A Catania, attraverso spettacoli, laboratori, workshop e seminari prende forma il progetto “Anima Mundi”. Rimandato a causa della pandemia, troverà finalmente attuazione, per tutto il mese di novembre, in collaborazione con la Compagnia Neon Teatro, con i Dipartimenti di Scienze Politiche e di Scienze Umanistiche e con il Cinap (Centro per l’integrazione Attiva e Partecipata) dell’Università di Catania.
Nato in collaborazione con NeonTeatro , “Anima Mundi” sarà in scena dal 6 al 17 novembre 2021 in Sala Verga, con la regia di Monica Felloni e i testi a cura di Piero Ristagno. “Anima Mundi”, come spiega proprio Piero Ristagno, “dopo “Ciatu” e “Invasioni” è la terza composizione teatrale che completa il Trittico della felicità umana”.
“Anima Mundi”, continua Ristagno, è la danza ispirata del gesto imprevisto, dell’inciampare nel fonema che non risuona, è il canto corale dei corpi in scena che confermano la propria esistenza in vita. Potrebbe essere la Vita ciò che chiamiamo Anima. Uno spettacolo dedicato alla poesia, alla generosità della parola che smuove i corpi, nella inconsueta forma che assumono in sogno”.
Al lavoro che Felloni e Ristagno hanno portato avanti a Catania in questi anni, il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università dedicherà, nell’ambito del progetto, il Seminario “La grandezza di vivere”. Per un sentiero artistico-educativo dif(f)orme, in programma il 15 novembre 2021, alle ore 9, a cura di Stefania Rimini e Simona Scattina, con la partecipazione di Vito Minoia.
Il Dipartimento di Scienze Politiche, invece, ha programmato per il 12 novembre 2021, dalle ore 9 alle ore 19, il Convegno dal titolo “Dal teatro alla società”, in cui verranno trattati temi diversi, tra i quali pedagogia, disabilità, marginalità e territori. Curato da Paolina Mulè, vedrà impegnati una serie di attori sociali e istituzionali che presenteranno gli esiti delle iniziative promosse nel territorio in materia di teatro e marginalità.
La compagnia teatrale “NeonTeatro”, nata nel 1989 da Monica Felloni e Piero Ristagno, con base a Catania, porta avanti una maniera del tutto peculiare di fare teatro. Il lavoro artistico si dispone infatti sulle linee intersecate della persona e della poesia. Lo spettacolo procede attraverso una serie di quadri che si espongono come in singole esplosioni compiute e il legame tra le diverse sequenze coincide con la relazione tra gli attori, nello spazio.
A calcare Il palco del Teatro Stabile: Dario Conti, Emanuela Dei Pieri, Martina Di Prato, Teresa Fazio, Monica Felloni, Danilo Ferrari, Patrizia Fichera, Stefania Licciardello Anzalone, Angela Longo, Manuela Partanni,
Matteo Platania, Dorotea Samperi e Francesca Sciatà. Coreografie di Alejandra Deza Moreno e Gaia Santuccio. Cartoline di Renzo Francabandiera. Dell’area tecnica fanno parte: Ségolène Le Contellec, assistente tecnica, Francesco Noè, light designer, Salvatore Pappalardo, tecnico arrampicatore, rigger. Riprese video di Jessica Hauf e Luca Di Prato. Design visivo: Maurizio Leonardi
Inoltre, in Sala Futura, il Teatro Stabile realizzerà altre attività in collaborazione con la Compagnia Berardi-Casolari, che dal 2 al 6 novembre condurrà un laboratorio con persone non vedenti e ipovedenti. Mentre il 7 novembre 2021, alle ore 21, porterà in scena lo spettacolo “I figli della frettolosa”, primo della Stagione Numero Zero nella seconda sala appena inaugurata.
“I figli della frettolosa” è un laboratorio che nasce a partire da quelli singoli, realizzati di volta in volta in diverse città. L’idea è di Gianfranco Berardi, attore e autore non vedente, già Premio Ubu nel 2018 e di Gabriella Casolari, attrice e autrice. Il laboratorio che precederà lo spettacolo, verrà svolto facendo perno su diverse tecniche teatrali, ovvero, training fisico, training vocale, esercizi di improvvisazione verbale, di improvvisazione scrittoria, di analisi e indagine della scena. L’intenzione è quella di condurre i partecipanti alla creazione di un atto unico in cui il racconto di sé stessi possa essere una maniera per raccontare il mondo e, al contempo, per raccontare la realtà che ci circonda.
“Attraverso la convergenza e il coinvolgimento attivo e diffuso di tanti soggetti con esperienze diverse”, dice la vicepresidente dello Stabile, prof.ssa Lina Scalisi, diamo vita ad un progetto multidisciplinare e intergenerazionale che punta a promuovere un cambio di sensibilità rispetto al riconoscimento della diversità, come reale opportunità di arricchimento individuale e collettivo. Si tratta, infatti, di rifuggire dalla consuetudine di un’attenzione superficiale alla diversità, spesso esposta al rischio di prendere la forma della compassione, e di entrare invece nella dimensione di una relazione autentica, capace di rendere migliore il nostro senso di cittadinanza e il nostro modo di stare insieme”.
Di Redazione – EmmeReports