Centinaia di manifestanti hanno raccolto l’invito di alcune attiviste indipendenti e si sono riunite davanti il Teatro Politeama a Palermo in ricordo di George Floyd ucciso brutalmente dalla polizia lo scorso 25 maggio a Minneapolis negli States.
La protesta si è aperta con i partecipanti in ginocchio e con il pugno alzato in ossequioso silenzio e poi spazio al “microfono aperto” che ha visto attivisti (di associazioni e ONG come Amnesty International, ForumAntirazzista, Sea-Eye e Mediterranea) e giovani migranti manifestare solidarietà, a quanti sono impegnati nelle lotte in questo momento in Usa, e rabbia verso il razzismo sempre più crescente anche in Italia.
I ripetuti inviti a rispettare il distanziamento sociale hanno dato la misura delle tantissime presenze oggi in piazza a Palermo, dei tantissimi cartelli di protesta contro la violenza istituzionalizzata.

Alessandra Sciurba di Mediterranea Saving Humans ringrazia gli organizzatori che “hanno avuto il cuore di organizzare questa bellissima piazza“. Nel suo intervento l’attivista pone l’accento sulla questione libica e ricorda ai presenti come “nel Mar Mediterraneo si consumano ogni giorno centinaia di omicidi di Stato. Omicidi che avvengono nell’indifferenza dei Paesi europei. Gli italiani – continua l’attivista – si dicono stanchi di pagare i soldi per l’accoglienza. Ma a loro chiedo se sono stanchi di pagare i soldi dati ai torturatori e stupratori libici?”.
“Ognuna delle torture, delle violenze, delle morti nei campi libici pesa sulla coscienza di questo Governo. Dal Mediterraneo inizia tutto e lì che dobbiamo dimostrare che le vite contano. Se passa il messaggio che decina di migliaia di bambini, donne e uomini possano essere lasciati ad annegare a morte: non respirerà più nessuno in questo Paese e in questa Europa” conclude Alessandra Sciurba.

Shaidul Abdul, studente di Scienze Politiche, tiene a precisare che “è importante essere qui per chiedere giustizia per tutti i George Floyd del mondo vittime di episodi di razzismo e abuso di potere“.
“Non dobbiamo odiare i poliziotti, come purtroppo ho visto fare sui social” – continua Shaidul “dobbiamo invece vederli come i nostri fratelli e padri, portandoli dalla nostra parte e quindi contro quelli che infangano la loro stessa divisa“.
“Ho parlato anche dello Ius Soli, nel mio intervento al megafono, perché credo che non sia giusto che lo Stato Italiano non riconosca i propri figli, i propri cittadini che contribuiscono a far crescere questa comunità economicamente, politicamente e culturalmente” conclude Shaidul ricordando quanto sia vergognoso avere solo un anno (dal 18°esimo al 19°esimo) per poter conseguire la cittadinanza nonostante si viva in Italia sin dalla nascita.

Vanessa Rosano, Presidente Legambiente Palermo: “George Floyd viene visto come un simbolo per tanti, per tutti quelli che subiscono soprusi e violenze ingiustificate“.
“Credo che la violenza, non solo negli Stati Uniti, sia strutturale. Quando le persone vivono questo tipo di violenza non ci troviamo di fronte limitatamente ad un fatto razziale, ma a qualcosa di più diffuso, di più grave” conclude Vanessa Rosano.

Yoro di Siracusa, ma ci tiene a precisare che è un cittadino del mondo: “La cosa che più mi ha colpito è stata la presenza di tanti giovani che hanno capito il senso vero della manifestazione. Non mi aspettavo così tanti giovani, sono senza parole“.
di Antonio Melita e Francesco Militello Mirto – EmmeReports