Rimarrà aperta fino al 30 agosto a Valledolmo la mostra d’arte dedicata al Vicebrigadiere e Medaglia d’oro al Valor Militare Salvo D’Acquisto, nel centenario della nascita.
Il giovane napoletano, che si era arruolato diciottenne nell’Arma e fu poi volontario in Libia, offrì la propria vita innocente per evitare la strage di civili incolpevoli che erano stati rastrellati dai tedeschi dopo lo scoppio di una carica d’esplosivo.
Il curatore della mostra, Francesco Scorsone ci racconta cosa accadde sul litorale romano in quei giorni disettembre del 1943: “L’orribile e insensato gesto di rappresaglia delle SS fu uno dei momenti più drammatici e disgustosi della loro storia. La milizia tedesca si macchiò per l’ennesima volta di un crimine indicibile, rastrellando a caso 22 cittadini (tra cui alcuni minori) di Torrimpietra da fucilare per ritorsione al presunto attentato in cui alcuni militari tedeschi furono vittime dello scoppio di un ordigno rudimentale. Tale inconcepibile decisione pose il vice brigadiere nel dilemma di offrirsi in cambio delle persone rastrellate, sicché venne prima fucilato e successivamente giustiziato con un colpo di pistola alla testa dal comandante del plotone di esecuzione. Un gesto barbaro e senza scampo per il giovane Carabiniere”.

La mostra, oltre all’importante valore umano e agli ideali che rappresenta, ha anche un profondo significato artistico perché solleva il problema troppo spesso dimenticato: l’Italia repubblicana non cura da tempo la costruzione di un linguaggio artistico identitario, capace di esprimere quei valori civili e nazionali su cui invece queste opere si interrogano.
È interessante notare come l’arte ufficiale nella quale le Istituzioni dovrebbero rispecchiarsi sia stata troppo spesso declassata a propaganda, tralasciando così di coltivare uno stile e una forma che diventino espressione coerente e positiva dello Stato e dei suoi valori. Solo nella filatelia e nella numismatica talvolta restano tracce di un linguaggio aulico: questa iniziativa artistica ha perciò un grande valore intrinseco, che va oltre la bellezza e l’emozione delle singole opere esposte.
La Collettiva è composta da 12 tavole tutte della stessa dimensione, più un’opera dedicata all’arma dei Carabinieri realizzata dallo scultore Ninni Iannazzo.
L’evento, presso l’Oratorio del Santissimo Rosario di Valledolmo in Via Garibaldi n. 172, presenta i lavori di Antonella Affronti ed Enrico Meo (la vita) e Tiziana Viola-Massa, Massimo Piazza, Vanni Quadrio, Aurelio Caruso, Alessandro Monti, Sebastiano Caracozzo, Alessandro Bronzini e Pina D’Agostino (il sacrificio).
Caterina Rao ha invece realizzato il ritratto di D’Acquisto.
E’ sempre il Curatore, Francesco Scorsone, che ne spiega il significato profondo: “Per ribadire questo gesto cristiano che va oltre l’insegnamento biblico ‘Ama il prossimo tuo come te stesso’ e per meglio delineare il profilo di quella tragica giornata e sottolineare anche l’aspetto del sacrificio e dell’eroicità dell’atto, è nata questa mostra concepita in 12 tavole (duodecim tabulae; duodecim tabularum leges), metafora di una tra le prime codificazioni scritte del diritto romano. Affidate a 12 autori operanti in diverse parti d’Italia proprio per stigmatizzare, laddove ce ne fosse necessità, che prima della pena c’è il diritto a difendersi, un diritto che l’efferato comportamento delle SS ha volutamente cancellato”.

di Massimiliano Reggiani – EmmeReports