Riccardo Borsellino, cantante e compositore palermitano. Dagli esordi con “Senza te” sino all’ultimo singolo “Paradiso”, la maturazione di un classe ’94, indipendente, autoironico e, a suo dire, “disperatamente tragicomico”.
Un anno fa’ usciva “Distanze” e nel video ti presentavi malconcio sopra il divano. Oggi come ti ritroviamo?
Oggi mi ritrovate sempre sul divano, però stavolta e per fortuna meno malconcio. In “Distanze” ero obbligato a rimanerci per le mie condizioni, oggi per le circostanze, immagina che buffo. Un anno fa “Distanze” è stato il termine di una trilogia video che mi rappresenta, proprio come per i più grandi classici. In questi giorni si inaugura però un nuovo capitolo del mio personaggio e della mia vita, sia artistica che personale.
Stiamo pensando tutti “Ma che sfortuna” questo anno bisesto, ma visto che tanto “Domani ne usciremo” scrivici qualche aspetto positivo di questo periodo di isolamento forzato.
Abbiamo combattuto tutti tante battaglie: sia personali, sociali, un po’ come anche quella che stiamo vivendo tutti. “Ma che sfortuna” è stato l’inno della mia, di una ripresa, di un percorso, dell’accettare la vita per quello che è, che a volte “preferivo semplice”. È l’ironia della sorte, delle coincidenze. La cosa bella è che ogni percorso comunque ha un inizio e una fine, facendone così iniziare un altro, come da una grande crisi poi si aspetta una più grande ripresa. Oggi accade e accadrà la stessa cosa.
Questo oggi, e domani?
“Domani ne usciremo” è un po’ la speranza infusa che spero le persone intorno a me abbiano ricevuto come messaggio: da tutto questo ne usciremo profondamente cambiati.. un po’ in peggio ma molto in meglio. Mi aspettavo grandi cose da quest’anno, da tanto tempo. Ho sempre detto che “il 2020 sarà l’anno dei miracoli”.
Come inizio non è dei migliori, ma non è detto che non finisca diversamente.
Attualmente ha provato a scoraggiarmi, ma voglio crederci ancora. Il lato positivo attualmente è il tempo che si ha per meditare, per fermarci un attimo e riflettere sul momento presente. Un po’ come uno Jedi, no? Allontaniamo il negativo e lasciamo che la conoscenza ci aiuti, approfittando di tutto questo per conoscere ancora un po’ più di prima leggendo e informandoci in maniera sana.
Immerso nei tuoi pensieri, ti rendi conto che ormai è troppo tardi per… Come continueresti oggi la frase?
Un tempo avrei detto …”è troppo tardi per pentirmi di ieri” ma oggi le cose sono nettamente cambiate. Oggi quel ragazzino di Senza Te è parte di me soltanto per certi versi, per certe azioni passate. Oggi mi rivolgo al futuro senza pentimenti ma facendo tesoro di tutti gli errori che mi aiutano a comprendere chi e cosa ho davanti. Senza prendermi mai però troppo sul serio, per la fortuna di tutti. Sono una persona molto autoironica e disperatamente tragicomica.
E questo non è proprio un male.
Tutto questo mi aiuta nel personaggio che ho creato insieme all’aiuto di persone a me molto vicine, quello che vediamo nella prima trilogia dei miei brani, che affronta la sua vita non lasciandosi fermare da ciò che gli accade ma trovando l’occasione quindi per rimettersi in gioco e sfruttare le sue debolezze rendendole alla fine i suoi punti di forza. È proprio questo il “Ma che sfortuna”.
Cosa è per te, in questo momento, indimenticabile anzi indiementicabile?
Gli amici, gli affetti, le città e le persone. Queste sono tutte cose indiementicabili. Le esperienze di un ragazzo comune in una città piena di amici e di luoghi. Girare gli angoli, i monti e le spiagge sentendo propri quei posti, ritrovarsi le persone vicine a combattere di fianco a te la tua battaglia da ribelle per sempre.
