Molti medici di famiglia hanno scelto di non fare entrare nessuno nei propri ambulatori per contenere il contagio da coronavirus, lavorando attraverso il web, Whatsapp o il telefono. Le farmacie a seguito della sospensione delle attività ambulatoriali dei medici di medicina generale, sono rimaste l’unico presidio sanitario del territorio con i farmacisti e i loro collaboratori in servizio permanente effettivo.
Il Dottore Domenico Vetro e le sue collaboratrici sono in prima linea nella guerra al Covid-19, con la gentilezza e la disponibilità che li contraddistingue da sempre.
In questa grave emergenza sanitaria voi farmacisti siete in trincea e, come i vostri colleghi medici e infermieri, siete un esempio di coraggio, generosità e dedizione alla comunità. È così Dottore Vetro?
Certo! Anche noi cerchiamo di dare risposte alle esigenze che questa emergenza comporta, e cerchiamo anche di dare una mano ai più anziani che, a causa della loro età e della loro maggiore fragilità verso la patologia, hanno esigenza di essere tutelati e noi come tanti colleghi abbiamo più che triplicato la consegna dei farmaci a domicilio per cercare di evitar loro il più possibile i contatti con l’esterno, ma stiamo cercando anche di effettuare un’opera di diffusione di quelle che sono le norme di protezione verso questa patologia che tanto insidiosa e subdola si sta dimostrando.
Quali precauzioni avete preso per limitare il contagio?
Le porte delle farmacie sono aperte sempre a tutti per dispensare un consiglio gratuito o una semplice parola di incoraggiamento. Non potendo conoscere però anticipatamente le condizioni di salute dei nostri utenti, Utifarma Palermo ci ha sempre tempestivamente informato dei protocolli comportamentali da adottare per cercare di proteggere, per quando possibile, noi stessi e i nostri utenti. Da subito nelle farmacie sono stati istallati: colonnine disinfettanti per l’autodetersione delle mani, distanziatori atti a tutelare la distanza minima fra gli utenti e noi farmacisti e ora anche barriere in plexiglas che cercano di frapporre noi alla possibilità di venire a contatto col virus, e gli utenti essere tutelati allorquando dispensiamo loro farmaci e consigli.
Le farmacie pugliesi possono erogare i servizi anche a porte chiuse per tutto il periodo strettamente necessario per il superamento della pandemia da coronavirus. Ritiene sia una giusta disposizione?
La reciproca tutela è alla base del contenimento del contagio. Non mancherà sicuramente all’utente la consueta assistenza e la classica disponibilità che tutti i farmacisti cercano sempre di porgere; resterà a noi il compito di svolgere il servizio in condizioni sicuramente difficili, che sono sicuro stanno portando me e tutti i colleghi a vivere giornate ancor più frenetiche e fisicamente stancanti.
Gli italiani non trovano più mascherine e si arrangiano con sciarpe, foulard o carta da forno. Sono efficaci o equivale ad uscire scoperti?
Sicuramente i mezzi di protezione fai da te possono non sempre essere totalmente efficaci rispetto a quelli che a regola d’arte vengono realizzati. Si cerca comunque di frapporre una barriera non solo in maniera diretta contro il virus ma si cerca anche di proteggersi da tracce di saliva e muco con le quali si può venire accidentalmente a contatto.
Bastano solo le mascherine?
Personalmente comunque ritengo molto importante munirsi anche di guanti, infatti le superfici quali maniglie, tastiera di ascensori, carrelli della spesa e telefono possono essere contaminati dal virus per alcune ore; quindi uscire minuti di guanti e utilizzarli allorquando si toccano i soldi è sicuramente un deterrente da considerare al pari per importanza alla mascherina; in particolare la carta moneta rappresenta oggi una fonte di contagio elevata a causa del gran numero di persone che hanno precedentemente avuto contatto con le banconote.
Perché non si trovano più mascherine o tuttalpiù sono vendute online e a prezzi esagerati?
Il problema delle mascherine ha radici che si basano su logiche economiche di mercato a causa dei costi di produzione. Il prodotto è quasi totalmente oramai di produzione estera (Cina in particolare) e la nostra produzione interna si è rivelata da subito assolutamente insufficiente. Oggi ci troviamo in una situazione di emergenza che non poteva essere assolutamente prevista, a questa si è aggiunta il blocco dell’esportazione che alcuni paesi europei hanno praticato, e quando la richiesta è tanta e il prodotto scarseggia gli sciacalli si presentano.
Noi farmacisti abbiamo cercato di contattare fornitori anche esteri che hanno proposto il loro prodotto a un prezzo notevolmente superiore rispetto alle usuali quotazioni di mercato che abbiamo sempre riscontrato. In rete poi come spesso avviene sono presenti truffe e prodotti assolutamente inutili che nulla hanno a che vedere con gli standard di qualità richiesti.
Non sarebbe stato più giusto da parte dello Stato distribuirle gratuitamente alla popolazione?
La distribuzione gratuita delle mascherine, secondo me, sarebbe stata la misura sicuramente da praticare e sono convinto che noi farmacisti con la nostra capillare distribuzione nel territorio saremmo stati pronti ad attuarla in maniera corretta ed omogenea e naturalmente assolutamente gratuita, però ripeto, il mercato non lo ha sicuramente concesso. Questo è il motivo fondamentale per cui ancora oggi medici, infermieri, forze dell’ordine e noi farmacisti stessi abbiamo dovuto affrontare l’emergenza a mani nude.
Le istituzioni hanno fatto abbastanza per limitare il contagio e quindi i morti o bisognava intervenire più energicamente o in altro modo?
I provvedimenti sono stati presi dagli organi sanitari preposti. I tempi e i modi, aldilà di scelte politiche, sono sempre di competenza di organismi tecnici, ed i meccanismi che li hanno regolati sono stati forse attivati in maniera non omogenea in tutto il territorio italiano, anche se adesso una regia comune è ampiamente presente. Ricordiamoci però che il nostro sistema sanitario nazionale è, e rimane sempre, un inimitabile modello attuativo di protezione della salute e anche se profondamente provato da tagli strutturali che per scelte politiche si sono susseguite negli anni, sta dando una grande lezione nel panorama sanitario internazionale perché la professionalità e il coraggio di tutti gli operatori sanitari, sono ormai la marcia in più che ci consente di cavalcare l’onda dell’attuale emergenza sanitaria.
La popolazione è ovviamente spaventata. Percepite questa stato?
La popolazione è sicuramente spaventata, però ancora oggi notiamo nel quotidiano comportamenti poco responsabili da parte di tanti. Molto tardivamente è stato recepito da parte soprattutto dei più giovani l’assoluta necessità di rimanere in casa e di modificare la normale quotidianità negli aspetti ludici ed associativi. Ristoranti, pub, discoteche, palestre e cinema a parere mio andavano chiusi da subito.
Quali domande vi rivolge la gente più spesso in merito al COVID-19 e come rispondete?
Le domande riguardano i comportamenti da attuarsi per capire o meno se si è affetti dal virus, in questo periodo infatti le influenze generalmente sono sempre state presenti in larghe fasce della popolazione e quindi tutti al primo starnuto o colpo di tosse cercano da noi la smentita o la rassicurazione di non essere caduti nella trappola del virus. Cerchiamo pure di scongiurare l’uso di terapie fai da te a base di antibiotici e cortisonici, principi attivi che possono portare ad un abbassamento delle difese immunitarie e il cui uso va prontamente inquadrato ed opportunamente dosato.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports