Maltrattamenti, torture e sequestro di persona ai danni di 23 pazienti ospiti di una Onlus, sono stati rilevati dalla Guardia di Finanza di Palermo. Dalle indagini svolte dalle Fiamme Gialle palermitane è emerso, infatti, che il personale sanitario e paramedico in servizio presso la struttura sanitaria, con il beneplacito della proprietà e senza alcuno scrupolo per la condizione di fragilità psico-fisica dei pazienti, sottoponevano gli stessi a maltrattamenti di natura fisica e psicologica, cagionando loro ulteriori gravi sofferenze e umiliazioni.
Strattonamenti, calci e schiaffi a cui si aggiungevano offese verbali gratuite e denigranti. Come se ciò non fosse sufficiente, venivano loro imposte immotivate limitazioni, anche in termini di libertà personale. I pazienti venivano, infatti, rinchiusi, sia di giorno che di notte, all’interno di un locale di pochi metri quadrati, completamente vuoto e privo di servizi igienici. In questo spazio ristretto, denominato “stanza relax”, i disabili rimanevano rinchiusi per diverse ore al buio e senza alcuna assistenza.
Maltrattamenti, quindi, che si perpetravano anche all’interno di quello spazio angusto, poiché i malcapitati venivano lasciati senza acqua né cibo. A nulla serviva implorare e supplicare il personale, volutamente sordo a quelle grida d’aiuto. Privati anche della possibilità di uscire da quel luogo di tortura per espletare i fisiologici bisogni corporei, erano costretti a farlo sul pavimento della stanza stessa.
Dalle indagini è emersa, altresì, l’arbitraria e massiccia somministrazione di terapie farmacologiche in danno degli ospiti disabili della struttura, non giustificata da ragioni medico-sanitarie, ma dalla volontà degli operatori di mantenere sedati i pazienti riducendo, in tal modo, l’impegno e il rischio di potenziali complicazioni nel corso dei loro turni di lavoro.
La contestazione del reato di tortura formulata dal GIP, quale ha evidenziato che “gli ospiti del centro sono sottoposti ad un regime di vita che non è eccessivo definire contrario al principio di umanità. Sono pazienti che già scontano, quotidianamente, la pena della loro disabilità e l’essere sottoposti a torture aggravano la loro condizione mentale e ne devastano il corpo”.
I soggetti colpiti dall’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Termini Imerese, su richiesta della locale Procura della Repubblica, sono 35. Dieci ristretti in carcere, sette colpiti dagli arresti domiciliari, cinque sottoposti all’obbligo di dimora nel comune di residenza e tredici sottoposti al divieto di esercitare attività professionali per un anno. Gli indagati sono indiziati, a vario titolo, dei reati di tortura, maltrattamenti, sequestro di persona, nonché per corruzione, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, malversazione e frode nelle pubbliche forniture.
È stato quindi disposto sia il sequestro della Onlus che forniva, in convenzione con l’ASP di Palermo, i servizi di riabilitazione, che dei beni e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 6,7 milioni di euro. Le indagini condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo – Gruppo Tutela Spesa Pubblica si hanno riguardato anche l’amministratore e i soci dell’Associazione i quali, attraverso la simulazione della forma no profit dell’Ente e producendo falsa documentazione, tra cui planimetrie, relazioni tecniche e rendiconti trimestrali delle prestazioni erogate, riuscivano a conseguire l’accreditamento istituzionale con la Regione Siciliana, ottenendo così la convenzione con l’ASP di Palermo. Le erogazioni pubbliche, nell’ultimo quinquennio, ammontano a 6,2 milioni di euro.
Inoltre, una parte di tali fondi, per oltre 470 mila euro, anziché essere destinata ai fabbisogni dei pazienti o reinvestita nell’adeguamento della sede, gravemente carente, veniva utilizzata dai soci dell’Associazione per fini privati, consistenti in liquidazione di compensi non dovuti, acquisto di autovetture, pagamento di viaggi e soggiorni in strutture ricettive, nonché acquisto di prodotti enogastronomici, articoli di gioielleria e da regalo.
Oltre all’ipotesi di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e di malversazione, vengono contestati anche episodi di corruzione di un funzionario dell’ASP di Palermo che, nella possibilità delle proprie funzioni pubbliche, avrebbe favorito continuativamente gli economici dell’Associazione ottenendo, in cambio della sua “disponibilità”, l’assunzione del figlio e della nuora. Viene contestato anche il reato di frode nelle pubbliche forniture, essendo state fornite prestazioni sanitarie in favore dei pazienti ben lontane dagli standard qualitativi previsti.
Di Redazione – EmmeReports