Nessuno di noi poteva pensare che, nel 21° Secolo, dopo due anni di pandemia, potesse scoppiare una guerra nel centro dell’Europa. Tanti i colleghi giornalisti delle principali emittenti televisive e agenzie di stampa presenti sul campo, anche a rischio della propria vita, per documentare quello che sta accadendo in Ucraina. Le immagini che arrivano nelle nostre case, attraverso i telegiornali, i giornali e i profili social dei fotoreporter di guerra sono note a tutti e ci tengono costantemente aggiornati. Sul campo anche gli operatori della Croce Rossa Internazionale che, come sempre succede, sono impegnati a supportare le vittime del conflitto armato, mettendo in pratica e seguendo alla lettera, il Diritto Umanitario Internazionale.
Con la consegna degli attestati di frequenza si è concluso presso la Caserma Turba di Palermo, sede del 46’ Reggimento Trasmissioni, il 174° corso di formazione DIU per operatori internazionali nei conflitti armati, organizzato dal Centro di Mobilitazione Sicilia del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana. Il Diritto Internazionale Umanitario (DIU) regola le relazioni tra stati, organizzazioni internazionali ed altri soggetti di diritto internazionale durante una guerra. Queste norme proteggono sia le persone che non prendono o non prendono più parte al conflitto, sia determinati beni civili, limitando le parti in conflitto nella scelta dei mezzi o metodi di combattimento. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR/ICRC) è promotore e custode del Diritto Internazionale Umanitario che nasce con la convenzione di Ginevra nel 1864 e si sviluppa grazie alle convenzioni ed ai protocolli aggiuntivi. il Diritto Internazionale Umanitario mira a ridurre al minimo le sofferenze causate dalla guerra e, oggi più che mai, diffonderne la conoscenza è diventato uno dei compiti istituzionali più importanti della Croce Rossa. Al corso ha preso parte personale proveniente dall’Esercito Italiano, dal Corpo Militare della Croce Rossa Italiana, dall’Arma dei Carabinieri e dal Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa.
Per il Colonnello Giuseppe Lorusso, Comandante del Reggimento che ha ospitato le cinque giornate formative “Il corso si è articolato in lezioni frontali e simulazioni di reali situazioni di applicazione del diritto internazionale umanitario negli scenari di impiego, consentendo ai discenti, la conoscenza ed il rispetto di queste norme nelle missioni internazionali, ove ai militari non è più richiesto il solo corretto uso dell’arma in affidamento, ma sempre più di facilitare il processo di pace e stabilizzazione, proteggendo la popolazione civile e preservando la sua identità culturale. Il corso, nato da una sempre più consolidata collaborazione tra il Corpo Militare della Croce Rossa Italiana ed il 46’ Reggimento Trasmissioni, assume particolare rilievo in considerazione dell’attuale situazione internazionale”.
“É andata oltre ogni aspettativa, abbiamo avuto un gruppo di corsisti veramente attenti e appassionati alla materia!” sono state le prime parole della Sorella Elena Muscaglione, Direttrice del Corso DIU. “Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo, cioè quello di diffondere i principi del Diritto Internazionale Umanitario, perché per noi, come mandato Istituzionale è fondamentale la diffusione del DIU, è fondamentale tutelare e proteggere il nostro emblema e quelli che sono i principi del movimento internazionale della Croce Rossa a tutela delle vittime, nel contesto dei conflitti”.
Anche EmmeReports ha avuto l’opportunità di prendere parte al corso, una full immersion di cinque giorni, nel diritto umanitario internazionale, tra lezioni ed esercitazioni pomeridiane con il Codice in mano, per analizzare e risolvere ipotetici casi di guerra.
“É abbastanza impegnativo, però è fondamentale conoscere e apprendere che ci sono delle regole che devono essere rispettate” ha spiegato Sorella Muscaglione. “La mancanza di conoscenza e l’ignoranza, renderebbe tutto molto più difficile e molto più barbarico. Ecco perché noi facciamo diffusione del DIU, esattamente per colmare quel gap dovuto a un’ignoranza e alla non conoscenza delle regole, che portano poi a non rispettare quello che sono le vittime nei conflitti armati”.
Come ci ha detto uno degli istruttori, il 174° Corso DIU ha avuto un epilogo perfetto, con un grande interesse dei discenti, per le materie affrontate, sicuramente non tutte facili da digerire.
“È stata una bellissima esperienza che ha soddisfatto appieno le mie aspettative. È un corso utilissimo per l’impiego dei militari all’estero, durante i Conflitti Armati Internazionali e Non Internazionali” ha dichiarato il Tenente Rosario Santangelo, del 197° Corso “Tenacia”, effettivo al 7° Reggimento Sacile. “Nel nostro iter culturale e informativo, facciamo degli esami di diritto e quindi abbiamo delle nozioni. Approfondirle così bene, però, in un corso di cinque giorni, ma intenso, fa sicuramente bene per i prossimi impegni futuri. A mio avviso bisognerebbe fare un corso di Diritto Internazionale Umanitario in tutti gli istituti formativi, nei centri di reclutamento e nei RAV. Questo corso sarebbe molto utile non solo a chi, un giorno, comanderà e avrà incarichi superiori di vertice di comando e controllo, ma anche alle unità minori”.
Quaranta i partecipanti al corso, tra cui personale della Croce Rossa, militari dell’Arma dei Carabinieri e dell’Esercito Italiano.
“Oggigiorno siamo di fronte, sempre più spesso, ad una minaccia ibrida, che magari usa anche mezzo di mezzi di combattimento non convenzionali. Questo corso ci sarà utile a distinguere i combattenti legittimi da quelli che non lo sono, al tipo di trattamento che bisognerà applicare alle varie tipologie di combattenti legittimi che, come abbiamo imparato, sono difesi dal Diritto Internazionale Umanitario” ha spiegato il Tenente Giuseppe Gullo, dell’11° Reggimento Trasmissioni. “Ai comandanti sul campo, il DIU viene in soccorso, poiché ci detta alcuni principi fondamentali, come quelli della Proporzionalità, quindi tra il vantaggio militare e i danni collaterali che possono essere ammessi, piuttosto che la Distinzione che va fatta tra popolazione civile e combattenti legittimi, tra gli obiettivi militari e i beni culturali civili. Tutte queste sono le linee guida, che si applicano nelle regole di ingaggio di un’eventuale operazione militare. Il corso è stato molto preciso, che ha toccato molti aspetti che non erano conosciuti così in profondità. Questo potrebbe essere un bel punto di partenza per approfondire la materia. Questo corso è stato altresì utile, per conoscere altre persone e altri punti di vista, anche perché abbiamo interagito, lavorando in gruppo, interfacciandoci e condividendo idee e dubbi, su una materia, come il DIU, che potrebbe essere comune nel lavoro di tutti quanti. Tutte le lezioni sono state importanti, forse la parte che mi è piaciuta di più è stata, sicuramente, quella del lavoro di gruppo, perché davano un taglio reale all’attività, offrendoci la possibilità di inquadrare il caso e mettere in pratica le lezioni”.
Guest star del 174° (e ultimo) Corso DIU, Daria Biancardi, cantautrice palermitana che si è esibita all’Apollo Theater di Harlem, a New York e ha preso parte anche a The Voice of Italy. “Avevo da tempo il desiderio di avvicinarmi al Diritto Internazionale Umanitario che, spesso, ne sentiamo parlare durante i telegiornali, per delle circostanze per noi lontane, una materia che mi ha sempre incuriosito e ho trovato proprio l’occasione giusta per potere partecipare a questo corso per operatori internazionali” ha affermato la Biancardi. “Mi sono piaciuti gli argomenti, soprattutto quelli sull’immigrazione e quelli sulle regole specifiche che definiscono quello che viene chiamato appunto il gioco della guerra. Forse ho avuto più difficoltà nella memorizzazione delle normative del Codice. Ricordare gli articoli non è facile, ma credo che basta un po’ di esercizio, per riuscire tranquillamente a venirne a capo”.
Daria Biancardi è conosciuta e apprezzata dal pubblico, grazie alla sua partecipazione a diversi programmi di musica, ma soprattutto per la sua voce soul, per la sua simpatia e per la sua umanità.
“Ho sempre desiderato e sperato di poter essere una voce, per dare un messaggio” ha continuato la cantautrice palermitana. “Alcuni anni fa mi è stato chiesto di commentare un articolo della Carta dei Diritti Umani. Ho pensato che fosse una richiesta molto strana per me che faccio un altro lavoro, quello di cantante. Mi sono trovata a parlare anche di esperienze personali e di normative che avevo letto proprio in quel momento sulla Carta dei Diritti Umani. Ho riflettuto sui temi e i principi da diffondere, sul fatto che, anche noi artisti, possiamo essere dei messaggeri e divulgare il Diritto Internazionale Umanitario, perché è importante sensibilizzare le persone verso il rispetto alle regole che devono essere seguite in un contesto tragico come quello della guerra. Quindi ho chiesto di poter partecipare al Corso DIU, per utilizzare la mia voce per diffondere proprio queste regole”.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports
Foto di Francesco Militello Mirto & Victoria Herranz – EmmeReports