Quante anime può avere il disagio a Palermo? La risposta è tante e lo si è visto la scorsa notte durante la protesta lanciata dai ristoratori contro le ordinanze comunali, regionali e nazionali ritenute eccessivamente “restrittive”.
Alla chiusura prevista, sino a ieri, per la mezzanotte sono partiti dai loro locali per arrivare fino a Palazzo d’Orleans dove hanno trovato un centinaio di altri manifestanti controllati a vista dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa.
Il presidio “non autorizzato” lanciato dal tam tam del pomeriggio si è quindi ingrossato di tanti altri palermitani, apparentemente diversi ma accomunati dalla stessa rabbia “per delle misure che, nel nome del diritto alla salute, sacrificano quello del lavoro e dell’arrivare a fine mese”.
Presente il gruppo riconducibile al forzanovista Massimo Ursino che ha rivendicato il diritto ad assembrarsi contro il terrorismo del Governo aiutato dai media.
“Siamo brave persone che non si arrendono a questo sistema che ci ha chiuso in questi mesi come dei topi in gabbia” ha urlato al megafono Ursino che ha poi passato in rassegna le anime a cui si faceva prima riferimento: le partite iva, i lavoratori, gli animatori, i grossisti alimentari e i disoccupati.
Presente anche lo chef Natale Giunta che, nonostante un comunicato ufficiale lo vedesse come il nuovo coordinatore del Popolo delle Partite Iva per l’Italia Libera, non ha confermato dicendosi comunque possibilista: “Ne stiamo ancora parlando, ma se posso dare una mano a chi non ha uno stipendio fisso lo faccio con piacere”.
Anime di un disagio che si scontra “verbalmente” nel difendere o meno l’operato degli agenti messi a difesa del Palazzo della Presidenza della Regione Siciliana divenuto, in questa notte, obiettivo sensibile.
La protesta scorre via tra gli insulti rivolti a Leoluca Orlando, Nello Musumeci e Giuseppe Conte e la presa di distanza dei ristoratori che, non riuscendo a gestire la piazza, decidono di abbandonare dopo un po’.
Il gruppo più “arrabbiato” rimane ancora qualche minuto a fronteggiare lo schieramento di polizia ma, rinviando l’appuntamento ad altre mobilitazioni, alla spicciolata si allontana – intorno alle 2 di notte – finalmente da Piazza Indipendenza.
di Antonio Melita e Francesco Militello Mirto – EmmeReports