Questa mattina migliaia di studenti sono scesi in piazza a Palermo per il corteo studentesco organizzato dal Coordinamento Studenti Palermitani. Sfidando il nuovo decreto anti-rave del Governo Meloni, hanno raggiunto il concentramento partendo dalle scuole con cortei non autorizzati, bloccando il traffico e la circolazione. Gli studenti del Piazza in più di 50 hanno invaso la Stazione Centrale.
Oggi è la giornata internazionale degli studenti e in tante città d’Italia i giovani stanno manifestando anche per dire basta morti di alternanza scuola-lavoro e per chiedere al nuovo Ministero, ribattezzano non senza critiche “dell’istruzione e del Merito”, investimenti per le strutture fatiscenti.
A Palermo, nello striscione di testa si legge “Una scuola pubblica e di qualità ce la meritiamo tutti”. Accanto, le facce di Meloni, Salvini e Piantedosi, Ministro degli Interni che ha lavorato al testo del nuovo decreto anti-rave. Ma gli studenti accusano il nuovo Governo di voler usare la norma per colpire le espressioni di dissenso.
“La scusa è quella di bloccare i rave e tutelare l’ordine e la salute pubblica, ma nel testo non si menziona neppure una volta la parola rave e anzi si specifica di voler inasprire le pene a chiunque si rende protagonista di un generico raduno, che prevede l’occupazione di una struttura pubblica o privata e include più di 50 persone. Il criterio è generico e l’applicazione lasciata all’arbitrarietà delle singole questure, che potrebbero usare il decreto contro le occupazioni politiche, portate avanti per ridare vita a un edificio abbandonato, o contro un raduno non autorizzato in piazza per manifestare dissenso. L’obiettivo della norma è proprio colpire e ostacolare le esperienze più organizzate che potrebbero creare opposizione sociale a questo Governo” spiega Giorgio Caruso, portavoce del Coordinamento Studenti Palermitani.
C’è poi la questione legata all’alternanza scuola-lavoro che solo nello scorso ha provocato la morte di tre studenti durante stage lavorativi e la richiesta al nuovo Governo di lavorare per aumentare gli investimenti sulla scuola pubblica.
“Chi decide cosa è il merito dentro il complesso mondo della scuola? Quali sono gli studenti e i professori “meritevoli”? Una scuola pubblica e di qualità, che preveda solo ore di formazione e di studio, senza dover andare nei posti di lavoro a sostituire gratuitamente la manodopera ce la meritiamo tutti. Abbiamo tutti il diritto di studiare in strutture non fatiscenti, a norma e adeguate a ospitarci, vogliamo garantite le condizioni minime per poter scegliere di rimanere in Sicilia e costruire un futuro senza dover emigrare” continua Caruso.
Accanto ai temi di opposizione al nuovo Governo, soprattutto in riferimento al cambio di nome del Ministero, diventato dell’Istruzione e del Merito, ci sono le richieste che gli studenti fanno da anni: «Scendiamo in piazza per dire basta morti di alternanza scuola-lavoro, per pretendere investimenti per le nostre scuole fatiscenti e che rischiano di crollarci addosso dall’oggi al domani, perché vogliamo essere liberi di immaginare un futuro dignitoso nella nostra terra» conclude Caruso.
Di Antonio Melita – EmmeReports