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Home Società

Renato Cortese e Fratel Mauro, due punti di riferimento per gli ultimi

di Francesco Militello Mirto
in Società
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Aveva lasciato Palermo silenziosamente e senza clamore come un qualunque servitore dello Stato, l’allora Questore Renato Cortese, in seguito al caso Shalabayeva, per cui era stato condannato in primo grado, mai poi assolto in appello. Come è noto i giudici condannarono l’ex questore di Palermo (all’epoca dei fatti capo della squadra mobile di Roma) e Maurizio Improta (all’epoca dei fatti responsabile dell’ufficio immigrazione di Roma) a cinque anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, per l’espulsione nel 2013, di Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov. Accusati addirittura di aver commesso un “rapimento di Stato” e un “crimine di eccezionale gravità, lesivo dei valori fondamentali che ispirano la Costituzione repubblicana e lo Stato di diritto”, i due dirigenti, dopo la sentenza di primo grado, furono destinati ad incarichi amministrativi dall’allora capo della Polizia di Stato Franco Gabrielli.

Una lunga carriera operativa quella di Renato Cortese che, come dirigente della Sezione Catturandi, ha arrestato Bernardo Provenzano, Pietro Aglieri, Salvatore Grigoli, Gaspare Spatuzza, Giovanni ed Enzo Brusca. Considerato dalle donne e uomini in divisa, “prima un poliziotto e poi un questore”, il suo lavoro a Palermo ha lasciato un segno indelebile sia su colleghi che sui cittadini onesti.

Lo ha lasciato anche nella comunità di Danisinni che ha fortemente caldeggiato il riconoscimento della cittadinanza onoraria di Palermo all’ex Questore di Palermo. “Il riconoscimento a Renato Cortese è senza dubbio un atto di giustizia rispetto al bene che lui ha seminato per la nostra città”, ha dichiarato Fratel Mauro Billetta. “Un uomo che si è speso non soltanto per custodire e quindi contrastare la criminalità organizzata, ma anche per promuovere la città, la bellezza di Palermo e quindi stare nei territori con un tratto di umanità e di condivisione con la gente. La comunità di Danisinni lo ha conosciuto e riconosciuto”.

Visibilmente emozionato, Renato Cortese è entrato nella Sala delle Lapidi di Palazzo delle Aquile tra gli applausi dei colleghi e delle Istituzioni militari e civili presenti per il conferimento della cittadinanza onoraria di Palermo. “Per tanti anni ho dato il massimo per questo territorio. Oggi mi sento realmente cittadino, è una gioia immensa, un onore e un grande orgoglio essere parte integrante di questa comunità”, ha affermato Renato Cortese che ha voluto ringraziare la comunità di Danisinni e Fratel Mauro Billetta. “Da solo ho imparato moltissime cose, da lui ho capito che bisogna davvero partire da quelli che stanno peggio di noi ed essere per loro un punto di riferimento”.

L’importante e simbolico riconoscimento è stato consegnato dal sindaco Roberto Lagalla che ha espresso, a nome della città di Palermo la stima e l’ammirazione nei confronti dell’ex questore. “La sua figura sarà legata per sempre alla storia della nostra terra. Renato Cortese ha dato tanto a questa città e a tutta la Sicilia, andando sempre oltre quell’antimafia di facciata fatta di slogan e intenti”, ha dichiarato Lagalla. “Lo dimostrano gli arresti di Bernardo Provenzano e di altri latitanti di Cosa nostra, quando era a capo della sezione Catturandi e lo dimostra il suo operato nel periodo in cui è stato questore a Palermo che, oltre a mirare alla prevenzione e al contrasto alla criminalità e alla mafia, ha posto grande attenzione ai quartieri più in difficoltà, con importanti ricadute sociali e pedagogiche”.

“Il conferimento di questa cittadinanza onoraria è un atto che simbolicamente rappresenta l’attenzione rivolta da questa nuova amministrazione comunale al tema della legalità e all’apporto che valorosi uomini dello Stato come Renato Cortese hanno dato e continuano a dare alla lotta alla criminalità organizzata e alle infiltrazioni mafiose nella nostra città”, ha concluso il Sindaco di Palermo.

L’ex Questore di Palermo ha poi salutato i negozianti del Cassaro, accompagnato dal Vice-Sindaco Carolina Varchi: “É stata una giornata felice per Palermo che, da oggi, può vantare tra i suoi cittadini il Dottor Renato Cortese. Siamo grati a un eccellente investigatore che ha raggiunto significativi risultati infliggendo duri colpi alla mafia”.

Il caso Shalabayeva ha influito sul percorso professionale dell’ex Questore di Palermo, che avrebbe potuto terminare la sua carriera come Capo della Polizia di Stato. Voci di sentina dicono, però, che Renato Cortese potrebbe ritornare in città, subentrando a Giuseppe Forlani come nuovo prefetto.

Di Francesco Militello Mirto & Victoria Herranz – EmmeReports

Tags: Carolina VarchiCatturandiCittadinanza onorariaCosa NostraFratel Mauro BillettamafiaPalermoPolizia di StatopoliziottoQuestoreQuesturaRenato CorteseRoberto Lagalla
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