Per un anno non potrà partecipare a qualsiasi riunione politica o manifestazione pubblica, avrà l’obbligo di rientro entro le 20:30 presso la propria abitazione e il divieto di uscire prima delle 7:00, il ritiro della patente di guida, la necessità di richiesta di autorizzazione alla Questura per qualsiasi attività lavorativa che richiederà lo spostamento dal comune di Palermo.
E’ quanto deciso dal Tribunale di Palermo per Chadli Aloui, studente universitario, attore teatrale e istruttore sportivo palermitano che per un anno sarà sotto “sorveglianza speciale” perché ritenuto socialmente pericoloso.
La sorveglianza speciale – frequentemente utilizzata per reati di tipo mafioso e di spaccio – per la prima volta a Palermo è stata disposta non per reati comuni, ma politici. A Chadli Aloui, è stata contestata la partecipazione a momenti di piazza, a occupazioni politiche e il coinvolgimento a episodi di antifascismo in città.
Negli ultimi mesi una larga fetta di società civile palermitana si era stretta intorno a lui per opporsi alla richiesta della Questura di Palermo di applicazione di questa misura repressiva ereditata dal Codice Rocco, il Codice penale in vigore durante il ventennio, con cui il regime fascista controllava i dissidenti.
Dopo alcuni rinvii, durante l’udienza del 9 febbraio la Questura di Palermo ha chiesto tre anni di misura con il massimo delle restrizioni; la sentenza del Tribunale ha invece riconosciuto l’incompatibilità della maggior parte degli elementi forniti con la fattispecie della pericolosità sociale, disponendo però l’applicazione della misura per un anno perché nell’impegno di Chadli Aloui si intravede una “appena accennata” propensione alla pericolosità sociale.
“Per il Tribunale di Palermo, Chadli è un soggetto pericoloso, da controllare e reprimere, perché macchiatosi di un grave crimine: non essersi mai girato dell’altra parte davanti alle ingiustizie, alle discriminazioni e alle disuguaglianze sociali. Se in questa società c’è un prezzo da pagare per le proprie scelte, per l’impegno e la presa di posizione a fianco dei lavoratori e degli studenti, a difesa del territorio, nelle lotte antifasciste, è la società che va cambiata. Chiunque abbia a cuore la libertà di esprimersi e lottare, chiunque creda in un futuro più giusto sa già da che parte stare” così si legge in un appello pubblicato in solidarietà a Chadli sulla pagina Facebook “L’impegno sociale non è pericolo sociale. NO alla sorveglianza per Chadli”.
di Antonio Melita – EmmeReports