Prima di internet, App e Wi-Fi, i fattorini erano tipicamente dei dipendenti, spesso in nero, della pizzeria o del ristorante di cui consegnavano i prodotti. Oggi le piattaforme online offrono servizi di intermediazione, sostanzialmente connettendo i tre protagonisti dell’attuale mercato, il consumatore, il ristorante e il Rider, il moderno fattorino, che non dipende più dall’esercizio commerciale, ma, in realtà, neanche dalla piattaforma che gestisce il servizio.
I moderni Rider sono ragazze e ragazzi, donne e uomini, con un’età compresa tra i 18 e i 65 anni, con la partita IVA alcuni, collaboratori occasionali altri. Le consegne a domicilio, le fanno con le loro biciclette e, quelli più fortunati, con le moto, ovviamente la benzina o l’assicurazione è a carico loro.
Questi professionisti del Food delivery possono guadagnare dai 300 ai 1500 euro al mese, ma dipende dal numero di consegne e ore di lavoro che svolgono. Ovviamente più consegne fanno e più guadagnano. Solo nel 2020 gli è stato riconosciuto l’infortunio sul lavoro dall’INAIL, con indennità comunque sempre molto basse, se si pensa che lavorano su due ruote, su strada e con qualunque condizione meteo. Anzi, quando la pioggia scende copiosa e fa freddo, la gente è anche più propensa a stare a casa e ordinare la cena. Inoltre, sono sempre a contatto con persone, quindi rischiano di essere contagiati o essere loro stessi veicolo di trasmissione del Covid-19. Nonostante questo non sono stati inseriti tra le categorie a rischio del programma di vaccinazione nazionale.
“Sono dei ragazzi giovani e meno giovani, che portano avanti un servizio importante e che meritano dei diritti, perché fanno un lavoro difficile e non possono continuare a lavorare con la pandemia, senza avere una paga oraria, senza avere la possibilità di prendersi una giornata di ferie, senza avere pagata la malattia” ha spiegato a EmmeReports, Andrea Gattuso, segretario generale Nidil CGIL Palermo.
Oggi pomeriggio i Rider di Palermo hanno spento i loro motorini e hanno protestato, per chiedere un contratto collettivo nazionale, una giusta paga e una maggiore dignità per il loro lavoro.
“Quella di oggi è una importantissima lotta, che nel nostro paese deve avere un riconoscimento” ha dichiarato Giovanna Marano, assessore alla scuola del Comune di Palermo, presente alla manifestazione. “Anche prima della pandemia, pensavo che i Rider fossero un soggetto a cui riconoscere i diritti. È veramente inaccettabile che ancora non ci sia un riconoscimento vero, formale di questa professione” ha continuato la Marano, aggiungendo che è auspicabile che il Governo Nazionale e il nuovo ministro del lavoro possano definire un contratto di lavoro che possa tutelare chi, durante questo lungo anno di pandemia, ha curato, dal punto di vista alimentare e in condizioni molto discutibili dal punto del rischio della propria salute, la possibilità di essere alimentati. “Non c’è bisogno di immaginare nuovi diritti, basta semplicemente pensare che questo non può essere un lavoro svolto a cottimo e che abbia un riconoscimento formale” ha affermato Giovanna Marano.
Tra i Rider presenti oggi, Marco Tuttolomondo, 49 anni, sicuramente non tra i “più giovani” delivery man di Palermo: “Ho iniziato a fare questo lavoro dopo essere tornato da Londra, dove facevo l’autista di minibus per bambini. Rientrato a Palermo, ho ripreso a consegnare pizza e polli per poter fare la spesa! Solo che mi pagavano 10 euro per un turno di circa 5-6 ore. Dopo aver visto un mio collega con lo zaino giallo sulle spalle, decisi di provarci anche io, visto che si guadagnava meglio”.
Come ha raccontato poi Marco a EmmeReports, il lavoro di Raider comporta tanti disagi, come dover mangiare al volo, fare lunghe code nei ristoranti convenzionati il sabato sera, per soddisfare le richieste dei clienti o aspettare anche per ore sotto la pioggia, in attesa che il responsabile della chat del servizio, ti dica, dalla Romania, l’indirizzo esatto del cliente.
Quando piove, l’azienda che gestisce il servizio di Food Delivery, aggiunge 1,50 euro al cliente, ma al Rider, andrà solo il 10% di quanto guadagnerà in quell’ordine. Quindi se guadagna, ad esempio, 4 euro, per andare da A a B, gli andranno solo 0,40 centesimi.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports
Comments 1