Protestano alcuni genitori dei bambini che frequentano il nido comunale “Lidia Tornatore” a Palermo e lo fanno attraverso una lettera inviata al Comune, alla Responsabile della II ude e alla segretaria del nido di via Donato Bramante, 17.
Nella lettera vengono indicati i disagi che la “disorganizzazione” del nido comunale ha finito per incrementare e addossare totalmente sui genitori. Tra questi, la modifica degli orari di ingresso e di uscita, per alcune bolle anti-Covid19, con conseguente riduzione dell’orario dalle 8 ore sino alle 5 ore giornaliere, che ha stravolto l’organizzazione, anche lavorativa, dei genitori che il più delle volte hanno dovuto fare ricorso alle baby sitter o a permessi dal proprio posto di lavoro.
Una riduzione dell’orario scolastico che non è seguito alla riduzione delle rette che, nel caso dei genitori che hanno optato per l’estensione oraria sino alle 15,30, ha visto persino una maggiorazione.
Di seguito alcuni stralci della lettera:

I disagi maggiori però i genitori sostengono di averli avuti dalle continue chiusure del nido comunale a causa delle sanificazioni e di un tetto “mai del tutto riparato”.
Sono state fatte diverse sanificazioni dei locali di via Donato Bramante, 17 con conseguente chiusura di due/tre giorni. Tempistiche di chiusura ritenute dai genitori esagerate considerato che le aziende preposte prevedono, di solito, un calendario operativo con tempistiche di 2 ore per locali da 200 mq e di 3 ore per locali oltre i 300 mq.
“Nell’ultima chiusura, comunicata il 26 aprile e motivata dalla necessità di sanificare per la presenza di un lavoratore, che già da tempo non veniva a scuola, hanno previsto la sanificazione il 4 maggio pomeriggio prevedendo il rientro prima il 6 maggio e poi il 10 maggio” dichiara un genitore che esclude che il dipendente in questione possa essere una educatrice, o una persona che abbia potuto avere contatti con i bambini, dato che non è stata predisposta alcuna bolla in quarantena come previsto.
Anche in questo caso sembrerebbe il tutto ingiustificato dato che l’USCA predispone la quarantena solo per chi abbia avuto contatti diretti con la persona che ha contratto il virus e pertanto i genitori ritengono che il nido amministrato dal Comune di Palermo si stia discostando anche dalle direttive nazionali.

Sino a giungere alla questione di un tetto che danneggiato e “mai del tutto riparato” ha causato alcune chiusure prolungate creando ulteriori disagi anche ai bambini che hanno visto i propri ritmi di vita stravolti.
Il 22 marzo 2021 il nido viene chiuso per la riparazione straordinaria del tetto danneggiato dalle infiltrazioni causate dalle forti piogge; i genitori ricordano che sempre lo stesso tetto era stato causa della ritardata riapertura, di circa 20 giorni, del nido ad inizio dell’anno scolastico.
Una chiusura del nido che, sino al 31 marzo e poi al 7 aprile (beneficiando delle chiusura per le vacanze pasquali), sembrerebbe non avere portato all’effettiva riparazione di un tetto che, i genitori hanno timore possa essere riutilizzato in futuro per giustificare ulteriori chiusure prolungate.
La lettera viene completata con le firme dei genitori e come sempre noi di EmmeReports saremo disponibili nel dare voce anche all’eventuale contraddittorio e a tenere informati i lettori sull’evolversi della vicenda.
di Antonio Melita e Francesco Militello Mirto – EmmeReports