Ritrovarsi su Monte Pellegrino a mezzanotte per urlare verso Palermo “io sono qua” quando si è troppo stanchi di come ti gira la vita è poi scendere in città per ritrovare chi vuoi bene sempre negli stessi posti, sono certezze che saranno per sempre indiementicabili.
Indiementicabile è un momento di raccoglimento, per chi c’è ancora e per chi si è allontanato, mentre “vola via il suo aereo”, che ti fa sentire come se a volte piove, a volte no. Indiementicabile è la ribellione mia, di Walter, di Manfredi, di Fedz, di Fabio, di Massimo, di Ester, di Arturo, di Simona, di Samuele. Di tutte le persone che ogni giorno sbracciano per farsi capire, per far parte di questo mondo qui.
Andiamo all’ultimo singolo, Paradiso: l’isolamento in un appartamento in ristrutturazione, il continuo affacciarsi all’esterno e gente che gira in mascherina. Praticamente il manifesto di questa prima parte del 2020?
Paradiso è stata il coronamento dell’assurdo. Ho detto “coronamento”, lo so. Dico che è stata assurda perché molto di ciò che abbiamo descritto nel brano, nel video, è stato l’abbraccio di una realtà che ci siamo ritrovati tutti quanti a vivere. Paradiso è stata creata da una squadra formidabile.
La squadra di Riccardo Borsellino.
Esatto, Roxy Studio per la produzione audio, Atom alla produzione video, praticamente due famiglie per me. Tutto quanto studiato, realizzato con accuratezza nei dettagli e nei contenuti. Ma non ci saremmo mai aspettati di affacciarci dopo due giorni dal balcone di casa nostra e vivere ciò che avevamo girato due settimane prima. Proprio i balconi che tanto sono stati protagonisti di questo Marzo, ironicamente. Sì, perché Paradiso è stata girata il 6 e il 7 Marzo, cioè prima del DPCM che avrebbe chiuso tutto l’italia.
Come non ricordarlo…
È stata una follia, un’esasperazione di ciò che ci sembrava stesse per succedere e che poi abbiamo vissuto realmente soltanto dopo pochi giorni. I ragazzi sul set ancora mi scrivono increduli messaggi increduli. “Ma cos’è successo?” ancora mi domandano. L’attrice, per giunta, scesa da Rimini per girare con noi, sarebbe dovuta tornare a casa il giorno dopo le riprese ma non ha potuto perché era stata dichiarata zona rossa, quindi con impossibilità di ritorno. Assurdo inoltre pensare che ci siamo dovuti organizzare in remoto per realizzare tutta la post produzione.
Riesci ad immaginare? 4 persone su Skype che lavorano a 4 reparti diversi contemporaneamente e che creano un risultato notevole. Per non parlare del “master” da andare a chiudere in studio di registrazione durante i giorni delle autocertificazioni. Dei litigi alle 4 di notte al telefono, della paura di non farcela. Una storia gigantesca, bellissima e indiementicabile.
“Paradiso” è il mio regalo a tutte quelle persone che si sono trasferite fuori sede per cercare un futuro diverso da quello che Palermo aveva predisposto per loro, rimanendo adesso nelle loro case perché vogliono troppo bene alle persone a cui tengono per fargli correre dei rischi, è per chi come me e come noi combatte ogni giorno per la sfida di oggi e per la sfida di domani.
Qual è la prima cosa che farai appena finita l’emergenza e, soprattutto, cosa ti sei promesso di non fare più?
Mi andrò a prendere una birra a piazza sant’anna la sera o in un altro posto con la mia compagna, se mi permettete l’ennesima citazione. Quello che non farò più sarà ovviamente riposarmi, questi giorni mi hanno dato la possibilità di ricaricarmi, con consapevolezza che da “domani” bisognerà darsi da fare dieci volte di più. Dieci come gli anni di fila in cui non mi sono mai fermato un istante se non adesso.
Grazie Riccardo, manda un saluto ai lettori di EmmeReports.
Saluto tutti i lettori di EmmeReports e vi prometto, io stesso, che da tutto questo ne usciremo.. e sarà tutto più bello di prima.
di Antonio Melita – EmmeReports