Paolo, Michele, Gabriele, Vincenzo, Salvatore e Giuseppe, sei persone, sei vite diverse, un unico punto di ripartenza, Danisinni, perché, come affermava Romano Battaglia, giornalista della Rai scomparso nel 2012, “tutto comincia in un attimo, in un giorno qualunque della vita, quando meno te lo aspetti”.
Virus, crisi economiche, guerre, arresti eccellenti e devastanti terremoti hanno scosso tanti di noi, mettendo in dubbio tutto quello in cui avevamo creduto. Basta un attimo, dunque, per abbandonare la speranza, come la minaccia di una pistola puntata contro o quella di perdere il lavoro dopo vent’anni di sacrifici, oppure la paura di non riuscire a pagare una bolletta della luce o l’essere troppo vecchi per avere una casa da condividere con la propria compagna. Basta un attimo per non avere fiducia nel futuro, lasciarsi prendere dallo sconforto e rifiutare la mano di chi ti vuole salvare dal precipizio. Forse sarà successo anche a Paolo, Michele, Gabriele, Vincenzo, Salvatore e Giuseppe, fino a quando i loro destini non si sono incrociati nel quartiere di Danisinni.
“Oggi per me parte un nuovo percorso, un nuovo futuro, che non riuscivo proprio a immaginare”, ha raccontato Paolo durante la presentazione del progetto D.A.R.E. (Danisinni – Arte – Rigenerazione – Ecosostenibilità), promosso dalla Caritas Diocesana di Palermo e gestito dall’Associazione Danisinni ETS. L’iniziativa ha come obiettivo la rigenerazione urbana e l’autodeterminazione delle persone, attraverso la cura del territorio, le esperienze artistiche, gli interventi negli spazi urbani e l’eco-sostenibilità delle risorse.
Paolo è un ex detenuto della Casa Circondariale Pagliarelli di Palermo, ha scontato la sua pena in regime di semi libertà e ha lavorato come giardiniere nella fattoria sociale di Danisinni, dopo aver frequentato un corso di otto mesi.
“Volevo imparare qualcosa, anche perché dovevo scontare tanti anni. Lavorando come agricoltore ho potuto mantenere la famiglia. Non volevo più uscire dal carcere, perché lavoravo!”, ha spiegato Paolo sorridendo. Con il progetto D.A.R.E. parte una prima impresa sociale composta da sei persone in grado di occuparsi della manutenzione e abbellimento del verde pubblico e privato, capaci di realizzare istallazioni murarie in cartongesso o di composizioni create attraverso stampanti in 3D, utilizzando plastiche riciclate dai tappi di bottiglia.
“Voglio dire grazie a Giovanna, che ci ha accompagnato per un anno verso il coronamento del nostro sogno, ma anche grazie a Fra Mauro, che per me è un papà”, conclude Paolo commuovendosi e abbracciando il figlio Michele accanto a lui. Fa parte del progetto anche Gabriele, per lui si apre un nuovo capitolo della propria vita professionale: “siamo solo noi gli artefici del nostro futuro e dobbiamo innanzitutto essere una famiglia”.
Nella nuova impresa sociale lavora anche Vincenzo, cugino di Paolo. È di poche parole e gli interessa solo sbracciarsi le maniche, quindi si limita solo a dire “sono a vostra disposizione”. Come non dargli torto.
Giuseppe è il più anziano, ma non il meno determinato. Da quando la sua strada si è incrociata con il territorio di Danisinni, per lui è stato come un sogno. Oggi ritiene di essere un volontario completamente dedicato alla causa: “Siamo felici di alzarci al mattino e trovare sempre la disponibilità per fare qualcosa di nuovo”.
Il progetto D.A.R.E. prevede anche un punto vendita dove offrire una consulenza per la progettazione, l’acquisto di un mezzo che possa offrire questo servizio in maniera itinerante, l’apertura di un sito internet per acquistare online le istallazioni di verde d’arte o prenotare un sopralluogo per una consulenza progettuale. I servizi resi in particolare partiranno dalla semplice potatura e allestimento e/o manutenzione di giardini, fino alla progettazione e realizzazione di angoli di verde e d’arte.
