E’ una ricorrenza praticamente planetaria che il 17 marzo si celebri la Festività di San Patrizio: per chi lo festeggia è un viavai di birra verde, abiti verdi, cappelli, folletti, quadrifogli ed ogni possibile richiamo alla terra d’Irlanda. Anche in Italia! Possibilmente ci si ricorda di più il fatto che il 17 di marzo ricorra il santo patrono irlandese e non l’unità d’Italia per la quale i loro avi hanno aspramente combattuto e possibilmente dato anche la vita.
Non di meno a questo però, oggi vogliamo ricordare chi è stato il Vescovo Patrizio raccontando la sua storia.
Nato con il nome di Maewyin Succat, nella Britannia romana, nel 385 e morto a Saul il 17 marzo 461, fu rapito all’età di 16 anni dagli uomini del re irlandese Niall e venduto come schiavo a Muirchu, re del Dál Riata, regno che si estendeva dalla Scozia alle coste nordorientali dell’Irlanda.
Qui apprese la lingua gaelica e la mitologia celtica, maturando la sua conversione al cristianesimo durante i sei anni trascorsi in cattività.
Fuggito dalla corte del re per tornare nella sua famiglia di origine, prese gli ordini sacri divenendo diacono nel 407. Si recò in Gallia, dove San Germano d’Auxerre lo consacrò vescovo nel 420, ricevendo successivamente, su affidamento di Papa Celestino I l’evangelizzazione delle isole britanniche e specialmente dell’Irlanda riprendendo la missione abbandonata dal precedente vescovo, Palladius. Nel 431-432 iniziò il suo apostolato in terre irlandesi, all’epoca quasi interamente pagane e ciò ovviamente gli costò condanne ed anche minacce di morte, ma ciò non gli impedì lo svolgimento e la riuscita della missione.
Al Vescovo Patrizio si devono l’introduzione della croce solare, meglio nota come croce celtica che divenne proprio il simbolo del cristianesimo celtico. Diede vita proprio a questa corrente capace di introdurre il culto di cristo, pur preservando le tradizioni locali e non è un caso se poi la chiesa di Roma, andò imitando tale corrente. Altro mezzo che lo raffigura è proprio il trifoglio (già simbolo d’Irlanda) del quale si servì per spiegare il concetto della trinità cristiana (ovvero la raffigurazione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo in un’unica entità).
Decise di stabilirsi nell’Irlanda del Nord fino al termine dei suoi giorni, dopo essere tornato da un pellegrinaggio fino a Roma, che decise di intraprendere all’età di cincquantacinque anni.
A San Patrizio sono attribuite due lettere in latino: la Confessio (“Dichiarazione”), in cui offre un breve resoconto della sua vita e della sua missione, e l’Epistula, una lettera rivolta ai soldati di Coroticus. Gli scritti di San Patrizio furono apprezzati per la loro schiettezza e semplicità, tra i quali va sottolineata la “benedizione del viaggiatore irlandese” (Irish journey blessing), che cosi recita:
“Sia la strada al tuo fianco, il vento sempre alle tue spalle, che il sole splenda caldo sul tuo viso, e la pioggia cada dolce nei campi attorno e, finché non ci incontreremo di nuovo, possa Dio proteggerti nel palmo della sua mano”.
Fonti storiche accertano la sua morte a Downpatrick. Tuttavia, la maggior parte degli storici segnano la sua morte il 17 marzo 461 a Saul, Co. Down, in una chiesa donatagli da Dichu, capitano locale che fu da lui convertito. Secondo la leggenda il suo corpo fu affidato a una coppia di buoi che, senza guida, lo depose a Down, nell’Irlanda del Nord, che da allora cambiò il nome in Downpatrick.
Tra le leggende legate a San Patrizio:
Il Pozzo di San Patrizio
Si racconta che Patrizio pregasse in una caverna molto profonda nell’isolotto lacustre di Lough Derg, nella contea irlandese di Donegal. Secondo la leggenda, talvolta spingeva i fedeli ad avventurarsi in essa perché potessero vedere con i loro occhi l’ingresso dell’inferno.
L’assenza di serpenti in Irlanda
Leggenda vuole che sia stato proprio Patrizio a scacciare i serpenti dall’Irlanda. Nel 441, al termine di un digiuno di 40 giorni e 40 notti sul monte Croagh Patrick, il santo avrebbe scagliato una campana da una montagna, facendo fuggire per il frastuono tutti i serpenti.
Più probabilmente, però, l’assenza di questi rettili è dovuta all’ultima era glaciale, terminata circa 12.000 anni fa. Per gli scienziati, il freddo avrebbe tenuto lontano i serpenti fino al disgelo, quando l’Irlanda era ormai diventata un’isola. A quel punto, coi mari circostanti, per loro sarebbe stato impossibile raggiungerla. Gli studiosi però non sono tutti d’accordo sulla situazione precedente all’era glaciale: per alcuni i serpenti non ci sarebbero mai stati, per altri si sarebbero estinti a causa del freddo. Fatto sta comunque che ad oggi, non è mai stato rinvenuto il fossile di nessun serpente.
La festa di San Patrizio oggi
La festa di San Patrizio è un pretesto per incontri allegri e colorati tra gli irlandesi rimasti in patria e quelli emigrati, che vengono a marciare in file serrate, fanfare in testa, tornando così almeno per un giorno alle origini e riaffermando un’identità che è lungi dall’essere in ribasso come pretendono alcuni.
La ricorrenza si celebra in casa o al pub con gli amici, indossando un indumento verde (il colore del trifoglio e simbolo della stessa irlanda). La tradizione vuole che tutti indossino il trifoglio d’Irlanda il giorno di San Patrizio!
Per gli irlandesi bastano solo due ingredienti per assicurare una notte di “craic” (divertimento): la musica e la birra. E per chi ha deciso di passare il San Patrizio con loro sa già che questi due ingredienti certo non mancheranno.
Le festività irlandesi si sono diffuse in tutto il mondo dalla metà dell’Ottocento. In quel periodo una grande carestia colpì l’isola; milioni di irlandesi dovettero emigrare in altre nazioni. In pochi decisero di tentare la fortuna in luoghi geograficamente vicini all’isola madre, come l’Inghilterra o la Francia. La maggioranza, invece, espatriò nel continente americano. Le nazioni che risentirono maggiormente dell’influenza delle tradizioni irlandesi diventarono, oltre all’Irlanda, Stati Uniti, Argentina e Canada. Specialmente negli Stati Uniti, molte persone di origine irlandese diventarono personalità di primo piano, anche in ambito politico. Tra questi vanno citati due presidenti degli Stati Uniti: John Fitzgerald Kennedy e Ronald Reagan, entrambi di origini irlandesi.
Le feste più grandi e caratteristiche fuori dall’Irlanda si festeggiano nelle città e nelle nazioni che ospitano una forte componente irlandese, come gli Stati Uniti (san Patrizio è anche il patrono della città di Boston) e Canada (nella bandiera della città di Montréal è raffigurato anche un trifoglio, per testimoniare la fortissima presenza irlandese in città).
Ogni anno le acque del fiume Chicago vengono tinte anch’esse di verde e a Tokyo, lungo il viale Omotesandō, si svolge una sfilata dedicata al santo irlandese.