In barba al Covid-19, Omicron 5, Vaiolo delle Scimmie, malattie tropicali varie e traffico in tilt, anche quest’anno, si è svolto il Palermo Pride. Circa 100.000 persone hanno colorato le strade del capoluogo siciliano, partendo dal Foro Italico, per avviarsi verso Porta Felice, imboccare Corso Vittorio Emanuele, svoltare in via Roma e poi in via Cavour, per dirigersi infine verso il parco di Villa Filippina in piazza San Francesco di Paola.
“Bentornato al Coordinamento Palermo Pride” ha detto Marco Betta, sovrintendente del Teatro Massimo, durante la conferenza stampa del Pride. “Questa è una struttura che produce musica ma che è anche il centro simbolico dell’anima artistica e culturale della città. Siamo felici, anche dopo la chiusura forzata dall’emergenza pandemica, di tornare a rivederci tutti, ascoltarci e stare insieme e abbracciarci. A nome di tutto il Teatro Massimo rivolgo a tutti voi un abbraccio ideale”.
Come ogni anno, l’edizione 2022 del Pride è stata organizzata dal veterano Luigi Carollo, sempre pronto a scendere in strada e dialogare con le Istituzioni, per difendere i diritti LGBTQIA+.
“Il Pride è l’unica manifestazione al mondo che rivendica diritti attraverso la cifra della gioia, del divertimento e dell’ironia mettendo in primo piano i corpi delle persone che partecipano”, il coordinatore del Palermo Pride. “É importante tornare in strada dopo due anni anomali, tra Pride stanziali e cortei autunnali. Quest’anno torniamo a fare il corteo vicino alla data del 28 giugno, anniversario dei Moti di Stonewall. Siamo felici di questo e del tema da cui siamo partite e partiti, ‘né le terre, né i corpi, sono luoghi di conquista’. Una frase mutuata da manifestazioni spagnole che racconta molto bene il momento che stiamo vivendo”.
“È importante per noi, mostrare l’attenzione che poniamo su quanto accade nel mondo, non solo riguardo all’invasione della Russia in Ucraina, ma legandola a tutte le forme di aggressione che riguardano i nostri corpi che sono forme di guerra” ha aggiunto Luigi Carollo. “Da anni proviamo a restituire all’attenzione dei media e delle istituzioni quanto accade in Russia. Le leggi contro la propaganda gay sono un fatto abominevole. E la discriminazione prima poi diventa sempre madre dei carri armati. Con la stessa forza accostiamo a questo, la storia di Cloe Bianco, la professoressa trans che si è tolta la vita perché le Istituzioni che avrebbero dovuto accompagnarla non l’hanno fatto, accostiamo la strage di Oslo il giorno prima del Pride e, infine, accostiamo la cancellazione della sentenza Roe vs Wade, che con uno schiocco di dita ha riportato l’autodeterminazione delle donne indietro di 40 anni”.
L’edizione 2022 del Pride è stata la prima sotto la nuova amministrazione comunale di Roberto Lagalla che, sabato pomeriggio, ha aperto la parata LGBTQIA+, al Foro Italico.
“La mia presenza al Pride vuole rappresentare la testimonianza di apertura e pluralità di Palermo” ha dichiarato il sindaco di Palermo. “Come già successo quando ero rettore dell’Università, anche oggi da sindaco intendo confermare l’apertura dell’istituzione cittadina verso tutte le sensibilità. Sono assolutamente convinto che una manifestazione come il Pride non debba avere né pregiudizi, né praticare esclusioni. Rispetto a questo tema, se favorissimo l’esclusione, favoriremmo la violenza e questa amministrazione non farà alcun passo indietro sui diritti civili”.
Madrino d’eccezione, Beppe Fiorello, che ha debuttato come regista nel film “Stranizza d’amuri”, una storia di due giovani gay uccisi a Giarre, il 31 ottobre 1980.
“Ho accettato perché ho ricevuto un invito così gentile e appassionato” ha esordito l’attore siciliano. “Avevo proprio voglia di partecipare, il Pride è un movimento importante, che sta lottando da tanto tempo per diritti fondamentali spesso negati”.
Alla parata di Palermo, anche alcuni rappresentanti del Rivolta Pride di Bologna, movimento che ha vietato a Polis Aperta OdV, associazione LGBTQI+ di lavoratori di forze di polizia e forze armate, di sfilare con il proprio striscione, come tutti gli altri, durante la sfilata del 25 giugno.
“Ci è stato chiesto di non presentarci con i loghi e lo striscione dell’associazione, ma di partecipare in modo anonimo, quasi dovessimo nascondere chi siamo” si legge sul sito della Polis Aperta OdV, “Non è la prima volta che una tale discriminazione viene in atto, al Pride di Bologna 2020 la stessa sorte toccò dall’Associazione Plus – Persone LGBT+ Sieropositive. Attraverso i social sono state scritte parole pesanti come pietre, che ancora prima di colpire l’associazione in sé, feriscono le persone che ne fanno parte. Persone, che pur avendo scelto un lavoro, dove non sempre la comunità LGBTQI+ è stata accolta a braccia aperte, hanno deciso di metterci la faccia. Di uscire allo scoperto, sfidando ogni convenzione per abbattere diffidenza e pregiudizi. Fin dalla nascita, l’associazione si è impegnata per il riconoscimento dei diritti civili, dalla legge Cirinnà al DDL Zan, per il riconoscimento degli alias alle persone in transizione e dell’omogenitorialità. Perché siamo consapevoli che solo tutelando le molteplici identità individuali della società, si garantisce la difesa di quella democrazia che abbiamo deciso di rappresentare indossando una divisa. Pride è l’orgoglio di aspirare a una società dove tutti sono uguali davanti alla legge. Le polemiche sterili non ci interessano, impieghiamo il nostro tempo per costruire ponti, non muri. Le pratiche escludenti non ci appartengono, così come non ci appartiene il dileggio, la discriminazione, il pregiudizio che trasuda da certi toni. Questo odio non ci appartiene”. Abbiamo provato a chiedere un commento al rappresentante di Rivolta Pride presente a Palermo, ma non ha voluto rispondere, probabilmente troppo impegnato a difendere l’inclusività e i diritti civili.
Di Francesco Militello Mirto & Victoria Herranz – EmmeReports