Ileana Milazzo, artista palermitana, conduce un’interessante ricerca sugli elementi decorativi delle mattonelle maiolicate siciliane. Non è uno studio da storica dell’arte ma un ripercorrere gli schemi usati dai ceramisti, sia nel singolo pezzo che nella composizione modulare complessiva. È il recupero di un patrimonio visivo tramandato e perfezionato nelle singole botteghe, conoscenza necessaria per i decoratori e base per le innovazioni e virtuosismi tecnici fioriti nel tempo su questo tessuto comune. È anche memoria collettiva, identità di un popolo che per millenni ha usato le argille dell’isola per produrre ceramica e da diversi secoli tramanda con maestria l’arte della maiolica, retaggio dei legami con la Spagna. Per questo presentiamo Ileana Milazzo nella Piccola Galleria, perché l’arte contemporanea torna costantemente verso le proprie radici culturali e spesso ripropone i codici visivi di una collettività, alterandone il significato alla ricerca di nuove suggestioni; è quindi fondamentale recuperare, conservare, reinterpretare un linguaggio.
Lasciamo sia l’artista a presentarci il proprio lavoro: “Mattonelle è una serie numerata che arricchisco continuamente di nuove scoperte e rivisitazioni; recupero i pattern decorativi che erano composti da 4 mattonelle e li riproduco, in formato costante 30×30 con colori acrilici, rifinendo ogni opera con una vernice ad effetto vetroso. Ho così cercato di rendere la lucentezza di un materiale che, per noi siciliani, è identitario: la ceramica è conosciuta nell’isola fin dalla preistoria, anche se furono gli arabi a migliorare la qualità della produzione locale portando in Sicilia la tecnica dell’invetriatura, che avevano conosciuto e appreso in Persia, Siria e Egitto”.
“La curiosità mi ha portato ad esplorare l’universo delle nostre maioliche, calandomi in un mondo di disegni, motivi e decori dal sapore antico, trascinata dal ricordo della casa appartenuta ai miei nonni, con la cucina in maiolica bianca e blu e il forno a legna, dove veniva cotto il pane e i biscotti e in estate si preparava la salsa per i mesi freddi, con un pentolone posto direttamente sul fuoco, sul braciere sempre acceso. Sono profumi e sapori che tutti noi ricordiamo, anche se queste tradizioni sono ormai perdute. Non erano contadini i miei nonni, ma amavano la buona tavola fatta di cibi semplici e genuini; la calda atmosfera di quella cucina resterà per sempre nella mia memoria. Sebbene la casa esista ancora, la cucina purtroppo fu smantellata e di quella meraviglia, esempio della cultura materiale di una Sicilia ormai passata, resta solo una fotografia in bianco e nero”.
“Ritengo molto importante mantenere vivo un universo estetico che si è sedimentato nei secoli, gelosamente custodito e tramandato; non occorre solo musealizzarlo o riprodurlo fedelmente nella fornace: preservare e trasmettere un linguaggio significa saperlo usare, con naturalezza; significa conoscere lo schema della composizione, i piccoli accorgimenti per mantenere logico il disegno quando il modulo, la singola mattonella maiolicata, si giustappone alle altre simili formando disegni complessi e ordinati. La memoria da un lato, la volontà di non dimenticare ma soprattutto il desiderio di non disperdere questo mondo di conoscenza, maestria, ingegno ed arte. Ecco perché oggi mi ritrovo a ricercare quelle atmosfere e quei colori e, non essendo una ceramista ma una pittrice, ho deciso di riprodurre le maioliche su tela”.
“In questo periodo pandemico ho affrontato il primo lockdown tuffandomi nei colori delle mattonelle di maiolica, quelle ormai erose dal tempo ma che rivestirono pareti, pavimenti e terrazzi delle case più belle e sontuose. Ne ho studiato i disegni e i decori tramandati dagli artigiani dell’epoca, tra il 1700 e il 1800, quando in Sicilia si avviarono i primi centri di produzione destinati ad abbellire chiese e monasteri, le ville e i palazzi dell’aristocrazia. I centri più importanti furono Trapani e Caltagirone, cui si aggiunsero in epoca più recente, Santo Stefano di Camastra e Sciacca. I colori della Sicilia non sono solo quelli del sole e del mare, del cielo, della vegetazione e dei frutti, ma soprattutto quelli che da secoli i maestri artigiani hanno saputo sviluppare nelle proprie creazioni: dai carretti alle ceramiche, dai preziosi di corallo ai merletti e alle maioliche, tutto l’artigianato siciliano è un’esplosione di colore ma anche il riflesso di un patrimonio immateriale di cui noi artisti siamo forse gli ultimi custodi”.
di Massimiliano Reggiani – EmmeReports
Ricerche ed editing a cura di Monica Cerrito