Non si capisce perché Palermo, la nostra bellissima città, non riesca mai a trovare una soluzione definitiva ai suoi problemi. Cumuli di immondizia sparsi in molte zone della città, ZTL, parcheggi a pagamento ormai dovunque, strisce ciclabili che, per magia, nascono nel cuore della notte, disegnando strani percorsi per biciclette quasi inesistenti e riducendo la carreggiata agli automobilisti, ormai additati come persone cattive e da punire perché inquinano e danneggiano l’ambiente.
Un’altra caratteristica della nostra amata città sono i cantieri perenni, di cui si conosce l’inizio ma mai la fine e che, nonostante le gare di appalto iniziali affidino i lavori a determinate ditte, a un certo punto queste vengono sostituite da nuove.
Uno dei cantieri che sta causando non pochi disagi alle persone che vivono nelle vicinanze è quello di via Sicilia, aperto cinque anni fa e non ancora chiuso. A quanto pare i lavori sono stati sospesi per dare priorità al cantiere di piazza Politeama. Forse dovrebbero riprendere a gennaio e non si sa se termineranno a giugno. Chi ne piange le conseguenze di questo disordine, sono soprattutto gli esercenti, che da come hanno dichiarato, non sono stati avvisati della suddetta sospensione.
La via Sicilia è una strada di Palermo abbastanza nota per lo storico bar omonimo, un punto di riferimento per molti palermitani e non solo, che negli anni si sono fermati per fare colazione o per comprare le sigarette. Oggi i suoi tavolini sono pressoché vuoti e non solo per colpa del coronavirus.
“Abbiamo dovuto licenziare parecchie persone e siamo in condizioni veramente disastrose” ha detto Gianfranco Palmeri, titolare del Bar Sicilia. “Dopo gli ultimi interventi speravamo che la strada potesse essere riaperta, ma lunedì scorso hanno richiuso per l’ennesima volta il cantiere” ha continuato il Sig. Palmeri, che nel corso degli anni ha ristrutturato il suo locale nella speranza che venisse riaperta la strada.
“Siamo veramente con i nervi tesi” ha affermato il titolare del Bar Sicilia, non nascondendo la paura per il futuro della sua famiglia e quello dei suoi dipendenti.
A quanto si apprende i lavori sono stati sospesi in via Sicilia per spingere quelli di piazza Politeama. “Vorrei capire la differenza tra via Sicilia e Politeama” ha detto il Sig. Palmeri “Siamo forse cittadini di serie B o C? Anche noi paghiamo le tasse, come i colleghi del Politeama” contro i quali precisa di non avere nulla, perché è giusto che anche gli esercenti del centro storico risolvano i loro problemi economici.
“Ci sono aree della città che hanno maggiori diritti a far vivere i residenti e le attività stesse, dove si sono concentrate le maestranze?” ha dichiarato Vincenzo Figuccia, deputato dell’ARS.
“Vorremmo solo che riprendessero al più presto questi lavori, per dare un senso alla nostra vita, alla nostra attività, perché siamo veramente al collasso” ha concluso il Sig. Palmieri. Alcuni imprenditori, convinti che i lavori venissero ultimati, hanno avviato dei negozi nella strada chiusa da cinque anni. Strada e zona dove c’è anche un problema di parcheggio e quei pochi posti disponibili sono pure a pagamento.
Convinti di ottenere giustizia e fiduciosi nella magistratura, gli esercenti di via Sicilia, stanno tentando di far valere i propri interessi e i propri diritti, affidandosi all’avvocato Giuseppe Emanuele Greco.
“Abbiamo ricevuto mandato qualche annetto fa per ottenere giustizia e ripagare tutti i danni che hanno subito queste persone” ha dichiarato l’avvocato Greco.
“Non riusciranno mai a recuperare lontanamente quello che hanno subito, perché l’aspetto economico certamente non potrà dare mai giustizia. Ma questo non toglie il fatto che tutto quello che queste persone hanno passato e continuano a passare, mai nessuno potrà ripagarlo. L’aspetto più triste è questi esercenti sono davvero abbandonati” ha continuato Greco.
“Auspico davvero che questi lavori possano riprendere, anche se tutto quello che hanno detto fino ad ora, non è stato mai mantenuto. Dovevano chiudere nel 2017 come da progetto iniziale. Siamo nel 2020, forse riprendono a gennaio e forse chiudono nel 2021”.
di Francesco Militello Mirto – EmmeReports