Oggi presentiamo Tiziana Viola Massa, artista siciliana, dal tratto sicuro capace d’indagare e fissare il corpo umano, pregio così raro nell’arte dei giorni nostri.
Vorrei ci spiegasse il ruolo del sacro, prima di parlare del gioco. Mi sembra, infatti, che dia gran peso a questo tema che è il nocciolo e la costante della Biennale.
Il Sacro è il punto d’arrivo della mia ricerca, come è stato anche momento importante della mia formazione: mi sono laureata in pittura all’Accademia e in Arte Sacra Contemporanea. Per questo posso dire che BIAS è un’ottima occasione per fare comprendere alle persone che il Sacro si trova in ogni contesto dove vibrano umanità e rispetto, bellezza e solidarietà.
Il Sacro è questo, non ciò che comunemente ci si aspetta di vedere. Il Sacro è prendersi cura dell’altro e dare un messaggio di speranza e di vita, attraverso la comunione di molte religioni.
Questo l’ho imparato attraverso la mia laurea in Arte Sacra Contemporanea, ma da artista non posso che confermarlo e sottolineo che l’arte sacra non va mai improvvisata, deve avere la forza e la coscienza per ricondurci ad un messaggio primordiale; deve riscoprire l’essenza più vera di ogni essere umano, attraverso la storia, la ricerca, la spiritualità.
Dal Sacro all’Arte: un binomio necessario?
Credo di sì. Se si percepisce il Sacro la sua espressione non può assumere altra forma. L’arte per me è necessità, voglia di raccontare attraverso il colore, voglia di trasformare anche un qualsiasi dolore in un momento costruttivo di miglioramento, mutamento, rinascita e per me non è mai fatta a caso … non è mai lasciata fine a se stessa. Sono tanti anni ormai che faccio questo lavoro ma ho imparato che finché avrò voglia di mettere tutta me stessa in una tela cercando di veicolare un messaggio non sarà mai un lavoro ma pura passione.
E aggiungo continua ricerca, perché non esiste la formula perfetta ma la necessità di sperimentare tecniche diverse attraverso assemblaggi e contaminazioni di materiali: i miei fili ed il mio stucco interrompono il realismo delle figure facendole quasi diventare un tutt’uno con lo sfondo.
Passiamo adesso al Gioco e al Tempo, tema della Biennale 2020. Come ha raccolto questa sfida?
Premetto che mi piace interpretare la parte più intima di un essere umano, scavare dentro ogni ritratto e raccontare ciò che viviamo ogni giorno. La mia opera, anzi le mie due opere esposte, si intitolano: Sospesa io e L’Altalena.
L’altalena è il primordiale simbolo ludico, il primo gioco che ogni essere umano sperimenta da bambino, in realtà è un movimento oscillatorio che ci riconduce al dondolio di un ventre materno, culla sacra dell’ essere umano.
Ha avuto particolare importanza la scelta di presentare queste sue due opere qui, nel capoluogo siciliano?
Esporre a Palermo per me è come tornare sempre a casa, ho esposto in molte collettive in giro per l’Italia anche se spesso non mi sposto fisicamente, ma le mie opere viaggiano molto e quindi esporre a Palermo, è mantenere sempre un profondo legame affettivo con la nostra città e le nostre radici.
Alla fine Tiziana Viola Massa, il cui tratto così attento mi riporta col pensiero alle nitide grafiche di Riccardo Mannelli, sembra non volerci svelare veramente quale sia il gioco che si nasconde dietro questi quadri. Forse perché vuole che ci arrivi l’osservatore, che si vede raccontato in queste figure. Tutto così diviene da ineffabile, semplice: guardando ci riconosciamo, prendiamo consapevolezza della nostra fragile e meravigliosa realtà, scopriamo il Sacro che c’è in noi, fatto di umanità e rispetto, bellezza e solidarietà.
Tiziana Viola Massa a Bias 2020 Palermo Loggiato San Bartolomeo fino al 12 settembre 2020
di Massimiliano Reggiani – EmmeReports