Ieri pomeriggio, il candidato del centrosinistra, Franco Miceli, ha accolto il segretario nazionale del Partito Democratico, Enrico Letta, arrivato in città, per segnare ufficialmente l’impegno dei Dem a sostenere il presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti Italiani, nato a Borgo Vecchio. La campagna elettorale, che a giugno decreterà il nuovo sindaco di Palermo, sembra essere entrata nel vivo, anche se con estremo ritardo sulla tabella di marcia. Il comizio è stato aperto dal segretario regionale del Partito Democratico, Anthony Barbagallo e dal segretario provinciale Rosario Filoramo, che hanno organizzato l’evento a cui hanno partecipato centinaia di elettori del centrosinistra.
“Il candidato sindaco del centrosinistra è stato deciso a Palermo, a differenza della destra che decide ad Arcore. Franco Miceli sarà il prossimo sindaco di Palermo, chiunque sia il candidato della destra. Quando siamo uniti non ci batte nessuno” ha dichiarato Letta. “Il mio impegno personale sarà l’impegno di tutto il partito perché si faccia quello che la comunità nazionale deve a Palermo”. Il segretario del PD ha condiviso il riferimento fatto da Miceli alle conseguenze che avrà la guerra in Ucraina nel mondo e anche da noi, e alla necessità di reagire subito per far loro fronte. “La recessione che si annuncia avrà ripercussioni anche in Italia, soprattutto qui, dove si è più fragili, per cui bisogna intervenire subito, prima che divampi l’incendio”.
Il candidato sindaco del PD ha chiesto il sostegno di tutte le forze democratiche della coalizione che lo sostiene, affinché il governo centrale e il Parlamento accolgano la sua richiesta di dare a Palermo gli strumenti per rimettersi in moto. Il Comune non ha nemmeno il personale necessario per cogliere le opportunità offerte dai finanziamenti europei e, pur non avendo debiti, non ha la possibilità di fare gli investimenti necessari per attuare le indicazioni dell’UE per la transizione ecologica, lo sviluppo sostenibile, la coesione sociale e la lotta alle diseguaglianze.
Il segretario nazionale dei Dem non ha solo parlato di elezioni comunali, ma anche di quelle che sceglieranno il prossimo presidente della Regione Siciliana. “Siamo aperti ad altre forze, perché vogliamo una coalizione ampia e con la presenza di realtà civiche” ha dichiarato Letta. “Le elezioni in Sicilia capitano casualmente prima delle nazionali, noi svolgeremo la preparazione della campagna elettorale e sceglieremo programma e candidato solo per il bene dell’Isola, che ha bisogno di voltare pagina: non lo diciamo solo noi che il governo Musumeci fa schifo, lo dice anche metà del centrodestra”.
Ovviamente non si è fatta attendere la replica di Nello Musumeci che ha così risposto al segretario del PD: “Enrico Letta pensa di trovare un titolo per le agenzie attaccando il mio governo. Qualcuno gli dovrebbe ricordare che in questo momento il suo esecutivo siciliano, quello a guida PD cacciato dagli elettori nel 2017, è alla sbarra perché ritenuto espressione di una associazione a delinquere. Taccia, dunque. Quando, a giugno, gli amministratori di sinistra saranno spazzati via anche da Palermo, Letta si pentirà di aver usato toni indegni per un presunto leader moderato”.
Questa mattina Enrico Letta, accompagnato dai segretari siciliani del PD e da Franco Miceli, ha partecipato alla commemorazione dell’assassinio di Pio La Torre e Rosario Di salvo.
“Con le sue battaglie ha cambiato la storia del nostro paese. Lo hanno ucciso, ma lui ha vinto. La sua uccisione si è rivelata infatti per la mafia, un fatale boomerang. Le norme da lui proposte hanno reso più efficace l’azione contro i poteri mafiosi” ha affermato Enrico Letta, ricordando anche l’ultima battaglia di La Torre per la pace, un tema che “ci riporta al momento presente”, annunciando che a settembre, Palermo ospiterà la Festa dell’Unità.
“Ci sono alcuni uomini, come si legge in una bella poesia di Bertolt Brecht, che per la loro azione e il loro esempio sono indispensabili. Pio La Torre è sicuramente uno di loro” ha detto Franco Miceli in via Li Muli. “Pio La Torre è un esempio attualissimo per tutti coloro che si battono per la legalità, per la pace e per la giustizia sociale. Ha combattuto tutta la vita la mafia a viso aperto, pagando con la sua vita, ma lasciandoci la legge che porta il suo nome e che è stata e continua a essere fondamentale per combattere Cosa Nostra. È stato anche il promotore di un grande movimento popolare per la pace, ed è sempre stato alla testa dei lavoratori nelle lotte contro l’ingiustizia sociale. Per tutto questo, la figura di Pio La Torre è motivo di ispirazione per tutti coloro che continuano oggi a battersi per gli stessi ideali”.
Presente al quarantesimo anniversario della morte di Pio La Torre, anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. “I delitti La Torre e Di Salvo non sono solo siciliani ma anche italiani e internazionali. A distanza di quarant’anni, infatti, conosciamo solo i nomi dei sicari, ma non i mandanti appartenenti al sistema di potere politico-mafioso contro il quale La Torre e Di Salvo hanno lottato strenuamente” ha esordito Orlando. “Zone d’ombra che, ancora oggi, allontanano la verità e che riguardano le tracce che La Torre aveva scoperto di Gladio, il suo impegno contro l’installazione dei missili Cruise a Comiso, una miscela esplosiva per un uomo che è sempre stato un passo avanti. Così avanti che a lui l’intero Paese deve l’intuizione di una legge che punisce l’associazione mafiosa e colpisce i patrimoni accumulati dalle mafie, approvata solo dopo l’omicidio Dalla Chiesa. E per questa legge ha combattuto una vita perché era fermamente convinto che il riscatto della Sicilia passasse dalla liberazione dal giogo mafioso”.
Di Francesco Militello Mirto & Victoria Herranz – EmmeReports