Fra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta, muoveva i primi passi, nel campo di via Leonardo Da Vinci, con la maglia delle giovanili della squadra aziendale dell’AMAT.
Oggi, a distanza di 30 anni dalla vittoria della classifica dei cannonieri del Mondiale di Italia ’90, Totò Schillaci riceve un trofeo e, soprattutto, l’abbraccio delle “vecchie glorie” di una squadra veramente forte.
Ed è lo stesso Totò Schillaci a parlare di “squadruni” esaltando il tasso tecnico e i tanti sacrifici che fecero grande la squadra dell’Azienda Municipale Auto Trasporti di Palermo.
“Era allucinante il tasso tecnico di quella squadra che nel campionato interregionale era davvero imbattibile. Oggi quei giocatori avrebbero fatto le fortune di tante squadre” afferma Totò Schillaci.
Presenti alla cerimonia il presidente dell’Amat Michele Cimino, l’assessore allo Sport Paolo Petralia, il direttore tecnico del settore giovanile del Palermo Leandro Rinaudo e il responsabile organizzativo del settore giovanile del Palermo Rosario Argento.
“Il ringraziamento più grande lo voglio comunque fare all’AMAT che, oltre a portarmi fortuna per la carriera, ha deciso di organizzare questa bella iniziativa” continua Schillaci.
Una iniziativa in ricordo di quando 30 anni fa aveva spinto, partendo dalla panchina e a suon di goal, l’Italia sino al terzo posto. Come EmmeReports gli abbiamo chiesto qualche impressione di allora.
Totò, non eri di certo la prima scelta del mister Vicini?
Il Mondiale Italia ’90 è stato un momento importante e fortunato della mia carriera calcistica. Sin dal ritiro e dagli allenamenti, ho cercato di mettere in difficoltà il mister, riuscendo così a farmi portare in panchina.
Non puoi però spiegare 6 goal in un mondiale con la fortuna?
Ovviamente ho dato sempre il massimo, ma se in quella partita l’Italia avesse segnato (Italia-Austria, 9-6-1990) non sarei mai entrato per fare goal.
E poi altri 5 che ti hanno regalato il titolo di capocannoniere dei Mondiali.
Sì, sempre sfruttando le occasioni che mi venivano concesse. Mi state chiedendo se me lo aspettavo? Devo essere sincero ti rispondo di “no”, non me lo sarei mai aspettato.
Sin dagli esordi nella squadra dell’AMAT il mio sogno, come quello di tanti miei compagni, era diventare calciatore professionista; ma mai avrei immaginato di arrivare a tanto.
Totò Schillaci è un palermitano che non ha trovato fortuna, “calcisticamente parlando”, nella sua città di origine ma di cui è tifoso.
“Sono contento che il Palermo abbia vinto il campionato e ovviamente faccio il tifo per questa società che ha il merito di aver preso la squadra in difficoltà e di averla portata dopo un anno in Lega Pro. Ora dovrà fare una squadra competitiva e sono molto fiducioso che alla fine ci riesca” ha proseguito Schillaci che gestisce un centro sportivo giovanile e che si augura possa contribuire, sempre che la società di Mirri voglia, con qualche giovane di talento.
A proposito di giovani, ci sapresti indicare qualche futuro Totò Schillaci?
Non faccio mai paragoni, spero solo che la mia esperienza calcistica sia da esempio per qualche ragazzo che possa realizzare il suo sogno, come ho fatto io. Rispetto ai miei tempi, si è perso un po’ il senso del sacrificio tra i giovani, ma sicuramente non è difficile trovare giocatori di talento.
Lasciamo Totò Schillaci ai selfies e ai saluti, dei tanti intervenuti oggi in via Roccazzo, strappandogli però un ultimo aneddoto di quando vestiva la maglia dell’AMAT.
“Sicuramente quello di U’ Zio Pauluzzo che mi promise per ogni goal 2 mila lire… Io ne facevo 3/4 a partita e nonostante tutto era sempre contento di uscire quel premio partita la domenica” conclude Schillaci continuando a ringraziare l’AMAT per questa bellissima iniziativa.
di Antonio Melita – EmmeReports