“Inquinamenti” è la mostra dell’estate, quel necessario ritorno alla consapevolezza a fronte della generale euforia per una pandemia quasi sotto controllo e le vacanze ormai vicine. Una scelta coraggiosa da parte della Galleria Studio 71 di Palermo, che ha invitato sette artisti a riflettere sul tema del degrado dell’ambiente per una mostra di 28 opere di grande formato. “E’ un dato di fatto” sottolinea il curatore Francesco Scorsone “che l’inquinamento urbano abbia oramai raggiunto limiti insopportabili: rumori molesti: auto, lavori in corso, illuminazioni stradali, frastuoni di ogni genere sono all’ordine del giorno. Li subiamo, più che per scelta, per non fuggire dalla città ed essere costretti a ritornarvi giornalmente per lavoro e altro. Una mostra, che ha il sapore della denuncia affinché ci si possa destare dal torpore che inconsapevolmente (ma è proprio così?) ci avvolge, visto che, quotidianamente, viviamo le negligenze in ogni ordine e grado della nostra comunità”.
La Galleria Studio 71 ha riunito artisti e intellettuali, chiedendo attraverso i colori o le parole una testimonianza forte e netta, per lanciare un messaggio di allarme contro l’inazione e il disinteresse. Vinny Scorsone analizza il rapporto tra arte e denuncia presentando i sette pittori dell’evento: “L’inquinamento agisce in maniera inesorabile sulle nostre vite. Oggi più di ieri, l’uomo sta rimodellando l’ecosistema trasformando e piegando le regole della natura a proprio piacimento e in questo inizio di millennio, più che nel secolo appena trascorso, molti movimenti sono nati a difesa del Pianeta. Sono sempre in numero crescente gli artisti che dedicano al tema dell’inquinamento intere produzioni. C’è chi fa arte con materiali di riciclo, chi denuncia lo stato delle cose attraverso la street art, chi tramite le nuove tecniche digitali, e chi ancora continua con la pittura, la scultura e le installazioni. Antonella Affronti, Luciana Anelli, Gaetano Barbarotto, Alessandro Bronzini, Elio Corrao, Ivana Di Pisa, Gery Scalzo (gli artisti coinvolti in questo progetto), infatti, hanno dato vita a riflessioni varie e intense sull’argomento trattando non tanto lo scarto in sé, bensì i diversi tipi di inquinamento con i quali, ogni giorno siamo costretti a convivere, vuoi per scelta libera, vuoi per imposizione da parte di altri; vittime e carnefici al contempo di questa Madre Terra tanto poco rispettata”.
Sandra Guddo ha dato la struttura teoretica all’evento, dimostrando quanto mondo laico e religioso si trovino concordi sull’urgenza di agire nell’interesse del bene comune e a tutela delle generazioni future. “L’Uomo, anche se consapevole della Bellezza del creato, ha inteso l’ambiente circostante come uno spazio di cui era il controllore assoluto, il padrone che poteva utilizzare le risorse di quel territorio a suo piacimento, seguendo la logica di meschini interessi che lo inducevano a compiere veri e propri misfatti contro l’Ambiente. La Natura e l’intero ecosistema venivano così brutalmente maltrattati, saccheggiati e talvolta feriti in profondità. Come afferma il filosofo tedesco Hans George Gadamer nella sua opera ‘Verità e Metodo’, l’Uomo ha creduto, da un punto di vista ontologico e non più soltanto epistemologico, che la sua vera natura nei confronti del pianeta Terra fosse quella di esserne il Padrone. Egli invece è soltanto il Custode che ha avuto in dono un bene incommensurabile ed è suo compito proteggerlo e preservarlo per consegnarlo alle future generazioni nelle migliori condizioni possibili. Sembra incredibile come le posizioni filosofiche di Gadamer siano vicine a quanto viene esposto da Papa Bergoglio nella sua Lettera-Enciclica del 24 maggio 2015 ‘Laudato sì’ dove si afferma che, per salvaguardare il nostro pianeta, occorre un’immediata conversione ecologica, un cambiamento di rotta. Pertanto, bisogna assolutamente mettere da parte l’antropocentrismo in quanto il ruolo dell’Uomo non è quello di concentrare tutto intorno a sé e ai propri interessi ma è quello di saggio Amministratore del Bene comune. L’umanità intera deve rendersi conto che ci troviamo di fronte ad un Imperativo Categorico se vogliamo salvare il genere umano dall’autodistruzione”.
