Salire a bordo di Nave Palinuro, camminare dal ponte al cassero, percepire l’odore che viene dalla cucina misto a quello del legno e del ferro, ti riporta alla mente Master and Commander – The Far Side of the World, film tratto dalla saga letteraria marinaresca d’ambientazione napoleonica di Patrick O’Brian, incentrata sulle avventure del Capitano Jack Aubrey e del medico di bordo Stephen Maturin. Chissà se anche i giovanissimi allievi della Scuola Navale Militare Morosini hanno pensato la stessa cosa quando, per la prima volta, sono saliti a bordo della nave goletta della Marina Militare.
Dal 13 al 17 luglio, in occasione del 399° Festino in onore di Santa Rosalia, la Nave Scuola Palinuro ha fatto sosta nel porto di Palermo, dove hanno terminato ufficialmente il periodo d’imbarco i giovani studenti del primo corso della Scuola Navale Militare Francesco Morosini di Venezia, protagonisti della 59ª Campagna d’Istruzione iniziata da Napoli lo scorso 11 giugno.
“È stata un’esperienza formativa a 360° che mi ha permesso di sperimentare moltissime realtà e di guadagnare un bagaglio di cultura e di conoscenze molto preziose che ci porteremo veramente per tutta la vita”. Lucrezia Conte è un’allieva del primo corso del Morosini. Vuole entrare in Accademia e diventare un pilota di F-35B dell’Aviazione Navale. “Durante i 34 giorni a bordo di Nave Palinuro noi allievi abbiamo avuto l’opportunità di sperimentare diversi ruoli, come le guardie in plancia o il carteggio (l’uso delle carte di navigazione), che ti fa entrare nel mondo della Marina Militare e capire se è proprio quello che vuoi fare in futuro. E per chi di noi deciderà di non continuare nella Forza Armata, resterà veramente un’esperienza che capita una volta nella vita. Il Morosini permette all’allievo di sviluppare qualità dal punto di vista caratteriale, ma anche valori che resteranno per tutta la vita, come la fratellanza che si crea durante tutto il corso”.
Il Palinuro è una “Nave Goletta”. Il termine indica che la nave è armata con tre alberi di cui quello prodiero, detto trinchetto, è armato con vele quadre, mentre gli alberi di maestra e di mezzana sono armati con vele di taglio (rande, frecce e vele di strallo). A questi alberi si aggiunge il bompresso, un quarto albero che sporge quasi orizzontalmente dall’estremità prodiera, anch’esso armato con vele di taglio (fiocchi). La superficie velica complessiva è di circa 1.000 mq, distribuiti su quindici vele. L’altezza degli alberi sul livello del mare è di 35 metri per il trinchetto, 34,5 metri per la maestra e di 30 metri per l’albero di mezzana. Lo scafo, così come gli alberi, è in acciaio chiodato ed è suddiviso in tre ponti. Sotto il ponte principale (detto di coperta) sono ubicati i locali di vita dell’equipaggio e degli Allievi, mentre sopra sono collocate le sovrastrutture del castello prodiero e del cassero poppiero. Sul cassero, all’estrema poppa, è situata la Plancia di Comando, invece al suo interno sono ubicati gli alloggi e i locali di vita degli Ufficiali e dei Sottufficiali, la cucina e il forno.
“La campagna addestrativa al termine del primo anno serve per far familiarizzare gli allievi con la vita di bordo e si fa su una nave maggiore a vela per insegnare i rudimenti della navigazione di tipo tradizionale, naturalmente con le sue fatiche sia mentali che fisiche”, ha spiegato il Capitano di Corvetto Antonio Giulio Mazzola, Comandante del primo corso della Scuola Navale Militare Morosini. “Rappresenta un vero e proprio battesimo del mare per questi giovani allievi che hanno concluso il terzo anno di liceo classico o di liceo scientifico, presso la Scuola Navale Militare Morosini di Venezia”.
Una delle difficoltà incontrate durante la campagna d’istruzione in mare è legata alla gestione degli spazi stretti di una nave a vela. “Tutti gli allievi dormono sulle amache in un unico locale, dove mangiano, studiano e fanno le conferenze”, ha spiegato il Comandante Mazzola. “Quindi per loro la prima difficoltà è sicuramente quella di gestire gli spazi ristretti. Naturalmente vengono subito inseriti nei turni di guardia, quindi viene aggiunta anche la mancanza di sonno. Tutto questo, però, viene compensato dal fatto che vivono un’esperienza veramente unica. Ritengo che vivere momenti di navigazione come le albe e i tramonti in mezzo al mare sia veramente qualcosa di impagabile”.
Nave Palinuro svolge due compiti principali, quello di offrire il supporto necessario alla formazione degli Allievi Sottufficiali e contribuire alla proiezione d’immagine della Marina Militare. Il primo obiettivo si realizza durante le campagne d’istruzione annuali, quando a bordo della nave imbarcano, in aggiunta all’equipaggio, gli Allievi della categoria Nocchiere della seconda classe della Scuola Sottufficiali di Taranto (Mariscuola Taranto) e gli Allievi del primo corso della Scuola Navale Militare Francesco Morosini di Venezia. In questa occasione gli Allievi Marescialli affrontano una navigazione durante la quale sono sottoposti ad un intenso programma di formazione nel settore marinaresco, della sicurezza, condotta della navigazione e nell’ambito etico-militare, mentre per i giovani liceali della Scuola Morosini si tratta della prima esperienza d’imbarco.
“Durante la seconda media ho visto una presentazione delle scuole militari delle quattro Forze Armate”, ha raccontato Corrado Conte, un allievo del primo corso. “Il Morosini spiccava su tutte, anche dal punto di vista dell’immagine. Si vedeva che l’edificio della scuola era costruito bene, aveva spazi aperti e offriva un iter formativo buono”. Abbiamo incontrato Corrado nel quadrato ufficiale di Nave Palinuro, insieme a Lucrezia e il loro Comandante. Il giovane allievo del Morosini è nato in Piemonte, eppure ha sempre avuto un forte legame con il mare, da quando da bambino frequentava una scuola di vela. “Ho scelto la Marina Militare perché vedevo lo spirito di sacrificio che animava questa la Forza Armata e tutta la gente di mare. Vedevo questi ufficiali, questi marinai compiere il loro servizio tutti i giorni e questo mi ha affascinato moltissimo”.
Corrado dopo il Morosini, vuol fare il neurologo, ma nella carriera civile, senza però, escludere la possibilità di diventare un ufficiale medico: “Per il resto della mia vita ricorderò lo spirito di corso che si è formato anche nelle guardie notturne, in cui bisognava vegliare sul cassero nonostante il sonno. Ci si faceva forza e ci si aiutava a vicenda”.
Come ha spiegato il giovane morosiniano, a bordo di Nave Palinuro, si imparano abnegazione, fratellanza e soprattutto. Valori che assimilano grazie al supporto dell’equipaggio della goletta e dei loro istruttori. “Seguiamo gli allievi dal loro ingresso fino al termine del percorso formativo”, ha detto il Capitano di Corvetta Mazzola. “C’è una bella differenza tra come erano a settembre, quando hanno fatto ingresso a scuola e ora! Vederli dei disinvolti marinai rappresenta per noi una gran bella soddisfazione. Crediamo di avere aggiunto un mattoncino nella loro crescita e di questo siamo molto contenti e fieri. Tutto il primo anno ha lo scopo di formare il loro carattere, renderlo pronto ad affrontare tutte le problematiche che la vita gli possa presentare davanti, sia nell’ambito militare che nell’ambito civile. Entrano ragazze e ragazzi e cerchiamo di farli uscire donne e uomini. Questo è il nostro obiettivo”.
Per gli allievi del corso denominato “Virtus” è arrivato il momento di rompere le righe per la meritata licenza estiva al termine di un intenso anno di studi presso la Scuola Navale Militare Morosini di Venezia. Il loro battesimo del mare finisce qui. È il momento dei saluti. Ma prima di riabbracciare le proprie famiglie, un ultimo saluto militare verso la bandiera italiana che, per trentaquattro giorni, ha sventolato sulla nave goletta della Marina Militare. Per il momento le strade si dividono. Ma chissà, un giorno e “con il favore dei venti”, alcuni di questi allievi potrebbero tornare a bordo di Nave Palinuro.
Di Francesco Militello Mirto e Victoria Herranz – EmmeReports