Le prime cinque giornate di campionato chiamarle insidiose è un eufemismo: nell’ordine, Teramo, Ternana e Foggia (o Bisceglie), in trasferta; Potenza e Avellino, al “Barbera”.
Ho appena letto il calendario e se dicessi che mi va bene, mentirei spudoratamente. L’inizio è duro, anzi durissimo, ma meglio così: se il dente mi fa male, è inutile che mi lamenti, vado da dentista e… Via il dente, via il dolore. Come dire che, se alla quinta di campionato, noi siamo lì, sul cocuzzolo della montagna, vuol dire che la squadra, al di là delle solite ciance e lamentele pre-mercato, risponde e dice forte e chiaro: “Presente! Per la promozione in B, ci siamo anche noi!”.
Giudicare a priori un campionato buono o cattivo se non è perditempo poco ci manca. I diciannove avversari, prima in casa e poi in trasferta, li devi affrontare, e dirlo prima se conviene cominciare in salita o in discesa, è solo mera teoria: puoi vincere le partite sulla carta (calendario) difficili e perdere quelle facili.
Semmai c’è da considerare che, ad inizio campionato, normalmente le squadre non sono rodate al massimo e, quindi, le sorprese sono dietro l’angolo. D’altronde, cominciare sparati non è sempre buon segno. Ad ogni inizio di campionato, diceva il grande Zeman: “Se vai subito come il vento, ti sfiancherai presto e a primavera, quando arrivano i primi caldi, probabile che scoppi… Bisogna dosare le forze ed averne abbastanza per il rush finale: è lì che si vince (o si perde) la partita!”.
E chiudo qui il mio breve, quasi lapidario, giudizio sul calendario, ammesso che sia lecito giudicare un qualcosa che esiste solo sulla carta… Semmai si possono azzardare delle previsioni, ma me ne guardo bene perché – maghi a parte, ma quelli sono extraterrestri – nulla è più imprevedibile (e impronosticabile) del calcio.
E poi, ognuno lo vede a modo suo, il calcio, che anche per questo è lo sport più popolare che esiste: ognuno, anche l’essere più disastrato al mondo, diventa un superesperto quando si tratta di calcio: sa tutto lui e guai a contraddirlo. Ergo, il calcio come riscatto sociale degli ultimi della terra, per i quali, se vince la squadra del cuore, di giorno, torna a splendere il sole e, di notte, brillano le stelle in cielo.
Questo po’ po’ di panegirico, per dire che sul calcio si può pensare, dire e fare di tutto, e il suo contrario, tanto… Il perdono arriva sempre, anche dopo la peggiore figuraccia per la previsione completamente sbagliata: “Tranquillo, tutti possiamo sbagliare, soprattutto nel calcio perché il pallone è rotondo e non sai mai dove finisce di rotolare o dove e come si fermi all’improvviso o cambi traiettoria per un ciuffo d’erba più alto degli altri…”.
Puntuali arrivano le frecciate sarcastiche dei tifosi rosanero nei confronti dell’odiato nemico catanese: “No, un’u taliavu buonu u calendario, taliavu sulu quannu c’è un derby co Catania… Basta co vinciemu , poi u riestu…”.
Il Catania arriverà al “Barbera” a novembre, alla nona di campionato. Con la speranza che, nel frattempo, avremo domato il Covid e saremo liberi di tornare allo Stadio… E lì, noi tifosi, tutti quelli incravattati della tribuna e quelli col ciuffo ribelle e gli occhi febbrili della curva, dovremo essere almeno in ventimila e tifare come fossimo centomila: se la spinta del tifo è sempre importante, in un derby come quello col Catania, che ritorna dopo anni e anni di assenza, se non è decisiva, poco ci manca.
Ecco, se una cosa sensata si può dire a priori sul calendario è che forse era meglio averlo in trasferta il derby di andata, perché c’è il rischio che loro verranno da noi e noi non saremo al nostro posto e, viceversa, ad aprile, quando restituiremo la visita, troveremo un “Massimino” infuocato come una bolgia infernale.
Ma tant’è… Fare previsioni, come già detto, è spesso solo tempo sprecato: pensiamo invece – e mi rivolgo ai dirigenti – a chiudere meglio possibile il mercato, perché a questo Palermo, così com’è, mancano tre-quattro pedine per fare il “grande passo” e, quindi, da buona squadra diventare ottima e lottare per il vertice della classifica.
di Benvenuto Caminiti – EmmeReports