“Quando i ragazzi mi hanno detto, ‘vogliamo che tu sia la parte commerciale del progetto, io sono rimasto colpito, ma più che altro onorato di aver trovato delle persone che hanno compreso quale fosse lo spirito di Danisinni”, ci spiega Giuseppe. “Non c’è un discorso di predominanza, di superiorità nei ruoli o nelle competenze, noi siamo tutti uguali, non ci guardiamo per quello che eravamo, ma per quello che siamo oggi e per ciò che possiamo dare tutti insieme. Crediamo di offrire alla città di Palermo, qualcosa che sia di esempio per tutte quelle persone e quelle risorse spesso emarginate, perché non hanno uno spazio o una conoscenza di quelle che sono le loro capacità. Vogliamo lanciare un messaggio al territorio, noi ci siamo, parlateci, informatevi, contattateci e fate la vostra parte con noi, perché possiamo crescere insieme e perché senza di voi saremmo azzoppati”.
“Il progetto D.A.R.E. nasce attraverso un processo di partecipazione dal basso, persone animate da buona volontà e che si sono confrontate con il limite dell’inserimento lavorativo e hanno fatto di questa difficoltà una risorsa per mettersi insieme e adoperarsi in vista di una soluzione”, spiega Fratel Mauro Billetta. “L’impresa sociale D.A.R.E. coinvolge cinque persone a cui veniva precluso il diritto al futuro: due perché con precedenti penali, uno per l’età avanzata e altri due perché, privi di esperienza per la giovane età, trovavano solamente offerte di lavoro in nero. La fragilità di ciascuno è diventata il loro punto di forza per condividere reciprocità e spirito cooperativo, rifuggendo l’idea di potercela fare da soli”.
“Un’impresa sociale, dunque, che muove dalla riappropriazione della bellezza che ciascuno porta con sé, per esprimersi nella cura del bene comune e nell’offerta di un lavoro onesto e competente”, aggiunge Fra Mauro. “La sfida che da sempre orienta il processo di rigenerazione di Danisinni è quella di andare oltre le apparenze custodendo una visione che non si lascia imbrigliare dalla logica del ‘tutto e subito’ o dell’‘usa e getta’, la quale finirebbe col produrre scarto sociale e ambientale, frammentazione e indifferenza. Il percorso rigenerativo, piuttosto, si apre all’affezione che dà valore alle relazioni e alle opere, e che coglie il tutto nella piccolezza, inteso non come chiusura, ma quale capacità del singolo di non esaurirsi in sé stesso. La nuova impresa nasce dal territorio e quindi dalla localizzazione, secondo una prospettiva di ecologia integrale, dove la cura delle persone passa anche per quella dell’ambiente abitato. Il riconoscimento del volto di una persona, infatti, è intimamente unito al rispetto del contesto in cui vive”.
“Il Comune è vicino alla Caritas in questa battaglia identitaria che vuole avvicinare questo quartiere, questa realtà alla città attraverso la costituzione di servizi integrati di manutenzione e abbellimento del verde, installazioni murarie in cartongesso e altre attività che coinvolgono giovani e adulti impegnati nel ricostruire il loro progetto di vita con la guida di tutor esperti ed il sostegno della comunità di Danisinni”, ha dichiarato il sindaco di Palermo Roberto Lagalla. “Dopo le opere di manutenzione fognaria dell’AMAP, a Danisinni siamo impegnati nel completamento dei lavori dell’asilo e gli ultimi aggiornamenti dagli uffici dicono che sarà pronto entro la fine dell’estate. Un’opera alla quale teniamo particolarmente perché l’asilo è il luogo dove cominciano i percorsi di formazione e integrazione sociale”.
Basta un attimo, una scintilla, per ricominciare a credere che possiamo essere utili a noi stessi e alla comunità che ci offre una seconda possibilità. A Danisinni, goccia dopo goccia, riprende a scorrere il fiume, le cui acque speriamo possano bagnare anche altri quartieri della città di Palermo. Perché Danisinni non vuole diventare un’isola felice, ma un punto di partenza e un esempio di contaminazione positiva per il resto di Palermo.
Di Francesco Militello Mirto e Victoria Herranz – EmmeReports