Oltre al bellissimo striscione degli ultras della Curva Nord 12: “Ci sono perché ci credo, ci sono anche se non ti vedo”, c’è forse qualcos’altro da salvare nel Palermo che oggi ha rimediato una figuraccia contro l’Avellino di mister Braglia?
Direi proprio di no: nulla, neanche il vano generoso prodigarsi di Odjer, nell’insolito ruolo di play maker e di capitan Accardi, che fra l’alto non avrebbe giocato se Marconi non si fosse bloccato poco prima di entrare in campo.
Un Palermo evanescente, tutta corsa ma in gran parte sprecata e, davanti a lui, invece, un Avellino ben disposto sul prato verde, fluido nel palleggio e puntuale nel pressing sul portatore di palla rosanero. E soprattutto, capace di difendere e contrattaccare con rapide manovre e improvvise verticalizzazioni.
Insomma, non poteva esser peggio di così il mio ritorno allo Stadio, dopo otto mesi di… esilio forzato: colpa di un Palermo senza gioco e senza gambe (gli irpini arrivavano sempre primi sulle seconde palle) e, soprattutto, senz’anima.
Non sto qui ad assegnare colpe precise a tizio e a caio, cominciando, com’è prassi nel calcio, dall’allenatore, dico solo che questo Palermo, così come l’ho visto oggi, non ha dove andare perché la sua caratura di squadra, che – chissà perché – molti volevano solida e affidabile, invece è fragile e inconsistente. Così fragile e inconsistente che, se non si dà una regolata, il massimo che potrà ottenere sarà una dignitosa salvezza.
Catastrofico? Può darsi, perché brucia ancora troppo la sconfitta subita, un 2-0 ineccepibile che poteva solo cambiare in peggio (per noi) se solo l’Avellino lo avesse davvero voluto. Invece, sin dal gol del vantaggio di D’Angelo, ha pensato più a controllare l’avversario che ad affondare i colpi. Almeno per tutto il primo tempo perché poi, resisi conto dell’inconsistenza dei tentativi offensivi del Palermo, i ragazzi di Braglia sono ripartiti con spunti in velocità, siglando il gol del definitivo K.O.
Tutto da rifare, dunque, dopo la buona prova di Terni, che un po’ ci aveva illusi tutti, ma una cosa è giocare di rimessa come abbiamo fatto mercoledì scorso, un’altra è dover fare la partita e lasciare all’avversari gli spazi fatali del contropiede.
Ma siccome non sono – e tanto meno mi considero – un allenatore, non sto qui a suggerire cambi tecno-tattici a Boscaglia, che sa ben fare il suo mestiere e, quindi, non ne ha bisogno. Mi chiedo, però, perché tenere relegato in panchina per settanta minuti Silipo e insistere, invece, per novantacinque minuti con un Luperini palesemente sulle gambe perché a corto di preparazione? E’ norma elementare del calcio, dalla terza categoria alla massima serie, che un giocatore, pur bravo che sia, non deve entrare in campo, se non è a posto fisicamente.
Avrei anche qualcos’altro da ridire circa l’undici iniziale del Palermo di oggi, ma me lo risparmio per non dovermi rimangiare gli elogi fatti a Boscaglia dopo lo 0-0 di Terni, convinto come sono che una giornata sbagliata può capitare non solo alla squadra ma anche al suo allenatore.
Aggiungo un’altra chicca che mi ‘sfruculia nel cervello: la differenza tra le due squadre l’hanno fatta i numeri 27 dell’una e dell’altra: quello dell’Avellino, il palermitano di nascita Santo D’Angelo, ha siglato il primo gol con uno scatto degno di un passista su buco centrale rosanero; quello del Palermo, invece, parlo del neo acquisto Gregorio Luperini, ha deluso profondamente, non entrando mai in partita; anzi peggio: non trovando mai la giusta posizione in campo. E dire che è un gran bel giocatore, centrocampista duttile, capace di giostrare da mezzala così come da trequartista.
Oggi non ha fatto né l’uno né l’altro, ha solo corricchiato senza meta né costrutto come in cerca prima di se stesso che della palla.
Tabellino
Palermo
Pelagotti; Peretti, Lancini, Accardi (cap.); Doda (dal 20’, Kanouté), Odjer, Broh, (dal 18’ s.t. Santana),Luperini, Valente; Rauti (dal 26’ s.t. Silipo), Lucca (dal 18’ s.t. Saraniti).
Avellino
Forte; Silvestri L., Miceli (cap.), Rocchi; Ciancio (dal 30’, Pizzo), De Francesco, D’Angelo, Aloi (dal 18’ s.t. Silvestri M.), Burgio (5’ s.t. Zito); Fella (dal 30’ s.t., Bernadotti), Santaniello (dal 30’ s.t. Maniero).
Gol: al 20’ p.t. D’Angelo e all’11’ s.t. Fella).
di Benvenuto Caminiti – EmmeReports
(foto Francesco Militello Mirto)