I compiti di un reparto di volo della Guardia di Finanza, nello specifico di una Sezione Aerea territoriale, si sviluppano nella circoscrizione di competenza con missioni di volo operative ed addestrative.
In particolare nell’ambito operativo vengono svolte missioni di ricognizione costiera e terrestre, nonché ricerche natanti e pattugliamenti in acque territoriali ed acque internazionali con compiti di polizia economica esclusiva in mare, finalizzate al contrasto del traffico di stupefacenti e di TLE, di illeciti edilizi (abusivismo edilizio), contrasto alla coltivazione di canapa indiana su terra, della pesca di frodo, nonché alla tutela dell’ambiente, del demanio oltre che al contrasto all’immigrazione clandestina.
La Sezione Aerea di Palermo, che opera in ambito Regionale alle dipendenze del Comandante del ROAN di Palermo svolge la propria attività d’istituto in ambito regionale, (Sicilia ed isole comprese) un territorio, quindi, decisamente esteso che la vede in prima linea nella lotta al traffico di immigrati clandestini, mediante il rischiaramento periodico di elicotteri ed equipaggi del reparto presso le isole di Lampedusa e Pantelleria, nonché al traffico di stupefacenti via mare.
Ulteriori compiti della Sezione Aerea di Palermo si concretizzano in missioni di volo diurno e notturno di copertura e supporto ad operazioni antimafia effettuate dai reparti territoriali e speciali della Guardia di Finanza (Nucleo P.T e GICO).
EmmeReports ha avuto l’opportunità di prendere parte ad una missione di pattugliamento delle coste palermitane. Ai comandi del Nexus che ci ha portato in volo, il Comandante della Sezione Aerea Guardia di Finanza di Palermo, il Capitano Lorenzo Manganini e il Luogotenente Domenico Bonello, il pilota più anziano del reparto palermitano, con all’attivo più di 4000 ore di volo su elicottero.
Capitano, qual è il contributo della Sezione Aerea Guardia di Finanza di Palermo nell’emergenza nazionale?
Durante la Fase 1 abbiamo effettuato missioni di pattugliamento del territorio, controllo delle spiagge, dei luoghi possibilmente affollati di Palermo e della Sicilia intera. Abbiamo eseguito delle missioni di volo anche sulla città di Ragusa, Messina, Agrigento, su richiesta dei reparti territoriali e delle questure locali. Il tutto con il continuo contatto radio con le sale operative, per l’eventuale, successivo intervento delle pattuglie a terra.
Abbiamo anche trasportato dispositivi e materiale sanitario, sia per la Protezione Civile, che ci ha chiesto dei particolari trasporti su Ustica o su Linosa, sia per i nostri reparti navali dislocati nelle zone costiere della Sicilia. Ci è capitato anche, a volte, di doverci rischierare in determinate zone, su richiesta delle questure, per effettuare dei controlli specifici.
Volare per la Guardia di Finanza e per il Paese, in questo difficile momento storico, ha un significato, un valore particolare per Lei?
Personalmente volare per la Guardia di Finanza rappresenta non un lavoro ma una passione, non lo trovo né stancante, né un peso. È per me un onore! Mi rendo conto di poter dare un contributo importante al Paese, soprattutto in questo particolare momento storico.
Il mio obiettivo e l’obiettivo del mio reparto è lo stesso di quello della Guardia di Finanza: garantire l’equità sociale e la giustizia sociale.
Nel contesto aeronautico, contribuiamo con missioni di anti-immigrazione, anti-droga, controllo economico del territorio, dove andiamo a valutare dall’alto gli immobili di pregio effettuando successivamente dei riscontri sulle banche dati, polizia ambientale, come la ricerca di discariche abusive.
Quindi cerchiamo di riequilibrare, nel nostro piccolo, il tessuto sociale andando a colpire, ad esempio, il soggetto che illecitamente ottiene un vantaggio economico, rispetto ad un soggetto onesto che paga le tasse contribuendo al benessere dello Stato, perdendo economicamente rispetto al cittadino disonesto. Quindi ci tengo a sottolineare che per me il volo con la Guardia di Finanza rappresenta il raggiungimento di una giustizia sociale.
Come avviene una missione di pattugliamento durante una missione anti-immigrazione?
C’è tutta un’attività di analisi, di informazione, di intelligence che non viene effettuata dalla Sezione Aerea, ma da uffici appositi dove studiano e analizzano le informazioni raccolte (quali le rotte frequenti, i contatti tra le persone, integrandole con tutte le informazioni utili) spesso collaborando con altre amministrazioni.
Dall’analisi dei dati, scaturisce tutta una serie di informazioni che ci vengono inviate, che poi ci serviranno per effettuare la missione o il rischieramento in una determinata zona di operazioni. In altre occasioni semplicemente abbiamo contezza dell’aumento dei flussi migratori e si decide di rischierarsi per essere più vicini alla zona delle operazioni. Come succede quando andiamo a Lampedusa, dove effettuiamo una serie di missioni di volo, pattugliando in proiezione verso il limite della zona SAR della Libia.
Prima del decollo l’equipaggio effettua un briefing iniziale dove si valutano le condizioni meteorologiche, le caratteristiche della missione, il numero di passeggeri imbarcati, i sistemi di missione imbarcati, la rotta che si intende seguire, le miglia nautiche che si devono effettuare, la quantità di carburante. Chiaramente prima di ragionare sulla missione vera e propria c’è un carteggio precedente.
La missione viene ordinata, tramite un messaggio operativo riservato, dal Comandante del ROAN (Reparto Operativo Aeronavale), che ci comanda di effettuare una serie specifica di missioni in un determinato periodo di tempo, in una determinata zona. Tramite questo messaggio operativo vengono quindi inviati tutti i dati fondamentali da parte del ROAN al personale della Sezione Aerea. Io, come comandante di reparto, firmo successivamente un secondo messaggio operativo specifico per ogni singola missione inviandolo direttamente all’equipaggio, dando loro una serie di punti, di coordinate, di ambiti operativi e di tempistiche.
Durante una missione di Ricerca e Soccorso, ad esempio, io firmo un ordine di volo, dove trasferisco all’equipaggio tutta una serie di informazioni, come le coordinate, la durata della missione, utili al raggiungimento dell’obiettivo.
Qual è la vostra zona di operazioni?
Noi voliamo su tutta la Sicilia, incluse Lampedusa e Pantelleria. Per motivi aeronautici e anche diplomatici non entriamo nello spazio aereo della Libia e della Tunisia, a meno che non si faccia una precisa richiesta agli enti aeronautici.
Quando si attraversa il confine aeronautico tunisino, ad esempio, la Tunisia richiede una sorta di tassa per il pagamento dell’ente aeronautico tunisino (cosa che invece non succede tra paesi europei) e chiaramente cerca di evitare che si attraversi impunemente questo confine aereo. Succede infatti che i paesi del nord Africa, soprattutto in questo periodo storico, guardino attentamente ai loro confini aeronautici (anche per garantirsi degli introiti ovviamente) ed è successo in passato, in caso di voli effettuati al confine aereo, di trovarsi intercettati dai caccia tunisini che controllavano il loro spazio aereo.
In passato è successo a colleghi del Servizio Aereo di essere intercettati dai jet dell’Aviazione Militare Tunisina. Quella zona in questo momento è una polveriera, quindi i paesi dell’Africa che affacciano sul mediterraneo, si tutelano anche in questo modo.
Gli elicotteri che avete in dotazione alla Sezione Aerea sono i Nexus..
Il Nexus è un elicottero complesso, con un cockpit avanzato, abbastanza prestante durante il volo. Soffre un po’ il carico, il peso eccessivo, avendo un peso massimo al decollo leggermente riduttivo rispetto al peso totale del mezzo. Ci permette però di svolgere anche missioni di due ore e mezza, con un equipaggio di tre persone, due piloti e uno specialista.
Quest’ultimo è una figura fondamentale in quanto utilizza, tramite la consolle operativa, i sistemi di missione dell’elicottero, come il FLIR, un visore elettro-ottico e infrarosso, molto potente, che ci permette di effettuare le missioni notturne di anti-immigrazione, individuazione di natanti, di richieste di aiuto. Il Nexus è equipaggiato con un radar, sia meteo che di ricerca, con un’ampiezza di 120° che ci permette di avere una buona visione di quello che succede di fronte a noi.
Il mezzo tuttavia, essendo longilineo, soffre parecchio il vento e quando questo arriva dalla coda, i pianetti stabilizzatori patiscono un po’ questo moto. Ma noi piloti con l’addestramento ci siamo ormai abituati a queste situazioni. Ovviamente avendo 15 anni di vita, comincia ad essere un pò vecchiotto, soprattutto rispetto ad elicotteri come l’AW-139 e l’AW-169, che la Guardia di Finanza ha acquisito ultimamente, ma è sempre efficace per il tipo di missioni che svolgiamo. Essendo l’elicottero di reparto, i piloti ormai hanno imparato a volergli bene e ad assecondare i suoi “capricci”.
La Sezione Aerea di Palermo, nel 2021, comunque, transiterà sui nuovi e più performanti AW-139, che gradualmente andranno a sostituire tutti i Nexus del Servizio Aereo della Guardia di Finanza.
Di Francesco Militello Mirto & Antonio Melita – EmmeReports