Le sue tele sono i muri dei mercati popolari di Palermo dove, tra Madri-Madonne, Grete eroine naturali e uomini rivoluzionari, è comparsa una Dea che “gioca” con il coronavirus. Lui è uno street artist siciliano, lui è Tutto e Niente – Temet Nosce.
Nella tua ultima opera muraria troviamo una Sibilla. Quale è il responso che ti auguri di ricevere?
Giorno 7 marzo, prima del divieto di circolazione, in 15 minuti ho deciso di produrre questo lavoro. Mi ricordo che dopo aver publicato le foto un’amica mi ha scritto: “Sembra una mina manipolata come anti-stress da una dea annoiata che vuole giocare col destino dell’umanità!!!”
Bello, un po’ fatalista…
Credo molto nel sistema Natura, un pò come il poeta Pietro Fullone, quindi mi aspetto che il ciclo naturale faccia il suo corso. Come responso? Che questo ultimo mio lavoro possa essere fruibile e leggibile da chiunque vorrà e potrà, con esso interagire.
Sorte e destino. L’uomo (anche in relazione al virus) è quindi esente da ogni responsabilità?
L’uomo non è esente da responsabilità, anzi è esattamente il contrario. Non essendo più da molto tempo in sintonia e in legame con il sistema naturale, e di conseguenza di tutta la Terra, l’Uomo si comporta allo stesso modo di un virus.
Di un virus?
Esatto, questa dissonanza e disarmonia, generata quotidianamente dall’Uomo, attiva dei fattori primordiali in cui la Terra cerca di ritornare all’equilibrio iniziale.
In un post su instagram hai scritto di essere nato nel posto sbagliato. Parlavi di un luogo fisico o di cosa?
Nascere nel posto sbagliato può significare molti concetti. Del resto il mondo in cui nasciamo è uno ed unico, ma allo stesso tempo può essere anche un rimprovero, se in un luogo specifico non fai ciò che potresti fare. Metaforicamente parlando potremmo anche intendere la spiritualità, quell’anima di ogni essere vivente che, a prescindere dalla sua materialità, ha qualcosa di anti-materico. Quel cosa di indefinibile che lo porta a non limitare l’esistenza solo su ciò che è materia.
In questo momento critico qual è il tuo Tutto e il tuo Niente?
In questo momento critico, ma come in tutti gli altri, il tutto e il niente coesistono alla stessa maniera: come la materia e l’anti-materia, come il giorno e la notte. Sono parte entrambi dell’unicità, quindi un tutto e un tutto e niente.
Capo, Danisinni, Ballarò: le tue tele sono i mercati popolari. Qual è il ruolo sociale della street art?
Il mio “ruolo” rispetto ai luoghi dove opero è semplicemente un esserci un far parte di loro, un viverli, più che street-art io lo vedo come atto artistico spontaneo libero. Una capacità di dare, di dire, di identificarsi con il luogo e con tutto il suo tessuto sociale fino alle sue viscere.
Qual è l’opera a cui sei più legato?
Sono legato un pò a tutte le opere e azioni che faccio, dalle primissime alle ultime. Riesco a rileggerci la mia evoluzione, la mia maturazione, l’intensità e la motivazione, per questo lavoro sempre e torno nei luoghi dove ho prodotto. Ritorno sempre nei posti dove ho iniziato, perché è grazie a quei luoghi che conosco sempre di più me stesso.
di Antonio Melita – EmmeReports