Gli esuli della Venezia Giulia e Dalmazia residenti in Sicilia, alla presenza delle massime autorità civili e militari, si sono riuniti davanti alla stele che rappresenta il Carso con le sue Foibe, in via Ludovico Bianchini, per ricordare gli Italiani vittime degli orrori commessi dai comunisti jugoslavi del maresciallo Tito, alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
“Anche se ero un ragazzino di otto anni, ho visto e mi ricordo tanto. Oggi devo ringraziare tutti e specialmente i più giovani, perché avranno più tempo di raccontare di noi, noi anziani ce ne andremo” ha esordito Gino Zambiasi, Presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia di Palermo, che rappresenta gli Italiani fuggiti dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia alla fine della Seconda Guerra Mondiale, sotto la spinta della pulizia etnica delle milizie jugoslave.
“Il massacro delle Foibe, gli orrori compiuti nei confronti di migliaia di italiani in Istria e nella Dalmazia, durante la Seconda Guerra Mondiale e anche dopo la sua fine, sono stati a lungo dimenticati dalla storia” ha dichiarato Angela Foti, Vice Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana e deputata regionale di Attiva Sicilia, insieme a Elena Pagana, Valentina Palmeri, Sergio Tancredi e Matteo Mangiacavallo. “Una tragedia che al pari di tante altre deve unire gli italiani nel ricordo e diventare monito affinché la nostra società progredisca verso un sempre maggior rispetto delle minoranze” hanno spiegato i deputati regionali.
“La commemorazione delle Foibe restituisce parità e pari considerazione a quanti hanno trovato nel secondo conflitto mondiale una morte violenta, per effetto di guerre partigiane” ha dichiarato l’Assessore Regionale all’Istruzione e Formazione Professionale Roberto Lagalla, “Il reflusso che si è determinato nelle zone dell’Istria e della Dalmazia dopo la Seconda Guerra Mondiale è rimasto celato per troppo tempo e oggi è emerso in tutta la sua dimensione storica e credo che questo serva e sia necessario, non solo per fare memoria, ma anche per affidare progetti utili ai fini della conoscenza di queste realtà, nelle scuole, negli istituti d’istruzione, perché fatti come questi non abbiano mai a ripetersi nella vita” ha aggiunto Lagalla.
“Oggi celebriamo il Giorno del Ricordo per conservare la memoria sull’immane tragedia degli Italiani e di tutte le vittime delle Foibe, le fosse comuni nelle quali al confine nord-orientale furono massacrate migliaia di persone ad opera dei partigiani comunisti jugoslavi del maresciallo Tito. Parlare di Foibe, se da un lato è come riaprire e rinnovare un dolore quasi inenarrabile, dall’altro è, invece, come squarciare un velo su una terribile verità che, per oltre mezzo secolo, è stata taciuta con un’operazione abile e scientifica” ha dichiarato l’Assessore Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà.
“Da Assessore dei Beni Culturali e, soprattutto, in questo particolare caso, dell’Identità Siciliana, leggo nelle Foibe l’annientamento di vitali comunità e la cancellazione di ogni singolo essere che vi apparteneva e della sua storia” ha aggiunto Samonà. “È un dovere morale e un atto di giustizia ricordare gli oltre 400 siciliani che in quelle terre hanno trovato la morte. Parafrasando Jorge Luis Borges, dobbiamo sempre tenere in mente che «noi siamo la nostra memoria» che, fatta, spesso, di specchi rotti, dobbiamo assolutamente rendere infrangibili”.
“L’amministrazione comunale è presente a questa iniziativa che fa memoria delle vittime delle foibe, che sono una pagina terribile, drammatica della storia del nostro Paese che dopo molti anni di rimozione e di silenzio torna ad essere ricordata, accomunando le vittime delle foibe e le tante vittime della violenza” ha affermato il Sindaco Leoluca Orlando. “Una conferma ulteriore dell’applicazione e dell’attuazione della Costituzione repubblicana che riconosce i diritti di libertà e i diritti alla vita di tutti e di ciascuno. Una presenza doverosa e costante, istituzionale ma anche umana e personale”.
“Il Giorno del Ricordo è una ricorrenza del nostro calendario civile, sono le pietre di inciampo che la Repubblica propone a tutti i cittadini per un momento di riflessione su quello che è stato e soprattutto sugli impegni che la Costituzione ci impone oggi” ha dichiarato il Prefetto di Palermo Giuseppe Forlani. “Una restituzione che viene data ai tanti Italiani che in quegli anni hanno subito la violenza nazionalista. Va conservata proprio la dimensione europea che consente di poter affrontare senza riserve la storia di questa di vicenda e soprattutto a tutti noi ricordare l’importanza del riconoscimento reciproco, anche delle minoranze”.
“Oggi ricordiamo le migliaia di cittadini perseguitati e uccisi, soltanto perché erano italiani, dal regime comunista di Tito. Condivido la definizione sciagura nazionale, data alle foibe dal Presidente Mattarella. Ma oltre alla sciagura si è aggiunto il colpevole silenzio e la negazione di una parte della politica italiana che per oltre 50 anni ha nascosto la verità”. Lo ha scritto in una nota il Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Gianfranco Miccichè nel giorno della commemorazione delle vittime della strage delle foibe.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports