Un parco urbano in un’area verde che rappresenta un pezzo di storia di Misilmeri. Con un interesse dichiaratamente rivolto alla collettività, “a beneficio sol d’un Mondo intiero”, nel 1692 il botanico Francesco Cupani aveva fondato qui l’Hortus Catholicus con le sue essenze e piante medicinali. A distanza di tre secoli, le aree rimanenti del Giardino Grande, saranno nelle prossime settimane restituite alla fruizione pubblica.
La giunta guidata dal sindaco Rosalia Stadarelli ha dato il via libera al patto di collaborazione tra il Comune di Misilmeri e la Congregazione delle suore domenicane missionarie di San Sisto, che comporterà, dopo una prima fase di ricognizione, manutenzione e di giardinaggio, l’apertura al pubblico del parco urbano dell’Orto Cattolico.
Viali silenziosi ma ricchi di storia e di memoria dei misilmeresi che ricordano quando frequentavano il convento di Maria. Tanti sono cresciuti in questi luoghi e altri, che non li hanno mai visti, sperano di poterne presto godere. C’è, ad esempio, chi ricorda i gerani di suor Antonina o i profumi legati agli anni d’infanzia trascorsi all’asilo.
Per Misilmeri quindi ha ancora più valore questo parco che aprirà nel centro cittadino. Un luogo che comprende parte dell’antico giardino e dell’annesso agrumeto. La prima area è legata al convento di Maria e ne costituisce il cuore verde. La seconda è un appezzamento di terreno in gran parte piantumato ad agrumi. Anche il Marchese di Villabianca ne fa una breve ma intensa descrizione: “Vi è nella terra di Misilmeri un orto botanico, chiamato anche orto Cupani. Detto orto è a forma di flora, con vasi di fiori che l’adornano e con una “gebbia” o vasca con 3 penne d’acqua, che servono per innaffiare le piante”.
L’amministrazione Stadarelli si è già impegnata fin dal 2015 nella promozione della figura di Padre Cupani, e al recupero fisico dei luoghi e delle aree residuali dell’antico Orto botanico.
“Naturalmente la stipula del patto di collaborazione costituisce il punto di partenza delle attività che porteranno ad una completa apertura pubblica del parco – dice il sindaco – attualmente i tecnici comunali sono al lavoro nella valutazione e programmazione degli interventi necessari, dalla manutenzione del verde e dei percorsi, alla progettazione degli interventi che consentiranno di riaprire al pubblico l’antico ingresso al Collegio e al giardino che si trova nella piazzetta Madre Lalìa”.
E Stadarelli poi aggiunge: “L’ipotesi è che ci sia una prima fase di aperture guidate, nel rispetto delle norme di sicurezza da Covid19, in cui già nelle prossime settimane una parte del giardino interno del Collegio sarà fin da subito visitabile, e una fase più lunga in cui saranno poste in essere le attività che consentiranno una fruizione completa”.
La collaborazione tra l’amministrazione e la Congregazione ha lo scopo di tutelare sia le aree storiche del giardino del Convento di Maria che dell’antico Hortus Catholicus senza modificare la proprietà dell’area, che è e rimane della Congregazione di San Sisto. La posizione poi è strategica nel contesto del centro storico: le piazze Comitato, Madre La Lia e l’asse monumentale di Corso IV Aprile definiscono un preciso campo d’azione per il recupero e la salvaguardia degli ambiti storici superstiti. L’impegno condiviso è quello di aprire il giardino interno e l’antico frammento dell’orto botanico alla libera fruizione dei cittadini e dei pellegrini di Madre Lalìa.
Le poche aree superstiti richiamano l’attenzione dell’amministrazione verso una risorsa preziosa, irripetibile, e che rischia di andare perduta, in quanto non compensabile con altre aree di diversa posizione e storia. Un modo per restituire una parte significativa dell’identità del paese alla comunità che lo abita.
di Stefania Brusca – EmmeReports