Oggi presentiamo Rosalia Marchiafava Arnone, artista siciliana fortemente concentrata sui simboli e sul significato delle cose, con lo sguardo rivolto direttamente al mondo delle idee. Basta soffermarsi davanti alle tre opere presentate alla Biennale per capire quanto sia facile interrogarsi sui principii, se si è immersi e si ha nel sangue la matrice millenaria della cultura greca: evidentemente nascere nella provincia di Agrigento lascia ancora oggi un segno molto forte.
Rosalia Marchiafava Arnone ha lanciato una sorta di sfida a sé stessa: cercare nel quotidiano tutti gli elementi che avrebbero poi composto l’opera. È già questo un momento di gioco, anche se solitario?
Sì, perché il gioco è l’occasione di entrare in una dimensione atemporale che ci permette di vivere in ciò che amiamo fare. È fatto anche di ostacoli, premiandoci nella gioia di essere riusciti a superarli. Nella mia opera Lo sguardo, c’è l’impegno di trovare gli occhi giusti che sappiano parlare a chi ha la pazienza di cercare; nell’opera Introspezione, invece, le persone cercano l’identità persa nel tempo.
Nell’installazione La sfera, il gioco sta nel fare viaggiare insieme ad un compagno una palla ricoperta da orologi, facendola rotolare come una biglia lungo un binario infinito. In questa installazione si deve giocare come su un’altalena insieme ad un’altra persona che sappia aspettare ed entrare in sincronia con il tuo tempo.
La ripetizione delle infinite declinazioni in cui un concetto si concreta: gli occhi, i contorni dei volti, i quadranti degli orologi, spingono l’osservatore ad astrarre, ad allontanarsi dal fenomeno transitorio e a cercare l’essenza. Anche il gioco entra così in questa analisi: competere con sé stessi per migliorare, trovare armonia con il prossimo all’interno di regole condivise; quanta semplicità e freschezza ci dona l’antica capacità del ragionare siciliano, alle fonti della filosofia.
Se il gioco è danza, capacità di relazionarsi col proprio io e con quello degli altri, l’arte cosa rappresenta per lei?
L’Arte è l’unico messaggio universale che, impregnato della spiritualità umana, supera ogni barriera culturale, geografica, storica, filosofica e religiosa facendo incontrare l’umanità intera al di là dello spazio e del tempo infinito.
Quindi l’Arte ci porta all’Uomo nella sua vera essenza, intima e allo stesso tempo universale?
Vorrei risponderle citandomi con alcuni versi: Non sento Che i battiti del mio cuore, Compongono Una musica Come battiti d’ali che volano Negli spazi immensi I miei pensieri sono inarrestabili, Volano oltre. Il mio mondo è dentro. Si Dentro ad una sfera Dove tutto Resta custodito. Tutto dentro È infinito. Il tempo non esiste Sono E mi basta. La mia realtà È questa.
Cosa significa per lei questa Biennale a Palermo?
È fondamentale avere questa possibilità e libertà di espressione. Partecipare a BIAS è un onore: la Biennale ha selezionato le mie opere accettando non solo la tecnica, ma anche il mio pensiero artistico, il mio surrealismo, il mio sogno, il mio gioco. Inoltre Palermo è diventata la mia città, ne vivo ogni parte e ogni singolo respiro: Palermo di mare, di approdo, di scambi, di tradizione e di storia.
Il fatto di esporre al Loggiato San Bartolomeo mi rende felice, perché mi fa sentire ancora di più un granellino di sabbia che partecipa a comporne la magnificenza. Vorrei anche sottolineare il ruolo e la forza della dottoressa Chiara Dalle Rose: donarsi completamente a questa straordinaria manifestazione culturale che ci lega tutti, mettendoci in gioco, apprezzando gli uni le capacità degli altri, regalandoci condivisione in questo mondo avido di tempo, di denaro e di successo individuale.
Rosalia Marchiafava Arnone, l’arte come vera filosofia dell’uomo.
Rosalia Marchiafava Arnone, a BIAS 2020 Palermo Loggiato San Bartolomeo fino al 12 settembre 2020
di Massimiliano Reggiani – EmmeReports