Sofia cinque anni fa lasciava la sua terra, la Sicilia, come tanti giovani della sua età, per cercare lavoro al nord. Oggi vive in Toscana insieme al suo compagno Domenico, anch’esso di Palermo, ex paracadutista della Brigata Folgore e Achille, il loro cane.
Ma i colori, gli odori e il calore della nostra isola sono rimasti nel suo cuore.
Lavora come responsabile della gastronomia di un importante supermercato di Firenze. Molto apprezzata dai dirigenti della sua azienda, per la sua professionalità e zelo, tanto che potrebbe diventare capo-reparto. Sofia è un esempio contro chi ancora crede che chi nasce al sud non abbia voglia di lavorare. Tanti i sacrifici, soprattutto in questi tristi giorni, dove il rischio di essere contagiati è dietro l’angolo.
Uno dei provvedimenti dei vari decreti legge è stato quello di limitare prima e bloccare dopo tutti i trasporti sul territorio nazionale. Questo ha causato una corsa ai treni e aerei da parte di molti tuoi coetanei per tornare al sud.
Sicuramente ha creato non pochi disagi. Io vivo fuori e so quanto possa essere difficile non poter tornare a casa, dopo che magari hai già pregustato il fatto che tra un mese, due settimane, due giorni tu tornerai a casa, ma è una condizione che ho accettato per il mio bene e per i miei familiari. Io qui ho una casa, una vita. Dovrà solo passare un po’ più di tempo, più del previsto, ma solo questo.
Io faccio la pendolare e capisco le difficoltà di chi viaggia in treno ogni giorno, ma va tutelato anche chi ci porta nei luoghi che dobbiamo raggiungere. Bloccare i trasporti era una decisione che secondo me avrebbero dovuto prendere nell’immediato.

Quali misure sono state adottate per rispettare per limitare il contagio del coronavirus dove lavori?
Abbiamo adottato tutte le misure che il Governo ci ha giustamente imposto per tutelare il personale e la gente con cui veniamo in contatto, rispettiamo le distanze di sicurezza, utilizziamo guanti e mascherine, il numero massimo di persone che possono entrare e che possiamo servire.
Le misure attualmente in vigore sono esagerate o insufficienti per voi del settore alimentare?
Egoisticamente parlando forse avrebbero dovuto prendere delle misure più incisive, magari per uniformare tutte le aziende, società ecc. .ma dal punto di vista umano posso affermare che la mia azienda in questo momento di difficoltà, diffonde anche un senso di sicurezza alle persone che in questo momento si aggrappano anche a noi per cercare conforto.
Quali difficoltà state incontrando in questo momento dal punto di vista del tuo settore?
Sicuramente la carenza di clientela incide tantissimo per i nostri profitti, la produttività e gli incassi ne stanno risentendo, siamo molto turbati per tutta questa situazione ma stiamo cercando di fronteggiare ogni problema al massimo delle nostre capacità restando uniti.
Avete avuto un calo di clienti e di conseguenza anche alla produzione gastronomica?
Esattamente proprio così, stiamo attuando dei procedimenti per consentire al punto vendita di rialzarsi una volta finita tutta questa grave situazione, uscendone con il minor numero di danni possibili sotto tutti i punto di vista.
L’azienda per cui lavori ha dovuto lasciare a casa dei dipendenti?
L’azienda si sta prendendo cura dei suoi dipendenti al 100%, lavoro per un’azienda che tende a tutelare i suoi componenti di ogni settore senza tralasciare nessuno, si lavora tutti e siamo a disposizione per qualunque cambiamento e qualunque procedura e questo posso garantire che non rimane ignorato.
Ad ogni modo ogni giorno aspettiamo tutte le novità che la giornata ci riserva.
Secondo te le istituzioni stanno facendo poco o nulla per il comparto alimentare e gli impiegati del settore?
Stanno facendo ciò che ritengono più opportuno, è una situazione che sicuramente nessuno si aspettava e che di conseguenza è difficile da fronteggiare, credo comunque che stiano cercando via via una soluzione al problema mantenendo la calma il più possibile.
Cosa ti spaventa di più di questa pandemia, sia dal punto di vista professionale, sia umano?
Di questa pandemia mi spaventa il non uscirne, ad una caduta dal punto di vista umano che commerciale, siamo tutti in attesa di un cambiamento che ci aiuti a combattere questo male che colpisce tutto e tutti.
Senti compromesse le tue libertà individuali?
Non sento compromesse le mie libertà in nessun modo, la situazione è molto grave e dobbiamo essere tutti intelligenti e in grado di capire che qui non si sta violando niente, ma bensì si sta cercando di proteggere la persona e tutti quelli che sono i suoi diritti, noi dovremmo forse cercare di assolvere di più ai nostri doveri.
In un momento così critico bisogna essere fiduciosi, bisogna capire tutto ciò che ci sta limitando, lo dobbiamo per questo Paese che in questo momento ha bisogno della collaborazione di tutti, e se realmente lo amiamo non dovrebbe risultarci così difficile rispettare quelle che sono le norme in atto.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports