“Come folgore dal cielo! Canta il motto della gloria. Come nembo di tempesta! Precediamo la vittoria. Un urlo di sirena: fuori, fuori! E giù nell’infinito. Sul nemico più agguerrito. Per distruggere o morir. Per distruggere o morir”. Le parole di questa canzone riecheggiano nella mente del giovane paracadutista in piedi all’interno del C-130J, in attesa del suo turno, del fatidico momento in cui salterà per la prima volta dalla rampa del grosso aereo grigio che ha già raggiunto la quota ottimale di lancio. Pochi secondi e appena uscirà fuori, metterà in pratica mesi e mesi di studio, addestramento e sacrifici. Il direttore di lancio gli fa cenno che tocca a lui. È il momento di lanciarsi, di lasciarsi alle spalle il passato e diventare uomini. Il giovane paracadutista sa che su quella rampa non è solo. Lì con lui ci sono tutti gli uomini della Folgore che lo hanno preceduto, che hanno combattuto nelle missioni internazionali, che hanno perso la vita ad El Alamein. Sono tutti lì con lui che lo assistono e lo proteggono. Il battito del cuore accelera. Giù fuori dal velivolo. Gli si apre un nuovo mondo, fatto di silenzio, infinito e uno spettacolo mozzafiato, un privilegio che può avere solo chi salta giù da un aereo, come il Caporal maggiore scelto della Brigata Paracadutisti Folgore Giuseppe Tedesco con 50 lanci effettuati all’attivo.
Quali sono i compiti del Direttore di Lancio?
Il Direttore di Lancio è una delle figure chiave dell’attività aviolancistica, i compiti a lui assegnati possono essere distinti in quattro momenti che contraddistinguono tutte le operazioni dell’attività aviolancistica. Le operazioni hanno inizio con la fase di partenza a terra, dove il Direttore di Lancio partecipa al briefing della missione. Effettua, unitamente all’equipaggio del velivolo, l’ispezione mista per verificare la presenza di eventuali anomalie o inefficienze. Dispone e controlla l’approntamento del personale, definendo a tal riguardo la posizione di ogni singolo paracadutista all’interno del velivolo. Effettua un briefing pre-imbarco, a tutto il personale, ribadendo le norme relative alle operazioni da compiere dall’imbarco fino al momento dell’uscita dal velivolo, il comportamento del paracadutista dall’uscita del velivolo fino all’atterraggio e il comportamento in caso di emergenze. Effettua l’ispezione dei paracadute e dell’equipaggiamento di ogni singolo paracadutista. Permette al personale da lanciare di imbarcarsi sul vettore aereo. Nella seconda fase a bordo del vettore, durante il volo, effettua le operazioni di controllo e impartisce gli ordini al personale che dovrà affrontare il lancio. Nella fase successiva sempre a bordo del vettore, durante l’aviolancio, dà inizio al lancio, cadenza l’uscita dei paracadutisti che affrontano il lancio, non fa iniziare il lancio o lo sospende qualora riscontrasse la mancanza delle condizioni di sicurezza e laddove fosse necessario attua le operazioni previste in caso di emergenza. Ultima fase, effettua dei controlli a garanzia dell’incolumità dei paracadutisti aviolanciati e si preoccupa di compilare la parte riguardante la documentazione.

Bisogna avere dei requisiti particolari per svolgere la sua specialità?
Per il conseguimento della qualifica da Direttore di Lancio è necessario superare un corso di addestramento, suddiviso in una parte teorica e una parte pratica. Per l’ammissione, al corso da Direttore di Lancio per aviolanci con paracadute ad apertura automatica dell’Esercito, necessitano determinati requisiti come il possesso dell’idoneità sanitaria allo svolgimento dell’attività aviolancistica, il possesso della qualifica di paracadutista militare e bisogna aver effettuato un certo numero di lanci per aver preso dimestichezza con l’attività aviolancistica. Per l’ammissione al corso i frequentatori vengono sottoposti a degli accertamenti iniziali che prevedono il superamento di una prova scritta sulla conoscenza delle tecniche, dei malfunzionamenti e dei materiali di aviolancio ad apertura automatica. Una volta ammessi al corso, al termine dell’addestramento tecnico, i frequentatori vengono sottoposti a diversi test di verifica e controllo. Superata la fase intermedia i frequentatori accedono alla fase pratica, dove vengono supervisionati e valutati da parte degli istruttori di paracadutismo militare del Centro Addestramento Paracadutismo. Dopo un duro lavoro e una valutazione positiva, espressa e verbalizzata dagli istruttori di paracadutismo militare, si giunge al conseguimento della qualifica da Direttore di Lancio.
Quando qualcuno ha paura di lanciarsi e si blocca sulla rampa, Lei cosa fa?
A tal proposito, raramente mi sono trovato a gestire una tale situazione, merito dell’addestramento a cui tutti si sottopongono durante il corso di paracadutismo. Gli aspiranti paracadutisti ricevono una formazione, somministrata gradualmente, che porta loro a lavorare sulle proprie capacità e a superare i propri limiti e timori, come ad esempio il timore dell’altezza. Nessuno obbligherà mai nessuno a fare delle cose contro la propria volontà. Detto questo, qualora il paracadutista rifiuti di lanciarsi, verrà messa in pratica la procedura d’interruzione dell’aviolancio e di conseguenza il soggetto in questione verrà riportato all’interno del velivolo, verrà constatata la motivazione del rifiuto, se dipendente dallo stato di salute o da qualche timore, è verrà invitato a sedersi con le cinture di sicurezza allacciate stato di salute permettendo.
Quali consigli da a chi si lancia per la prima volta?
Il personale ammesso al lancio, è altamente qualificato, riceve una formazione professionale durante il corso di paracadutismo. Questo corso della durata di quattro settimane, viene svolto dagli istruttori di paracadutismo militare presso il Centro Addestramento Paracadutismo, ha una struttura solida ed efficiente e garantisce il rispetto di tutte le procedure aviolancistiche a garanzia dell’incolumità di ogni singolo individuo. L’istruttore, attraverso un duro lavoro, riesce a trasmettere agli aspiranti paracadutisti tutte le nozioni tecniche per affrontare un aviolancio in sicurezza e non solo perché sottopone l’allievo anche al lavoro sull’aspetto mentale, la fiducia in se stessi, l’ incremento delle abilità cognitive portano a superare quel gradino rappresentato dallo spirito di conservazione. In qualità d’istruttore di paracadutismo, al termine del corso d’addestramento, ripongo la massima fiducia in ogni singolo uomo. Quello che ribadisco è di restare sempre concentrati e rispettare tutte le procedure, perché il lancio racchiude un’emozione unica che resterà viva dentro di noi per tutta la vita.
C’è posto per riti scaramantici o portafortuna?
Risulta davvero facile portare a compimento il proprio lavoro, quando si è circondati da professionisti come nel mio caso. Un cenno d’intesa con il proprio partner, un sorriso, sono sufficienti per concentrarsi e portare a termine nel miglior modo possibile il lavoro. Non nascondo che porto sempre al seguito un piccolo portafortuna.
Quanta emozione ha avuto quando è saltato fuori da un aereo per la prima volta?
Custodisco il ricordo di quel giorno come uno dei momenti più belli della mia vita, ero all’oscuro di cosa avrei trovato li fuori, ne ero a conoscenza ma per sentito dire. Prima di saltare, le uniche cose che avevo nella testa erano le parole del mio istruttore, al mio fianco avevo tutti gli amici con cui avevo condiviso momenti di gioia e di sofferenza, avevo la massima fiducia in me per il lavoro svolto ed ero sicuro che l’unica risposta alla famosa domanda “ora si aprirà il paracadute?” sarebbe stata solamente un SI. Dopo aver abbandonato il velivolo, il paracadute era aperto correttamente ed io ero immerso in un silenzio dove l’unica cosa che riuscivo ad ascoltare era il battito del mio cuore. Una volta arrivato a terra, in totale sicurezza dopo aver ultimato le procedure e riconsegnato i materiali, era li che si manifestava tutta quella gioia e quel piacere nell’abbraccio con gli amici di avventure.

Il lancio più pericoloso che ha fatto?
Sta di fatto che il paracadutismo è un attività con un fattore di rischio intrinseco, che bisogna accettarlo. Ho avuto il piacere di effettuare nel Novembre del 2016, un’attività congiunta con il personale 173^ Airborne Brigade americana di Vicenza. Ricordo che la sveglia suonò al mattino presto, quel giorno, l’arrivo in base era previsto nella prima mattinata e ad attenderci c’erano i Direttori di Lancio americani e gli istruttori. Al nostro arrivo fummo separati in due gruppi, visto il numerico sostenuto, venimmo prontamente affidati alle raccomandazioni degli istruttori presenti che si prodigarono a una lunga spiegazione sulle procedure e sui materiali. Passammo poi ad addestraci con i Direttori di Lancio americani, terminato l’addestramento, si passò ad indossare il paracadute. Paracadute a me totalmente sconosciuto, dato che quella era la prima volta che lo utilizzavo.
Poi cosa accadde?
Ci fu una lunga attesa, dettata dalle condizioni climatiche, sentivo il dispiacere di non saltare dall’aereo sempre più vicino a causa del maltempo. Ormai il sole stava per calare, quando all’improvviso si materializzò un velivolo su cui ci invitarono a salire, attendemmo a bordo con il velivolo acceso sulla pista per un po’ prima di decollare. Al decollo il timore iniziava a logorarmi la mente, ero consapevole di saltare da un velivolo con un paracadute che non avevo mai utilizzato, in una zona lancio a me sconosciuta, senza le luci del giorno e da un altezza inferiore rispetto a quella a me solita. All’apertura delle porte, avevo la bocca asciutta, ma ero troppo curioso di scoprire cosa si celasse al di fuori. Poi fui investito da un vento di orgoglio, di fiducia in me stesso e nel mio addestramento, così senza battere ciglio affrontai il salto in quel cielo colorato di nero. Fuori dal velivolo riconobbi quel silenzio che avevo già provato più volte e compresi che mi sentivo a casa. Quando arrivai a terra, a seguito delle varie procedure e la riconsegna dei materiali, fui davvero contento ed orgoglioso di poter condividere quella gioia che conservavo dentro con i miei colleghi li presenti.

E quello più bello?
Nel Giugno 2019 ho avuto il piacere di effettuare un lancio sul territorio del Niger, davanti ai miei occhi ho avuto il piacere di godere della visione di uno degli scenari più belli del pianeta. All’apertura delle porte, uno spettacolo della natura il fiume Niger, ultimata la virata del velivolo sulla zona lo scenario cambia si colora di rosso con qualche punta di verde qua e là. Con me sull’aereo c’erano tutti i paracadutisti del battaglione nigerino, che si apprestavano ad effettuare il loro primo lancio, l’umore era davvero alto. Il Direttore di Lancio nigerino da inizio alla sequenza di lancio, in uscita il solito silenzio ma una volta toccato il terreno la gioia dei paracadutisti nigerini è infinita e anche la mia.
Perché ha scelto di diventare un paracadutista della Brigata Folgore?
Abnegazione, sacrificio, perseveranza, professionalità, altruismo, patriottismo, bontà d’animo, starei qui a parlare per ore ed ore, sono parte di quelle caratteristiche che ogni individuo dovrebbe far sue. Il paracadutista custodisce dentro di sé tutte queste caratteristiche. Questa è l’unica motivazione che mi ha spinto in passato a prendere la decisione di diventare un paracadutista. Ho rinunciato ad un impiego più vicino al posto in cui sono cresciuto, ho parlato con la mia famiglia e ho spiegato loro che non avrei mai voluto andare lontano e mettere in discussione il nostro rapporto e anche loro hanno compreso che quello che inseguivo era un sogno e che sarei stato felice solo una volta raggiunto. Oggi sono pienamente soddisfatto di essere un paracadutista, voglio continuare a crescere professionalmente e un domani sarò lieto di trasmettere tutti i valori in cui ho riposto la mia fede alla mia futura famiglia.
Parliamo di missioni internazionali. Quale è stata quella più faticosa, più impegnativa, ma più gratificante?
L’esperienza della Missione Bilaterale di Supporto in Niger, ha rappresentato per me un’esperienza insolita, mi ha messo alla prova. Ho provato quella sofferenza di sentirsi lontano dalla famiglia, dai colleghi e dagli amici più cari a cui non siamo di norma abituati. L’adattamento è una di quelle peculiarità del paracadutista, fortunatamente sono riuscito ad integrarmi con il resto del contingente li presente, sono riuscito a farmi volere bene per il mio operato e per quello che sono. L’unica difficoltà appena arrivato è stata la comunicazione, dato l’utilizzo di una nuova lingua. Ho avuto modo sin da subito di apprendere la nuova tipologia di linguaggio e sono riuscito con il tempo ad interagire nel migliore dei modi con tutti. Sono rimasto stupito di quanta sofferenza è presente nel mondo, cosa di cui non ero al corrente, i militari nigerini con cui ho avuto modo di collaborare vivono di poco, hanno un piccolo salario sufficiente a garantire i beni di prima necessità per la loro famiglia e di certo non navigano nel lusso.
Quale è stato il contributo della Brigata Folgore?
Il contributo della Brigata Paracadutisti Folgore è stato fondamentale per la formazione di base dei militari nigerini e la ripresa dell’attività aviolancistica sul territorio, che ormai da più di dieci anni non aveva più avuto modo di essere svolta, causa l’impossibilità di addestrarsi e la mancanza dei velivoli. Il contingente della missione ha lavorato tantissimo, l’Italia è riuscita a donare medicinali, cibo, beni di vestiario, autoveicoli di utilizzo militare ecc. Con alcuni dei militari nigerini nel quotidiano ci sentiamo telefonicamente, ho lasciato un bel ricordo di me. Hanno davvero un grande cuore e riescono ad accontentarsi pur vivendo con molto poco. Questa esperienza mi ha fatto capire quanto siamo fortunati noi occidentali.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports
Foto Esercito Italiano