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Home Notam Militare

Antartide. La Difesa supporta la ricerca sul pack

di Francesco Militello Mirto
in Militare, Notam
Antartide. La Difesa supporta la ricerca sul pack
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La 38a spedizione italiana in Antartide, iniziata ad ottobre 2022, coinvolge complessivamente 240 tra tecnici e ricercatori, tra cui 23 operatori e specialisti di Esercito, Marina Militare, Aeronautica Militare e Arma dei Carabinieri, messi a disposizione dalla Difesa e impegnati in 50 progetti focalizzati, principalmente, su scienze dell’atmosfera, geologia, paleoclima, biologia, oceanografia e astronomia.

Una vista aerea di Baia Terranova – Copyright foto Aeronautica Militare / Difesa

La missione in Antartide è stata finanziata dal Ministero dell’Università e della Ricerca e rientra nell’ambito del PNRA. È gestita da ENEA, per quanto riguarda la pianificazione logistica e dal CNR, per la programmazione scientifica. Le ricerche sono dirette dalle stazioni Mario Zucchelli e Concordia, sulla nave italiana per la ricerca oceanografica Laura Bassi e presso alcune stazioni antartiche di altri paesi.

Personale dell’Esercito sul pack marino di Baia Terranova – Copyright foto Difesa

L’Aeronautica Militare, dal 1986, contribuisce alle spedizioni in Antartide con il Personale Meteo. Le previsioni del tempo giocano un ruolo determinante per l’efficace pianificazione delle molteplici attività che coinvolgono sia la base italiana Mario Zucchelli, sia quella italo-francese Concordia, situata sul plateau antartico a 3320 metri di quota. Le previsioni meteorologiche garantiscono, infatti, lo svolgimento in sicurezza delle operazioni aeree dedicate al trasporto del personale scientifico, nonché alle operazioni navali che consentono di rifornire la base Concordia.

Una vista aerea dell’Antartide – Copyright foto Aeronautica Militare / Difesa

Le condimeteo in Antartide non sono solo riferite alla temperatura dell’aria, quasi costantemente sotto lo zero, ma anche a quella del mare, anch’essa negativa di circa 1,8°C, con notevole impatto sulle attività di ricerca subacquea. Altro parametro da non trascurare è il vento. Per gran parte dell’anno, si formano fortissime correnti catabatiche, venti che discendono dal plateau verso la costa per effetto di gravità, tra i più intensi mai misurati sull’intero pianeta, capaci di superare anche i 300 km/h. In questo quadro, già di per sé complesso, bisogna poi tener conto delle non frequenti, ma talvolta abbondanti nevicate, che costringono il personale della base a lavori straordinari per sgomberare la neve.

Personale e mezzi AM realizzano la nuova pista di Boulder Clay – Copyright foto Aeronautica Militare / Difesa

Da pochi mesi in Antartide è stata realizzata una nuova aviopista, progettata e realizzata da ENEA ed Aeronautica militare, in collaborazione con Vigili del Fuoco e grazie ad un finanziamento del MUR. Larga 60 metri, la pista è stata costruita per la prima volta su una morena, sfruttando i depositi detritici che sovrastano Boulder Clay, un ghiacciaio spesso oltre 100 metri, che si trova a 4 km dalla stazione Mario Zucchelli.

Un C-130J della 46ª Brigata Aerea sul pack marino di Baia Terranova – Copyright foto Aeronautica Militare / Difesa

“Questa aviopista consentirà di aumentare affidabilità, flessibilità e sicurezza delle operazioni logistiche del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide”, ha spiegato Elena Campana, responsabile dell’Unità Tecnica Antartide dell’ENEA, che cura la pianificazione logistica delle spedizioni italiane. “Si tratta di una risorsa importante, anche per gli altri programmi antartici che si trovano a operare nel Mare di Ross. I programmi antartici della Nuova Zelanda e della Corea del Sud ci hanno già espresso il loro forte interesse a collaborare e questa infrastruttura che potrà dare supporto anche alle attività del programma antartico degli Stati Uniti”.

Un C-130J della 46ª Brigata Aerea sul pack marino di Baia Terranova – Copyright foto Aeronautica Militare / Difesa

L’Arma Azzurra ha svolto un ruolo fondamentale sia nella progettazione che nella realizzazione della pista di Boulder Clay, anche grazie al dispiegamento in loco di numerose macchine operatrici per movimento terra in dotazione al Servizio Infrastrutture del Comando Logistico della Forza Armata.

Un C-130J della 46ª Brigata Aerea sul pack marino di Baia Terranova – Copyright foto Aeronautica Militare / Difesa

“Si tratta di un progetto unico al mondo nel suo genere, estremamente complesso per la severità del contesto antartico e per il sito in cui sorge, che ha richiesto un lunga attività preliminare di studio e monitoraggio della stabilità strutturale, svolta insieme all’ENEA e ai ricercatori del PNRA”, ha dichiarato il Tenente Colonnello Antonello Germinario, ingegnere dell’Aeronautica Militare. “Per verificare l’idoneità all’atterraggio e al decollo delle diverse categorie di velivoli, gli indici di resistenza strutturale della pista vengono costantemente monitorati sia da parte del Laboratorio Geotecnico del 2° Reparto Genio A.M. che dall’ENEA”.

Un C-130J sul pack antartico di Baia Terranova durante la breve sosta per il rifornimento prima di ritornare in Nuova Zelanda – Copyright foto Aeronautica Militare / Difesa

Per la 38ma Spedizione in Antartide, l’Aeronautica Militare ha messo in campo anche un C-130J della 46ª Brigata Aerea, con equipaggi addestrati ad atterrare sul pack e che effettuano i collegamenti tra la Nuova Zelanda e la base italiana Mario Zucchelli e quella statunitense di McMurdo, assicurando il trasporto di passeggeri e materiali in funzione delle esigenze rappresentate da ENEA.

Un C-130J della 46ª Brigata Aerea in volo notturno dalla Nuova Zelanda all’Antartide – Copyright foto Aeronautica Militare / Difesa

Il Tenente Colonnello Massimiliano F., pilota di C-130J della 46^ Brigata Aerea di Pisa, è stato il primo ad atterrare sulla nuova aviopista antartica. Il volo ha trasportato materiali e cibo, per fare fronte all’emergenza causata dal ridotto spessore di ghiaccio marino, che nel 2022 non ha consentito l’atterraggio di grandi velivoli sul pack di fronte alla base italiana Mario Zucchelli nella Baia di Terranova.

Un C-130J della 46ª Brigata Aerea atterra sulla nuova pista di Boulder Clay – Copyright foto Aeronautica Militare / Difesa

“La preparazione della missione è iniziata diversi giorni prima del volo”, ha raccontato, in esclusiva a EmmeReports, l’ufficiale dell’Aeronautica. “A Christchurch, in Nuova Zelanda, abbiamo lavorato molto sui tabulati tecnici della pista e sul manuale di volo del velivolo. Nei giorni precedenti all’atterraggio abbiamo effettuato anche un sopralluogo sulla pista stessa, utilizzando uno dei velivoli civili che operano per ENEA, per i trasferimenti interni al continente antartico tra la base di McMurdo e base Zucchelli”.

Personale e mezzi AM realizzano la nuova pista di Boulder Clay – Copyright foto Aeronautica Militare / Difesa

Il Tenente Colonnello Massimiliano F., dal 2007 pilota istruttore sul C-130J presso l’International Training Centre, ha all’attivo circa 6000 ore di volo e diverse abilitazioni, tra cui SIAE Marchetti SF-260, Grog G103 Twin Astir, Aermacchi MB-339 e G-222.

Un C-130J della 46ª Brigata Aerea atterra sulla nuova pista di Boulder Clay – Copyright foto Aeronautica Militare / Difesa

“Fino al giorno del volo è proseguita l’analisi dei dati, fondamentali per una corretta impostazione degli apparati di navigazione di bordo, ed una volta in volo, la missione è stata scandita da un susseguirsi di controlli e verifiche della pianificazione effettuata a terra”, ha continuato il pilota della Brigata Aerea di Pisa, che ha partecipato a molte missioni negli ultimi anni, da quelle in Africa con le Nazioni Unite, a quelle in Medio Oriente a supporto di tutti i teatri operativi NATO e di coalizione presenti nell’area.

Un C-130J della 46ª Brigata Aerea atterra sulla nuova pista di Boulder Clay – Copyright foto Aeronautica Militare / Difesa

“La pista di Boulder Clay è del tutto simile alle altre piste semi-preparate su cui la 46ª Brigata Aerea opera con i suoi velivoli”, ha spiegato il Tenente Colonnello F. “Ciò che la rende diversa dalle altre piste è senza dubbio la sua localizzazione, il fatto di sorgere sul pendio della morena antartica, poco a sud della base italiana Mario Zucchelli, non ha permesso, per ragioni di rispetto ambientale, di studiare ed adattare l’orientamento della pista stessa in base all’orografia del terreno e alla direzione predominante dei venti, come invece avviene di norma nella costruzione degli aeroporti.

Un C-130J della 46ª Brigata Aerea sul pack marino di Baia Terranova – Copyright foto Aeronautica Militare / Difesa

“Ne è venuta fuori una pista davvero particolare, con una doppia pendenza ed una traiettoria di avvicinamento, che deve tenere conto necessariamente della particolare conformazione del terreno”, ha aggiunto il pilota dell’Aeronautica. “L’altro fattore da tenere presente è naturalmente il vento, che di norma spira da terra verso il mare investendo la pista perpendicolarmente, rendendo talvolta non fattibile l’atterraggio vista l’intensità che possono raggiungere i venti catabatici a queste latitudini”.

Un C-130J della 46ª Brigata Aerea sul pack marino di Baia Terranova – Copyright foto Aeronautica Militare / Difesa

Come ha spiegato l’ufficiale della 46ª Brigata Aerea “L’approccio ad una pista nuova e particolare come quella di Boulder Clay, necessita senza dubbio di un approfondito ed articolato studio preventivo, che deve necessariamente mettere a sistema le performance del velivolo in tali condizioni ambientali, con le caratteristiche peculiari della pista, quali lunghezza, larghezza, pendenza, composizione, elevazione, vento. Il risultato è un preciso inviluppo di manovra entro il quale il pilota sa di poter operare in sicurezza anche in caso di avaria”.

Un C-130J della 46ª Brigata Aerea sul pack marino di Baia Terranova – Copyright foto Aeronautica Militare / Difesa

Il C-130J dell’Aeronautica Militare è atterrato alle ore 04.30 italiane, nel mese di ottobre 2022, sulla pista semi-preparata, destinata a diventare in Antartide un Hub internazionale al servizio della ricerca scientifica, non solo italiana. “L’atterraggio è avvenuto con successo, così come era stato pianificato”, ha raccontato il Tenente Colonnello Massimiliano F., grazie anche alle caratteristiche tecniche del velivolo da trasporto tattico C-130J. La sua ala alta, la distanza dei motori da terra, le sue velocità e la particolare struttura gli permettono di operare efficacemente sulle più disparate superfici, dal pack antartico alla pista in terra nel deserto, alle spiagge compatte o le piste in erba.

Un C-130J sul pack antartico di Baia Terranova durante la breve sosta per il rifornimento prima di ritornare in Nuova Zelanda – Copyright foto Aeronautica Militare / Difesa

Durante il decollo da Boulder Clay, i piloti dell’Aeronautica Militare non hanno avuto particolari criticità, anche grazie ai potenti motori e alla trazione delle eliche dell’Hercules, che permettono di decollare in distanze molto contenute, garantendo comunque il trasporto di un carico significativo.

Un C-130J decolla da Baia Terranova per ritornare in Nuova Zelanda – Copyright foto Aeronautica Militare / Difesa

“Il vento era quasi calmo e la pista libera, abbiamo portato i motori al massimo della spinta e rilasciato i freni”, ha raccontato il Tenente Colonnello Massimiliano F. “Il velivolo è scattato subito in avanti, spinto dai quasi 19000 cavalli di potenza. La velocità è aumentata rapidamente, il co-pilota ha controllato il parametro di accelerazione e scandito il ‘GO’. Dopo pochi secondi eravamo di nuovo in aria”.

Equipaggi della 46ª Brigata Aerea sul pack marino di Baia Terranova – Copyright foto Aeronautica Militare / Difesa

“Siamo stati soddisfatti, tutto è andato come avevamo calcolato e pianificato a terra”, ha aggiunto il pilota istruttore della 46ª Brigata Aerea. “Già durante il volo di rientro ci siamo scambiati le prime impressioni e quei dettagli importanti da poter inserire nella guida tecnica, da trasmettere agli altri piloti per le future missioni che dovranno affrontare”.

 Personale Difesa / ENEA nella Baia di Terranova – Copyright foto Difesa

Soddisfazione per la nuova pista di Boulder Clay anche da parte di Gianluca Bianchi Fasani dell’ENEA, responsabile tecnico dell’opera e capo spedizione presso la stazione Mario Zucchelli della 38a Spedizione italiana in Antartide, che ha affermato: “Il ghiaccio marino rappresenta una superficie adatta per le operazioni aeree, ma nel tempo è poco affidabile. Può essere utilizzato solo per un periodo limitato dell’anno, non più di un mese all’inizio dell’estate australe, prima che il riscaldamento stagionale lo renda non idoneo a questo tipo di attività”. Il responsabile della spedizione ha poi spiegato che i prolungati e intensi venti catabatici, uniti alle forti tempeste marine, hanno impedito al ghiaccio di raggiungere lo spessore minimo che consente di allestire una pista di atterraggio sul pack, costringendo ad operare dalla base statunitense di McMurdo.

Personale e mezzi AM realizzano la nuova pista di Boulder Clay – Copyright foto Aeronautica Militare / Difesa

“L’aviopista semi-preparata in Antartide ci rende particolarmente orgogliosi”, ha sottolineato il Brigadier Generale Mario Sciandra, Capo del Servizio Infrastrutture del Comando Logistico dell’Aeronautica Militare. “In questo esempio di collaborazione istituzionale sono state affrontate e risolte con successo problematiche inesplorate, consentendo agli organi tecnici del nostro Servizio Infrastrutture, di acquisire una straordinaria esperienza che contribuirà ad ampliare il proprio spettro di competenze nella realizzazione di piste cosiddette semi-preparate a sostegno dell’operatività dell’Aeronautica Militare”.

Personale e mezzi AM realizzano la nuova pista di Boulder Clay – Copyright foto Aeronautica Militare / Difesa

La collaborazione tra la Difesa ed ENEA rappresenta ormai una realtà consolidata e un’importante sinergia in grado di mettere a disposizione del Paese, della comunità scientifica nazionale ed internazionale, le competenze, l’esperienza e le capacità interforze delle quattro Forze Armate.

Operatori del COMSUBIN in Antartide – Copyright foto Difesa

La Marina Militare, nel 2022, ha rinnovato un accordo di collaborazione con ENEA, per continuare a valorizzare le attività di ricerca congiunte, sia nei mari italiani che nelle regioni più remote del pianeta come l’Artide e l’Antartide, mettendo a disposizione alcuni reparti specializzati.

Operatori del COMSUBIN in Antartide – Copyright foto Difesa

L’Istituto Idrografico della Marina contribuisce all’aggiornamento costante della cartografia dell’area del Mare di Ross in Antartide, supporta le ricerche nel settore della geologia marina e della sedimentologia, sviluppa la strumentazione per le misurazioni oceanografiche e le attività del programma di ricerca pluriennale High North, condotto in Artico attraverso il supporto di Nave Alliance. Il COMSUBIN assicura, invece, il coordinamento del personale subacqueo scientifico selezionato da ENEA e la direzione di tutte le immersioni condotte nel Mare di Ross durante le annuali spedizioni italiane in Antartide.

Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports

Copyright foto Aeronautica Militare / Difesa

Tags: Aeronautica MilitareAntartideAtterraggioAviopistaBrigata AereaC-130JCNRDecolloDifesaENEAHerculesmarina militareMURpilotaPistaPNRASpedizioneVigili del Fuoco
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