Con parole più immediate, anche Paola Caruso sostiene la necessità di un gesto d’amore verso il pianeta che ci accoglie e sostiene: “Si potrebbe parlare all’infinito riguardo l’impatto negativo dell’uomo sull’ambiente: qualsiasi luogo in cui vivono esseri umani si trova in pericolo, questo è un dato di fatto. La Terra soffre e ce lo fa notare in tutti i modi, ha bisogno di aiuto, di essere salvata prima che sia troppo tardi. Può essere già sufficiente pensare al clima che negli ultimi periodi sembra impazzito, evidentemente mutato, estremizzato. Colpa nostra! Siamo davvero predisposti e pronti a rispettare e salvaguardare il nostro amato Pianeta che ci ospita amorevolmente ma che non riceve niente di bello in cambio dagli esseri umani? Riusciremo a limitare le azioni dannose nei confronti dell’ambiente e a farlo risplendere di una nuova luce? Chissà!”
Fra gli interventi in catalogo anche il nobile appello rivolto agli Artisti dal critico e storico Gonzalo Àlvarez García, nato a Leon in Spagna nel 1924. È un invito accorato e poetico lanciato da chi ha potuto vedere da vicino fra guerra e società dei consumi, bellezza e tragedia di tutto il Novecento. “All’inizio del secolo scorso la Rivoluzione Industriale con le sue splendide diavolerie suscitò l’entusiasmo di industriali, economisti, politici e masse di lavoratori. Anche i Poeti e gli Artisti esultarono. Il Futurismo fu un inno wagneriano al Progresso, all’Industria, all’automobile che moltiplicava la nostra libertà. Negli anni Cinquanta l’invenzione della plastica fu accolta nel mondo intero come la “manna” miracolosa dell’Avvenire. Dopo decenni di esultanza ‘globale’ ci rendiamo conto che i miracoli della Tecnica e dell’Industria uccidono. Avvelenano l’aria, la terra e l’acqua. Milioni di individui inermi perdono la vita solo per aver “respirato, mangiato e bevuto’. Il Progresso produce benessere e morte. Che fare? Progredire o morire? Siamo vanitosi, petulanti e ingordi. Per un po’ di potere, di denaro o di piacere ci giochiamo l’anima. Non ci basta abitare nella ‘Casa Terra’. Vogliamo essere padroni di violentarla e sporcarla impunemente. Le leggi umane lo consentono spesso. La Giustizia Universale non lo tollera. Queste parole vogliono essere un invito agli Artisti perché scendano in campo: Salviamo l’Umanità dalla sua rozzezza! Salviamo la Cultura dall’inquinamento culturale! (c’è anche l’inquinamento culturale, e non è il meno pericoloso). Pittori, musicisti, poeti, scienziati, filosofi, teologi … tutti insieme nella Piazza Universale della Speranza! Forse tutti insieme riusciremo a rompere la corazza di presunzione e di ignoranza che avvelena e paralizza e uccide la Famiglia Umana”.
INQUINAMENTI
a cura di Francesco Scorsone; opere di Antonella Affronti, Luciana Anelli, Gaetano Barbarotto, Alessandro Bronzini, Elio Corrao, Ivana Di Pisa, Gery Scalzo; oggi 24 luglio 2021 alle ore 18.30 nel giardino della galleria Studio 71 via Fuxa, 9 Palermo, presentazione del catalogo con gli autori dei testi Gonzalo Àlvarez García, Paola Caruso, Sandra Guddo, Massimiliano Reggiani e Vinny Scorsone.
INQUINAMENTI alla Reggia Borbonica di Ficuzza dal 15 di agosto e fino al 31 ottobre 2021, dalle 9.00 alle 19.00 orario continuato, festivi dalle 9.00 alle 22.00.
Massimiliano Reggiani – ricerche ed editing a cura di Monica Cerrito – EmmeReports