Con il motto “Esserci Sempre”, 171 anni fa, le donne e gli uomini della Polizia di Stato hanno giurato di servire con dedizione il Paese, restando giorno e notte in strada tra la gente, per vigilare sulla sicurezza di tutti i cittadini.

A Palermo, la Polizia di Stato ha celebrato il 171° Anniversario della sua Fondazione all’interno dell’aeroporto di Boccadifalco, sede del IV Reparto Volo comandato dal Primo Dirigente Pilota Antonio Molinaro.

“Sono estremamente orgoglioso della scelta da parte del Sig. Questore di Palermo, dott. Leopoldo Laricchia, di aver voluto organizzare la cerimonia del 171° Anniversario della Fondazione della Polizia di Stato presso le strutture del 4° Reparto Volo”, ha dichiarato Molinaro. “Trasformare un quotidiano luogo di lavoro in un luogo da condividere con le Autorità ed i poliziotti ci ha consentito di poter far conoscere un pochino meglio le attività dei Piloti e degli Specialisti del Reparto. Infatti durante la cerimonia abbiamo avuto modo di mostrare ai presenti le potenzialità dell’elicottero AW-139 Poli 109 che, con il Soccorso Alpino, ha simulato un soccorso. In realtà il 4° Reparto Volo è già stato, anche in altre occasioni, un luogo di ritrovo per importanti momenti che hanno visto il coinvolgimento oltre che di Poliziotti anche della cittadinanza locale e di studenti di ogni ordine e grado. Ciò rientra nello stile e nell’approccio della Polizia di Stato nella sua vicinanza alla società per costituire il primo riferimento di legalità. W la Polizia di Stato, W il 4° Reparto Volo!”.

Il Questore Leopoldo Laricchia ha esordito ringraziando le donne e gli uomini della Polizia di Stato di Palermo, “perché ogni giorno affrontano, con abnegazione e spirito di sacrificio, le mille sfaccettature problematiche di un territorio estremamente complesso. Mi riferisco alla presenza, tuttora importante e pervasiva, della criminalità organizzata e diffusa, che spesso sono complementari e si alimentano della marginalità sociale di una parte significativa della popolazione”.

Laricchia ha affermato che il business principale che alimenta le casse di cosa nostra è il commercio di sostanze stupefacenti, sempre più diffuse nelle giovani generazioni, nelle scuole e nei luoghi del divertimento.

“L’uso di certe sostanze di crescente diffusione provoca danni irreversibili alla psiche ed i loro effetti si manifestano nelle nostre strade con devianze comportamentali di giovani e giovanissimi, che esplodono, con sempre maggiore frequenza, in atti di violenza inconsulta e fine a sé stessa nei confronti di passanti o con azioni criminali di maggiore gravità”, ha spiegato il Questore di Palermo.

Il fenomeno delle baby gangs, durante l’anno appena trascorso, si è manifestato anche a Palermo, impegnando gli investigatori della Polizia di Stato che hanno individuato, disarticolato e arrestato alcuni giovani appartenenti al gruppo Arab Zone 90133, che usava i social network per pubblicizzare le azioni di violenza nei confronti di coetanei e verso le forze di polizia.

“In certe realtà urbane il solo barlume di speranza viene dalla dedizione di molti insegnanti delle scuole che operano con grande spirito di servizio e del volontariato, che molte volte sono l’unico prezioso appiglio di solidarietà e legalità”, ha continuato Laricchia.

Parlando di criminalità mafiosa, il Questore di Palermo ha poi aggiunto che “tutte le operazioni antimafia degli ultimi anni ci restituiscono un quadro dell’organizzazione criminale dedita soprattutto al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti e, in alcuni quartieri, al racket sulle attività economiche, con frequenti e continui tentativi di riorganizzare gli organi di vertice e coordinamento, puntualmente individuati e contrastati dalla magistratura e dagli uffici investigativi delle forze di polizia attraverso centinaia di arresti e sequestri di patrimoni”.

Secondo Laricchia è necessario “affinare le tecniche di aggressione tempestiva dei patrimoni mafiosi, impedendone il riciclaggio, monitorare con rinnovata ed efficace attenzione i tentativi dei clan di infiltrarsi ed impossessarsi della macchina amministrativa dei comuni”.

Per contrastare e raggiungere i mandamenti mafiosi di tutta la provincia, la Questura di Palermo ha affinato alcune tecniche di indagine e di prevenzione, ma anche creato nuovi nuclei investigativi all’interno dei commissariati distaccati, ma coordinati dalla Squadra Mobile.

Tra le operazioni di polizia giudiziaria ricordate da Laricchia, quella condotta dalla Digos e dalla Squadra Mobile, che hanno consentito di disarticolare, con tre differenti operazioni e decine di custodie cautelari in carcere, i mandamenti mafiosi di Brancaccio e della Noce e, in concomitanza con le elezioni amministrative, di assicurare alla giustizia gli autori di scambio di voto politico mafioso.

Fiore all’occhiello della Questura di Palermo è stata l’Operazione Alto Impatto, la gestione dell’ordine pubblico e i servizi per prevenire e contenere gli eccessi della movida in alcune piazze e strade del centro storico. Laricchia ha ricordato i blitz nelle piazze della Vucciria che hanno portato al sequestro di decine di banconi ed attrezzature per la vendita abusiva di alcolici.

Alla cerimonia presso il IV Reparto Volo di Boccadifalco hanno preso parte le Autorità civili e militari, i familiari dei caduti e dei superstiti, il personale della Polizia di Stato in servizio presso le varie articolazioni della Questura e, soprattutto, diverse scolaresche di Palermo.

“Questa amministrazione opera costantemente con le forze di Polizia attraverso il Comitato provinciale per l’ordine della sicurezza pubblica e proprio il 19 aprile i sindaci di tutta Italia sono stati convocati dal Ministro Piantedosi a dimostrazione dell’importanza che il governo attribuisce alla sicurezza pubblica”, ha dichiarato il Sindaco Roberto Lagalla. “Un tema di straordinaria importanza soprattutto per Palermo, dove spesso lo spaccio di droga e la malavita favoriscono l’arruolamento di giovani nei ranghi mafiosi. Occorre, quindi, tenere alta la guardia senza sottovalutare mai i danni che la droga arreca alla nostra società, soprattutto per le possibili interconnessioni con un mondo mafioso che appare silente, ma certamente non si è arreso”.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports
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