Le montagne che abbracciano Palermo hanno smesso di bruciare già da alcuni giorni, ma non la rabbia e la frustrazione di chi ha visto andare in fumo i sacrifici di una vita.
L’eco internazionale degli incendi di fine luglio è la prova della gravità di quanto accaduto nella nostra già martoriata terra. Tante le abitazioni distrutte dalle fiamme. Troppi i danni all’ecosistema siciliano.
Proprio per manifestare contro le Istituzioni comunali e regionali, gli attivisti del movimento Basta Incendi sono scesi nuovamente in strada giovedì pomeriggio, a pochi giorni dall’assemblea cittadina riunitasi a Piazza Indipendenza.
A loro avviso, il Comune di Palermo e la Regione Siciliana non avrebbero fornito il giusto supporto ai cittadini colpiti dall’emergenza incendi e non sarebbero stati in grado di portare avanti iniziative che salvaguardino l’ambiente.
Secondo quanto riferito da Lorenzo Passalacqua, psicologo e volontario del movimento Basta Incendi, diverse persone vittime dei roghi di luglio, necessiterebbero anche del sostegno psicologico, ancora non pervenuto da parte delle Istituzioni.
“La giornata di oggi è un simbolo per le vittime degli incendi e per dare un segnale all’amministrazione comunale”, ha dichiarato Aurelia Schera, portavoce del movimento Basta Incendi. Un corteo silenzioso quello partito da Piazza Pretoria, che ha attraversato il Cassaro Alto, passando davanti la Cattedrale di Palermo e ha terminato la sua corsa sotto il palazzo dell’Assemblea Regionale Siciliana.
E oggi, l’ufficio del Segretario Generale ha comunicato le procedure che bisogna seguire per segnalare i danni subiti a seguito dell’incendio del 24 e 25 luglio 2023. Nella nota integrale inoltrata agli organi di stampa si legge quanto segue: “Da oggi, dando seguito alla procedura avviata dal Dipartimento della Protezione Civile della Regione Siciliana, tutti i cittadini che hanno subito danni al proprio patrimonio edilizio, pubblico o privato, alle attività economiche e produttive, a causa degli incendi del 24 e 25 luglio, possono presentare apposita istanza compilando un modulo scaricabile tramite il sito del Comune di Palermo (www.comune.palermo.it) o recandosi presso gli Uffici dell’Urp”.
“In questa prima fase, i danni potranno essere documentati attraverso materiale fotografico, preventivi di spesa, fatture e altro genere di documento a disposizione del cittadino per dimostrare il bene o l’attività danneggiata dall’incendio”, ha precisato l’ufficio del Segretario Generale. “Le domande, complete della documentazione richiesta, dovranno essere presentate presso lo sportello del Protocollo Generale del Comune sito in Piazza Pretoria n.1 o tramite invio con posta elettronica certificata (pec: protezionecivile@cert.comune.palermo.it), entro e non oltre le ore 23.59 del giorno 14 Agosto 2023. Le schede pervenute oltre i termini di scadenza saranno prese in carico con riserva. La presentazione delle istanze e schede di ricognizione dei danni di cui al presente avviso non costituisce in alcun modo riconoscimento automatico di eventuali contributi o titolo per il risarcimento dei danni subiti a carico della Finanza Pubblica”.
“Si tratta di una prima fase ricognitiva utile a mappare i danni subiti dai palermitani a causa degli incendi dello scorso mese, per poi procedere ad una seconda fase che permetterà di ricevere dalla Protezione Civile Nazionale il risarcimento del danno che verrà eventualmente riconosciuto”, ha dichiarato il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla. “Questa amministrazione, in sinergia con il governo regionale e nazionale, sta quindi lavorando per permettere ai cittadini di recuperare le perdite provocate dalle fiamme e stiamo già fornendo aiuto alle famiglie che hanno perso la casa, individuando soluzioni transitorie messe a disposizione dal Comune e attraverso una collaborazione con l’Agenzia dei beni confiscati, tutto questo ancora prima che venga dichiarato lo stato di emergenza nazionale”.
I manifestanti hanno ricordato Salvatore Cometa e Teresa Monastero, i due coniugi di Borgo Nuovo morti nella casa di villeggiatura di Fondo Orsa vicino Cinisi, a causa degli incendi. Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, le fiamme partite da Montagna Longa, a causa del forte vento e delle alte temperature, avrebbero raggiunto i villini a valle, tra cui quello dei coniugi di Borgo Nuovo.
Tanti gli interrogativi sollevati durante il corteo che, come la storia ci insegna, potrebbero non avere mai una risposta. Perché in Sicilia, a Palermo, è preferibile non farsi domande, ma continuare a fare quello che facciamo da secoli, ovvero i cazzi propri, perché chi si fa i fatti suoi campa 100 anni.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports