Il Pattugliatore d’Altura Comandante Foscari, dopo aver mollato gli ormeggi dalla Base Navale di Augusta lo scorso 7 gennaio, è entrato a far parte dell’Operazione Gabinia finalizzata a prevenire e contrastare il fenomeno della pirateria nel Golfo di Guinea, uno dei mari del mondo più a rischio per gli attacchi di pirateria, ma allo stesso tempo di estrema rilevanza per il nostro Paese, per la sua stretta connessione con il Mediterraneo ed i forti interessi nazionali correlati. Il fenomeno della pirateria pregiudicando la libertà di navigazione, ostacola la catena produttiva e commerciale internazionale, andando a detrimento dell’economia globale.
La missione dell’unità sarà quella di tutelare gli interessi nazionali e internazionali proteggendo le vie di comunicazioni marittime e di continuare la cooperazione con le Marine Militari dei paesi rivieraschi, per aumentare la reciproca conoscenza e fiducia in favore del miglioramento delle condizioni di sicurezza nelle acque della regione nella quale risiedono interessi strategici per il Paese. L’equipaggio della Marina Militare continuerà inoltre a dare supporto a progetti di collaborazione dal significativo valore sociale e umanitario, come quello la Fondazione Francesca Rava NPH Italia Onlus, trasportando apparecchiature sanitarie destinate agli ospedali africani.
Prima di Nave Foscari, la presenza della Marina Militare nel Golfo di Guinea è stata garantita dal Pattugliatore d’Altura Comandante Borsini, dalle Fregate Rizzo e Marceglia, che hanno raggiunto oltre 230 giorni di navigazione e percorso più di 40.000 miglia nautiche.
Diversi gli interventi in area portati a termine dalle unità navali, come quello di Nave Borsini in soccorso della petroliera B. Ocean (con bandiera delle Isole Marshall) rimasta alla deriva, a circa 300 miglia dalla costa, dopo essere stata attaccata da un gruppo di pirati, oppure, le azioni compiute dalla Fregata Luigi Rizzo nel mese di aprile, al fine di dissuadere i pirati dal persistere nell’attività illecita perpetrata ai danni del mercantile Arch Gabriel.
L’apertura del teatro operativo del Golfo di Guinea è stata decisa dall’autorità politica in base a comprovate esigenze di prevenzione e contrasto della pirateria marittima. Il Golfo di Guinea è infatti internazionalmente considerato molto pericoloso per numero di attacchi e incidenti di pirateria ai danni delle imbarcazioni e degli equipaggi in transito. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, con risoluzione n. 2039 del 2012, ha espresso profonda preoccupazione per la minaccia che la pirateria nel Golfo di Guinea rappresenta per la navigazione internazionale ed ha sollecitato gli stati ad adottare efficaci misure per contrastarla.
È emersa quindi la necessità dell’intervento della Marina Militare nel Golfo di Guinea, in quanto la maritime security rientra tra le sue competenze istituzionali, in particolare la vigilanza a tutela degli interessi nazionali e delle vie di comunicazione marittime al di là del limite esterno del mare territoriale, nonché la protezione degli equipaggi italiani da atti ostili e minacce terroristiche.
La sicurezza marittima, in un contesto geopolitico globalizzato, ha assunto valore strategico, in quanto elemento imprescindibile per la pace ed il benessere economico e sociale della comunità internazionale. Non meno importanti sono le attività di cooperazione delle navi italiane con quelle presenti nella regione, così come le diverse esercitazioni sviluppate con le compagnie armatoriali nazionali, le cui navi mercantili spesso solcano le acque del Golfo di Guinea. Ciò ha permesso di raggiungere nuovi standard di interoperabilità e favorito l’innalzamento del livello di sicurezza nella regione.
Di Redazione – EmmeReports