerco di risvegliare nelle persone il loro amore e la loro più intima compassione.
Mi illustra le tre opere esposte alla Biennale?
Questa serie Cervo, Granchio e Rana (Deer, Crab and Frog) che ho chiamato Rinascita (Rebirth) si concentra sul diritto alla vita delle creature vulnerabili. Porta la nostra attenzione sulle gravi conseguenze del degrado ambientale e sulla rapida estinzione delle specie, in pratica sull’impoverimento esponenziale della biodiversità. Nei miei lavori ho creato alcune composizioni (Real Scenes), assemblando oggetti e creature eterogenee ma accomunate dall’aver perso insieme la vita.
Con le mie capacità fotografiche, però, ho potuto darne loro una nuova altrimenti impossibile, pregando che possano avere una vita eterna in un altro mondo. Io penso che per un artista il momento della creazione diventi il tempo del gioco e continui ad esserlo anche quello dell’esposizione. Questo tempo non ha limiti, perché l’artista dona alle proprie opere la continuazione della vita, l’espandersi del tempo, la creazione del gioco eterno.
Come definisce l’arte?
L’arte è il linguaggio comune dell’umanità, l’unità di logica, di cognizione, di ragione e ideologia. È la gemma delle civiltà, la patria spirituale degli artisti.
La Biennale ci aiuta a creare questa patria spirituale?
Vedo BIAS come un grande evento di contaminazione fra arte e religioni. Apprezzo davvero la sua apertura e inclusività: è un collegamento di credi differenti, un palcoscenico per le persone sagge dove queste possono mostrare e comunicare le loro creazioni.
Anche per me è una grande opportunità: mi permette di comunicare con artisti di tutto il mondo, di apprezzare opere nate da diversi background religiosi e culturali e di mostrare le mie opinioni, le idee e i miei pensieri.
Li Zhiguo, l’arte come empatia universale.
Versione in inglese dell’intervista:
Who are you, as an Artist.
Li Zhiguo, born in Changchun China in 1959. Painter, Photographer. With my self-designed 20*24-inch super-large format camera, I use the multiple exposure technology to create my works. With the ultra-fine texture of the super-large format camera, I express my creative ideas deeper than the imagination of reality. Explore the existence value of strong and weak lives from a philosophical point of view and carry forward the special life colors of primitive techniques with special image methods full of details and awaken people’s most primitive love and compassion.
Explain your work and “the game”
This serie — Rebirth — focuses on the right to life of vulnerable creatures, and the serious consequences of environmental degradation and rapid species extinction. I created some “Real Scenes” in my works, by assembling some non-related objects and creatures which have lost their lives together, with my photographic skills, and prayed for them to have an “eternal life” in another world. I think for an artist, the period of creation is “the time of game”, and exhibiting his works is “the time of game”. This time has no limit because the artist’s works are the continuation of lives, of time, of “the eternal game.
Give your definition of art.
Art is the common language of mankind, the unity of logic, cognition, reason and ideology, the gem of civilizations, and the spiritual homeland of the artists.
What Bias represents for you.
I see BIAS as a great event of art and religions. I truly appreciate its openness and inclusiveness. It is a link of different beliefs and a stage for wise people to communicate and show their creations.
What it means for you to exhibit in Palermo.
For me it is a great opportunity to communicate with the artists from all over the world, to appreciate more art works of different religious and cultural backgrounds, and to show my opinions, ideas and thinking.
Li Zhiguo a BIAS 2020 Palermo Loggiato di San Bartolomeo fino al 12 settembre 2020
di Massimiliano Reggiani – EmmeReports