Continuano le proteste da parte di vari settori della società italiana contro i provvedimenti del governo Conte. Oggi è toccato alla scuola, che ha visto alcuni suoi rappresentanti sindacali dei COBAS, insieme ad alcuni militanti di Rifondazione Comunista, scendere in piazza per protestare contro la Didattica A Distanza (DAD), per chiedere la stabilizzazione del personale precario e altri problemi del comparto scolastico.
“Siamo qua oggi per ribadire che per la scuola non si sta facendo nulla” dichiara Candida Di Franco dei COBAS esecutivo scuola “Ci sono dichiarazioni contrastanti sia sugli esami di Stato, sia sul rientro a settembre. Abbiamo già protestato contro i tagli agli organici docenti e ATA. Non siamo contenti del lavoro della ministra all’istruzione Lucia Azzolina. La scuola non potrà affrontare di nuovo una didattica a distanza, cancella l’apprendimento emotivo-relazionale e la condivisione con il gruppo-classe. Abbiamo cominciato a mettere l’accento sulla scuola da parecchio tempo, perché noi ci ritroveremo a settembre e ottobre nuovamente con la didattica a distanza. Non c’è una volontà politica che voglia affrontare il problema, come gli organici, l’edilizia scolastica, una seria politica che dia ai ragazzi e a noi lavoratori di entrare a settembre con sicurezza. Non abbiamo certezze”.
“Ancora una volta siamo in una situazione in cui ci sono tante parole e pochi fatti. A settembre rientreremo a scuola con un organico che in Sicilia è inferiore a quello dello scorso anno e ci troveremo in tutta Italia con 200.000 supplenti, una percentuale altissima rispetto a qualunque paese europeo e di pubblica amministrazione” afferma Giovanni Denaro dei COBAS Scuola e docente di matematica e fisica presso un Istituto Superiore.
Il governo nazionale bandisce concorsi per un numero di posti che non coprono neppure le attuali cattedre vacanti, con procedure lente e inique, che spalmeranno in un triennio le assunzioni e renderanno necessario, ad organici fermi, l’utilizzo di un numero sproporzionato di supplenti, molti dei quali arriveranno in classe dopo l’inizio delle lezioni.
“Il 20% del personale supplente è precario, perché non c’è stata la volontà da parte delle Istituzioni di fare un concorso riservato per titoli e servizi”, spiega Giovanni Denaro “In questo modo avremmo potuto ridurre di molto il numero dei supplenti che a settembre andranno a scuola. Non è solo una questione di merito, perché questo si può tutelare facendo appunto un concorso e un esame orale alla fine di un anno di prova, cosa già previsto dall’ordinamento e dalle leggi. È una politica insensibile alle tematiche della scuola e che necessita di profondi cambiamenti a cominciare dal DL Rilancio che può essere l’occasione per fare degli investimenti nella scuola e assumere dal primo settembre tutti i precari che occorrono per garantire un servizio pubblico adeguato”.
Un altro problema sollevato oggi dai COBAS scuola è che la DAD aumenta il divario scolastico e sociale a scapito degli alunni con disabilità, con un svantaggio socio-economico delle famiglie.
“Vogliamo rivendicare il diritto al lavoro fatto in modo efficiente ed efficace” afferma Angela Miloro, assistente all’autonomia e comunicazione.
“Noi lavoriamo con la disabilità, siamo assistenti all’autonomia e alla comunicazione, affianchiamo gli insegnanti di sostegno nel percorso che questi ragazzi affrontano durante la scuola. Abbiamo la necessità di avere un riconoscimento giuridico e avere un diritto di un contratto che rispetti quelli che sono il nostro ruolo all’interno della scuola. Abbiamo bisogno di rispetto, di riconoscimento. Inoltre, pensiamo che la didattica a distanza a cui molti di noi hanno partecipato, per i ragazzini con disabilità sia soltanto un pretesto per dire che facciano parte della scuola, ma in realtà, in molti casi è stata efficace, ma molti alunni sono stati lasciati indietro” conclude la Miloro.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports