Oggi presentiamo Judith Boy, creativa tedesca, che lavora per un’opera d’arte totale, dove l’umana curiosità e il gioco sono l’anima e la spinta per realizzare le sue opere. Tutto quanto stimola e affascina, tutto quello che può trasmettere emozioni diventa oggetto d’interesse e parte del messaggio, trovando nella creatività dell’artista un valore e una forza imprevedibili. Per questo motivo Judith Boy integra spesso nelle proprie creazioni materiali dimenticati, scarti e rifiuti cui dare una nuova ragione di vita.
(versione in inglese dell’intervista)
Chi sei tu, come Artista?
Sono una pittrice contemporanea, realizzo opere, installazioni e performance. A volte creo anche oggetti d’arte da indossare: Lavoro fra Germania e Italia, in questa soprattutto in Sicilia, ma sono presente anche a livello internazionale.
Cosa significa per te esporre a Palermo?
Sono contenta di esporre a Palermo perché è la mia seconda casa: è piena di magia, di gioia, di bellezza e amore. È una città capace di distrarti, piena di vita. Io adoro Palermo! È il mio posto di lavoro preferito, soprattutto è una miniera di materiale con cui costruire le mie opere e adoro il suo mare che è meraviglioso.
Come leghi la tua opera al gioco?
Il gioco di per sé è creatività, The Game is the Artwork! e anche l’opera d’arte è il risultato della creatività, quindi del gioco. La mia è una pittura contemporanea, Fauves: selvaggio. Colori acrilici su di un oggetto recuperato, tende persiane combinate con parti di una rete di pescatori, raccolte in spiaggia a Palermo. Una pittura con una forte impronta filosofica, perché mette al centro la volontà creatrice dell’uomo, perché riflette il messaggio del Rinascimento.
Ho dato una seconda vita ad un oggetto ritenuto ormai inutile, del materiale che era stato gettato via. Poi, improvvisamente, la vita dopo la morte attraverso un’opera d’arte, che è nata dal suo riuso come elemento della danza. Lo potete vedere in questo video. Da questa appropriazione, dalla sinergia, l’oggetto si trasforma nella mia opera d’arte!
Mi dai la tua definizione di arte?
L’arte è per me l’aspetto intuitivo, la conoscenza individuale, la comprensione di qualsiasi cosa nell’universo ma anche l’immersione emotiva, l’esplorazione di materiali, di mondi reali e irreali. L’arte aiuta la trasformazione, la possibilità per l’individuo di creare pezzi unici. Tutto il mondo, il cosmo possono vibrare in un’opera d’arte, piccola o grande. L’arte può essere tutto e ovunque, sta ad ognuno di noi creare la tessera del mosaico di un mondo migliore. Creiamo Arte invece della Guerra!
Cosa rappresenta per te Bias?
BIAS è un’iniziativa eccezionale, molto stimolante anche grazie alla sua buona organizzazione, al suo capitale umano. In questa Biennale tutto è non convenzionale, di mentalità aperta, davvero contemporaneo e ben miscelato. Mi sono sentita a mio agio, le persone sono simpatiche e spero di prendere parte anche alla prossima edizione. Per me una delle esperienze artistiche più belle, così stimolante per i miei lavori filosofici: una specie di paradiso e necessità dell’anima. Anche il luogo di esposizione è molto bello. In chiusura voglio mandare un saluto a Chiara, a tutti gli organizzatori e a tutti gli altri artisti!
Judith Boy, l’arte come stimolo di vita, come slancio di comunicazione.
(versione in inglese dell’intervista)
Judith Boy a BIAS 2020 Palermo Loggiato di San Bartolomeo fino al 12 settembre 2020 (chiuso da lunedì 10 agosto a domenica 16 agosto 2020)

di Massimiliano Reggiani – EmmeReports