È la prima volta che scrivo un articolo in memoria di un amico e di un collega fotogiornalista scomparso, non ero preparato a parlare di Alessandro Palantrani al passato. Dunque non so come iniziare, ma nemmeno come andare avanti in maniera scorrevole, senza rischiare di cadere nel retorico ed eccessivamente stucchevole. Avrei voluto raccogliere le testimonianze di chi lo ha conosciuto, umanamente e professionalmente. Impresa piuttosto ardua visto il “poco preavviso” del trapassato che ha “deciso” di “appendere al chiodo” la sua macchina fotografica anzitempo. Già, perché Alessandro Palantrani, “Barbapapà” come lo chiamava affettuosamente il nipote, ha “pensato bene” di decollare per la sua ultima missione alla giovane età di 55 anni, a pochi giorni del Centenario dell’Aeronautica Militare, evento che avrebbe documentato se il cancro non avesse deciso di strapparlo ai suoi affetti.

Una vita trascorsa tra la passione per la fotografia ereditata dal padre e quella per l’aviazione militare con il mito delle Frecce Tricolori e, come per tanti di noi, con quello del film Top Gun. Il fotogiornalista palermitano inizia a collaborare con riviste e siti web, specializzandosi nella cosiddetta fotografia Air-to-Air, accumulando più di 100 ore di volo su aerei ed elicotteri di Aeronautica Militare, Esercito Italiano, Guardia Costiera, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Royal Air Force, Royal Canadian Air Force, Schweizer Luftwaffe.

I suoi servizi fotogiornalistici gli fanno guadagnare la stima e l’amicizia degli equipaggi con cui vola. “Ci siamo conosciuti dieci anni fa per un reportage sulle attività della base aerea di Trapani Birgi, da lì è nata stima incondizionata e un’amicizia disinteressata, sempre basata sul rispetto e alimentata dalla comune passione per il volo e per le due ruote”, ricorda Angelo Mosca, pilota AM. “Dire di Alessandro significa coniugare la parola passione in tutte le forme possibili, vuol dire lasciarsi affascinare dalla infinita conoscenza del mondo dei motori, a due e a quattro ruote, dell’aviazione civile e militare, della fotografia, dei materiali e delle infinite possibilità di lavorazione e realizzazione di qualsiasi idea. La delicata educazione e la contagiosa simpatia è il biglietto da visita con cui discretamente si presenta per poi invaderti di risate a crepapelle. Alessandro: il sorriso, il rispetto, la fantasia, la discrezione, l’allegria, l’innocente emozione dei bambini. Grazie Ale per avermi incrociato. Vola alto”.

Il feretro del fotografo palermitano è stato salutato all’uscita dalla Chiesa di Sant’Eugenio Papa, dal sorvolo di un AW-139 e da una rappresentanza del 4° Reparto Volo della Polizia di Stato di Palermo.

“Ho avuto modo di conoscere Alessandro Palantrani grazie al nostro amico comune Salvo De Marco”, spiega il Dott. Antonio Molinaro, Pilota e Comandante del 4° Reparto Volo della Polizia di Stato. “Entrambi con la stessa passione per il volo, entrambi con la stessa passione per la fotografia, entrambi con un entusiasmo adolescenziale in tutto quello che facevano insieme, ma con due stili completamente diversi. Quello che mi ha colpito di Alessandro è stata sempre la sua semplicità con la quale affrontava le diverse situazioni della vita, il suo sorriso e quell’empatia che è sempre e solo una dote naturale. Sono quelle qualità che possiedi naturalmente o non potrai mai importi”.

Come racconta Molinaro, Alessandro si recava spesso a Boccadifalco, a volte anche per un semplice caffè: “Era uno di noi, un appartenente al 4° Reparto Volo della Polizia di Stato. È venuto in volo diverse volte con me, sia sull’elicottero che sull’aereo per effettuare servizi fotografici”.

“Anche io sono un appassionato di fotografia ed avevo notato in lui, una capacità di concentrarsi sul momento dello scatto che mi aveva sorpreso”, continua il Primo Dirigente della Polizia di Stato. “Uno sguardo che, con entusiasmo ed allo stesso tempo freddezza professionale, riusciva a fotografare e a cogliere il momento che agli altri era completamente sfuggito. E noi tutti di ciò, ce ne accorgevamo solo dopo, quando una volta atterrati e scaricate le immagini sul monitor del computer, ci apparivano i dettagli ed i momenti che riuscivano a sorprendere tutti noi”.

“Ma per lui non c’era solo la fotografia, c’era anche la passione per la vita”, aggiunge il Dottor Molinaro. Una vita non facile sotto diversi punti di vista, come la perdita del primo lavoro e la costante ricerca di una stabilità economica che non arriva mai, vista anche la precarietà nel settore giornalistico come di qualsiasi ambito lavorativo palermitano.

“Nonostante una situazione personale molto difficile, mi parlava della sua vita con una naturalezza semplicemente disarmante”, continua il comandante del 4° Reparto Volo. È stato, almeno per me, un esempio di dignità sia umana che professionale. Una persona che anche nei suoi ultimi momenti, non mi ha fatto mai trasparire la sua sofferenza, anzi Alessandro guardava oltre. Per lui quello che stava purtroppo vivendo, era un momento che sarebbe passato, stringeva i denti e guardava oltre con la semplicità e la leggerezza che lo avevano sempre distinto, caratteristiche che ricorderò per sempre. Grazie Alessandro, grazie di essere stato tra di noi”.

Sono anni bui quelli che seguono la tragedia di Ramstein del 28 agosto 1988, che provocò la morte di tre piloti delle Frecce Tricolori, di 67 spettatori e il ferimento di altre 346 persone. Il lavoro dell’Aeronautica Militare e in particolar modo quello della Pattuglia Acrobatica Nazionale vengono messi in discussione. Politici e movimenti antimilitaristi pretendono lo scioglimento di quest’ultimo glorioso reparto. A supporto dell’Arma Azzurra e del 313° Gruppo, nascono in tutta Italia i Club Frecce Tricolori.

“Ho conosciuto Alessandro nel 1992, ormai più di 30 anni fa, quando venne costituito a Palermo il 19°Club Frecce Tricolori”, ricorda Luca La Cavera, ingegnere e fotografo di una grande azienda del settore aerospaziale italiana. “La comune passione per il modo aeronautico e la fotografia ci ha portati ad essere sempre molto legati negli anni. Queste cose fanno nascere amicizie che diventano speciali e durano nel tempo. Visite in tanti aeroporti militari, partecipazioni a numerose manifestazioni aeree, serate a casa a vedere foto e a provare le ultime novità nel campo dei simulatori di volo. Amava tantissimo tutto ciò che è tecnologico!”.

Le opportunità per i media specializzati nel settore Difesa si sono quasi del tutto azzerate a causa dell’emergenza pandemica, del conflitto in Ucraina e di una policy sempre più restrittiva. La totalità della comunicazione è ormai veicolata solo ed esclusivamente dagli uffici stampa istituzionali che inviano alle redazioni il pacchetto completo di testo e immagini. Vantaggioso per gli editori che non vogliono pagare le collaborazioni, per niente utile a chi vive di fotogiornalismo e nocivo alla qualità del giornalismo in generale.

“Ricordo con immenso piacere il volo che facemmo assieme a bordo di un E-3A AWACS, il grosso quadrimotore impiegato per la sorveglianza e il comando e controllo della NATO, partito dalla Forward Operating Base (FOB) di Trapani, per una missione durante l’esercitazione NATO Trident Juncture 2015, in occasione di un reportage foto-giornalistico”, racconta Luca La Cavera. “In quell’occasione, l’allora Comandante della FOB il Tenente Colonnello Massimo Simotti consegnò ad Alessandro la patch che attesta il superamento delle 100 ore di volo su velivoli ed elicotteri militari. Io ero lì, a scattare la foto. L’ultima volta che l’ho incontrato, invece, è stato qualche mese fa, quando mi ha fatto provare l’ebbrezza del pilotaggio di un F-104 con gli occhiali per la realtà virtuale. Era felice, entusiasta di potermi mostrare tutte quelle novità. Voglio ricordarlo così e pensare che stia continuando a coltivare le sue tante passioni, volando solo ad una quota più alta di tutte, impossibile da raggiungere per tutti noi che, come lui, amiamo il mondo del volo”.

La luce del tramonto dipinge il cielo di un rosso vivo, una leggera brezza marina arriva sul piazzale dell’82° Centro Combat Search And Rescue della Base Aerea di Trapani Birgi. L’equipaggio di volo di India Zero For Zero è seduto e imbracato. Tra questi un fotografo palermitano con la sua fedele Canon, pronta a documentare il prezioso lavoro dei piloti e degli aerosoccorritori del 15° Stormo. I piloti aumentano al massimo la potenza dei motori del velivolo di Leonardo Helicopters. Un breve rullaggio e staccano l’ombra dalla pista. Inizia una nuova missione. L’operatore di volo, dopo aver verificato che tutto è in sicurezza e chiesto l’ok al pilota, apre il portellone dell’elicottero per verricellare l’aerosoccorritore. Prima di farlo si gira verso il posto del fotografo, ma lui non c’è, eppure giura di averlo visto seduto di fronte come in tante altre occasioni. Sono già le 20 quando India Zero For Zero torna sul piazzale del reparto. L’equipaggio di volo è esausto, ma soddisfatto per aver portato a termine un’altra missione. Piloti, operatore e aerosoccorritore prendono le loro borse per tornare dentro il grande hangar. Si girano verso l’elicottero e, per un istante, rivedono il fotografo palermitano che ripone la sua macchina fotografica dentro la sua borsa con il “Remove Before flight” in bella mostra. “Grazie ragazzi!” esclama il palermitano. “Grazie Alessandro!” rispondono increduli ed emozionati i Jedi di Trapani.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports