Mentre i giornali si sfidano a colpi di scoop, dettagli e immagini rubate, utili solo ad alimentare la morbosità di molti lettori, ad una settimana dalla passeggiata rumorosa di Non Una di Meno, a Palermo si scende di nuovo in strada in solidarietà con la donna vittima dello stupro del 7 luglio scorso.
Un nuovo corteo contro la volenza contro le donne ha percorso il centro storico di Palermo, dai Quattro Canti al Porta Felice, a pochi metri dal Foro Italico, luogo dello stupro del 7 luglio. Un’iniziativa voluta dal deputato regionale Ismaele La Vardera.
“Mi sento indignato e ho provato quasi vergogna nel sentirmi palermitano”, aveva dichiarato il presidente di Sud chiama nord ad Italpress per annunciare il corteo. “Ho pensato che gli uomini che non ci stanno, debbano metterci la faccia. Io per primo ci metto la faccia, perché le donne non devono essere minimante sfiorante, figuriamoci violentate. Dovremmo essere noi a fare autocritica e iniziare a sensibilizzare sul tema”.
“Mi sarei aspettato una presenza forte di giovani, di ragazzi, di più uomini”, ha dichiarato La Vardera dopo che il corteo ha raggiunto Porta Felice. “L’evento è stato pubblicizzato anche attraverso i media nazionali, quindi, non si poteva non sapere. Mi rivolgo a chi non è venuto. In momenti come questi l’indignazione sui social non basta”.
“Quello di oggi è un momento di riflessione di noi uomini”, ha spiegato il deputato regionale. “Un pensiero che dobbiamo fare noi maschietti, a cui io ho rivolto l’invito ad essere qui. Perché di violenza contro le donne, spesso ne parlano solo le donne. Non c’è mai una sensibilizzazione forte da parte nostra. Dovremmo fare un esame di coscienza”.
Presente al corteo contro la violenza contro le donne, anche il cantautore siciliano Lello Amalfino: “Io sono qui perché sono un masculo, sono un marito, sono un figlio di un padre che ha sempre rispettato mia madre che mi ha insegnato a rispettare la donna, a conquistarla ogni giorno e a non avere mai la certezza che questa donna possa essere posseduta”.
“Mi piacerebbe che su questa vicenda si abbassassero i toni mediatici, che si smettesse di condire di particolari e di far uscire fatti delicatissimi, perché si fa del male a una persona”, ha affermato Rosi Pennino, assessore ed unica rappresentante del Comune di Palermo.
“Non parliamo solo dei giovani, iniziamo a parlare anche delle famiglie e del ruolo educativo del genitore”, ha aggiunto l’assessore. “Perché non possiamo dire che abbiamo una generazione sessualmente deviata se, ad una figlia di tredici anni, invece di dirle che non conosce il suo corpo, le mettiamo i preservativi nella borsa. Dobbiamo riscoprire l’autorevolezza del sistema educativo, l’autorevolezza della possibilità che un sistema educativo della società e delle Istituzioni tornino a dire qualche No”.
“La violenza contro le donne è un problema che riguarda soprattutto gli uomini”, ha dichiarato Angela Fundarò Mattarella, fondatrice del Pool anti-violenza e per la legalità di Palermo. “Ci sarebbe piaciuto che in questo corteo ci fossero anche i vertici istituzionali, perché è un fenomeno che riguarda tutta la società”.
“Giusto dire basta, ma pensiamo anche ai rimedi, partendo dalla famiglia, dalla scuola e dalla Chiesa, che non deve avere vergogna a parlare di sessualità e di linguaggi, ai giovani a cui fanno catechismo”, ha continuato la Dottoressa Fundarò. “Nelle zone della movida occorre maggiore presidio delle forze dell’ordine e se non bastano, ci si rivolge all’Esercito, perché c’è un territorio allo sbando”.
“Il problema della violenza contro le donne è un problema che ci riguarda da vicino”, ha detto Alessandra Pipitone, Direttore della Women Orchestra. “Da un po’ di tempo evito pure di guardare il telegiornale per non provare dolore. Noi donne abbiamo paura a camminare per strada. Noi donne vorremmo non sentire più addosso questa paura, ma volare con le nostre passioni e la nostra voglia di vivere”.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports