Gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Zisa Borgonuovo hanno dato esecuzione alla misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Michele Riccobono e Brigida Camarda, titolari della Comunità Alloggio “Anni Azzurri”, che era stata chiusa lo scorso 8 Gennaio.
E’ stato ripristinato, inoltre, il divieto di dimora nei comuni di Palermo, Altofonte, Belmonte Mezzagno, Ficarazzi, Monreale, Misilmeri, Villabate e Bagheria per il figlio Edoardo.
A tutti e tre gli indagati, inoltre, è stata notificata anche la misura interdittiva del divieto di esercitare imprese o uffici direttivi di persone giuridiche.
Le indagini, coordinate dal PM Maria Rosaria Perricone della locale Procura della Repubblica, diretto dal Procuratore Aggiunto Annamaria Picozzi, hanno permesso di scoprire che all’interno della comunità alloggio Via Benedetto Marcello tutti i degenti venivano maltrattati.
Le condotte lesive venivano soprattutto esercitate nei confronti di uno solo degli anziani, poi deceduto a seguito di un malore occorsogli all’interno della stessa struttura.
Le indagini, effettuate anche con l’ausilio di intercettazioni audio/video, da settembre a dicembre 2019, hanno registrato più di 100 episodi di condotte vessatorie, denigranti, lesive della dignità umana, oltre a percosse e immobilizzazioni, tali da ingenerare nei poveri degenti uno stato di totale soggezione.
In più occasioni, sono stati sedati ed imbottiti di psico-farmaci, che li mantenevano in una situazione di perenne dormiveglia.
Le tantissime condotte registrate hanno consentito di acclarare una situazione di maltrattamenti generalizzata nei confronti di tutti gli anziani ospiti, tutti beneficiari dei sussidi previsti dalla legge 104 e quindi soggetti portatori di handicap in situazione di gravità, condizione che ha aggravato le posizioni giudiziarie degli indagati.
L’accanimento nei confronti del povero degente, poi deceduto, era motivato dalla circostanza che lo stesso fosse ritenuto colpevole di eccessive doglianze per i dolori connessi al suo precario stato di salute, arrecando in tal modo disturbo agli altri ospiti ed agli stessi gestori.
Costantemente ingiuriato, offeso, minacciato e sottoposto a soprusi e vessazioni di ogni genere, molto spesso veniva lasciato piangere e lamentarsi anche per ore piuttosto, che essere accompagnato in bagno per effettuare i bisogni fisiologici. Altre volte l’anziano veniva immobilizzato, imbavagliato e percosso.
Per ridurre al minimo i costi di gestione i proprietari della casa di riposo, mettevano a disposizione degli ospiti, una sola badante per ogni turno e per far fronte alle esigenze di 13-14 anziani.
Oltre alla mancata assistenza dovuta all’esiguo numero di badanti, seppur in modo meno incisivo, anche altri anziani sono risultati bersaglio di insulti e percosse.
Tutti gli operatori all’interno della struttura, inoltre, lavoravano in nero e nessuno di essi era in possesso di alcuna attestazione professionale utile a svolgere tale attività.
di Redazione – EmmeReports