di Benvenuto Caminiti – EmmeReports
Stavolta non ci sono scuse che tengano, né alibi e neanche attenuanti per spiegare la sconfitta del Palermo allo “Zaccheria” di Foggia: una sconfitta più netta di quel che dice il risultato. Troppo severo?
Nient’affatto, semplicemente onesto, come dovrebbe essere sempre un cronista, a prescindere dai colori della squadra che gli fa palpitare il cuore.
Il Foggia ha giocato meglio, è stato più aggressivo, si è adattato subito alle difficoltà di un fondo campo diventato una poltiglia di fango e acqua a causa della pioggia caduta in mattinata e a inizio partita. Ha badato al sodo, tocchi brevi e di prima e corsa, tanta corsa e tanti muscoli per frenare sul nascere le velleità offensive del Palermo.
Il bel gioco su quel terreno era palesemente un’utopia e i “Satanelli” di Marchionni lo hanno capito subito, giocando semplice e in verticale e, ove necessario, spazzando l’area senza tanti inutili fronzoli.
Invocare, quindi, il prato sconnesso della “Zaccheria” è un alibi che non regge: la verità è che il Foggia, pur aggressivo fisicamente, se ne stava guardingo ad aspettare le mosse del Palermo per sorprenderlo, poi, in contropiede. Ne ha fatti due ed in entrambi i casi la difesa rosanero si è trovata scoperta e sbilanciata, facendomi riaffiorare alla mente i gol subiti mercoledì scorso contro la Viterbese.
E non suoni come attenuante la considerazione che la dea bendata si sia di nuovo scordata del Palermo, visto che due minuti dopo l’1-0 di D’Andrea, Floriano ha colpito con un secco diagonale di sinistro il palo interno della porta rossonera e che, sul rimbalzo, Saraniti ha fallito, ad un passo dalla linea fatale, il gol del pareggio.
Il gol sfiorato avrebbe dovuto mettere le ali ai rosanero invece ha acceso ancor di più il fuoco sotto i piedi ai “Satanelli” di Marchionni, che si sono ricompattati e hanno avanzato di una ventina i metri il baricentro del gioco, che avevano incautamente abbassato dopo il vantaggio.
Ennesimo contropiede di Curcio & Co. ed ennesimo sbilanciamento della linea centrale della difesa rosanero, un rinvio troppo corto, palla che schizza ben oltre la linea dei sedici metri, vi si avventa come un falco Rocca e scocca un rasoterra che, data la distenza, non sembra imparabile… E invece lo è, almeno per Pelagotti che si tuffa in netto ritardo e quando le sue manone toccano terra, il pallone di Rocca ha già scosso la rete: 2-0 per il Foggia e Palermo come fulminato.
E’ appena il 36’ ma la partita sembra già segnata, così come la sconfitta.
Invero, il Palermo tenta una reazione ma a metà campo Luperini è evanescente e Odjer da solo lotta e si sbatte ma senza cavare un ragno dal buco. In avanti, poi, Saraniti conferma la sua cattiva giornata facendosi ammonire per un fallo plateale quanto inutile lontano dall’area di rigore foggiana.
Ad inizio ripresa (7’ s.t.) Boscaglia cerca di dare una scossa alla sua squadra: fuori Floriano e Broh e dentro Lucca e Palazzi e, al 18’, fuori Odjer e Kanoutè per Valente e Rauti.
E la reazione, sia pur solo generosa, c’è stata ma il Foggia ha rinserrato le file, ha picchiato il giusto (e l’ingiusto), e se l’è cavata solo con grandi corse e rincorse ma senza correre mai grandi pericoli.
Salvo che al 90’ sull’ennesimo rilancio lungo dalla difesa, si accende l’ennesima mischia nell’area rossonera e Valente si trova faccia a faccia con il portiere ospite: tiro a botta sicura, sembra gol ma capitan Del Prete in disperata scivolata sfiora la palla di quel tanto da mandarla in calcio d’angolo.
E l’arbitro, l’ennesimo fischietto mediocre e sfacciatamente casalingo, sembra felice di fischiare la fine, dopo soli cinque minuti di recupero, che, a prescindere dai dieci cambi, avrebbero dovuto essere almeno sette per via di un’interruzione, a inizio ripresa, per il cattivo funzionamento dell’auricolare di uno dei sue assistenti.
Ma come avevamo premesso, non ci sono scuse né alibi per questa sconfitta: la partita l’ha vinta meritatamente il Foggia e Boscaglia deve ancora lavorare molto se vuol trovare il bandolo della matassa di una squadra ancora troppo discontinua per permettersi sogni di gloria.
IL TABELLINO:
FOGGIA (3-5-2): Fumagalli, Gavazzi (83′ Germinio), Anelli (93′ Galeotafiore), Del Prete, Kalombo, Salvi, Rocca, Vitale (70′ Garofalo), Di Jenno, Curcio (83′ Dell’Agnello), D’Andrea (93′ Pompa).
A disposizione: Vitali, Tomassini, Ndiaye, Raggio Garibaldi, Morrone, Aramini, Balde. Allenatore Marchionni.
PALERMO (4-2-3-1): Pelagotti, Accardi, Somma (83′ Martin), Marconi, Crivello, Odjer (64′ Rauti), Broh (53′ Palazzi), Kanoutè (64′ Valente), Luperini, Floriano (53′ Lucca), Saraniti.
A disposizione: Fallani, Doda, Lancini, Peretti, Silipo. Allenatore Boscaglia.
ARBITRO: Angelucci di Foligno (Terenzio-Pedone).
MARCATORI: 17′ D’Andrea, 36′ Rocca
NOTE: Ammoniti: Crivello, Saraniti, Lucca (P), Kalombo, Dell’Agnello, Salvi (F)