L’eco delle ultime proteste contro il Governo di Giorgia Meloni e la sua intenzione di rivedere il reddito di cittadinanza è arrivata alla sede nazionale del Movimento Cinque Stelle e al suo presidente Giuseppe Conte, inducendolo a venire a Palermo per incontrare i percettori del tanto discusso sussidio.
La prima tappa dell’ex premier è stato il quartiere San Filippo Neri (Zen), per incontrare commercianti e abitanti della zona. “Lo Zen è uno dei quartieri più difficili di Palermo, la periferia per antonomasia, uno dei tanti luoghi di Italia dove la fragilità sociale ha messo radici”, ha dichiarato Giuseppe Conte. “Ho visitato il mercato che vive tra questi palazzi, incontrando tanti cittadini che mi hanno raccontato il loro disagio. Persone che si spaccano la schiena per 12 ore al giorno per un salario da fame, per poter mettere a tavola un pasto per i propri figli. Persone nei cui occhi brilla la luce della dignità e del riscatto, cittadini che percepiscono il reddito di cittadinanza per rilanciare la propria vita, non certo per accomodarsi su un divano. Sono donne e uomini che non intendiamo abbandonare, che intendiamo difendere dalle scelte di questo Governo, ben attento a tutelare i privilegiati e sordo alla voce di chi è in difficoltà”.
Ad accompagnarlo nella visita, i parlamentari nazionali e regionali del movimento pentastellato. “La visita del Presidente Giuseppe Conte a Palermo è molto significativa perché ribadisce l’attenzione per il territorio da parte del Movimento 5 Stelle”, ha dichiarato la Senatrice Dolores Bevilacqua. “Palermo è una delle città lasciate più indietro dalla politica, non possiamo permettere che il Governo Meloni aggredisca poveri e ceto medio con le sue politiche irresponsabili. Difenderemo i fondi del PNRR per il Sud e continueremo a stare al fianco di chi è in difficoltà, come le famiglie dei percettori del reddito di cittadinanza, che la destra minaccia per fini propagandistici. Pensino piuttosto a creare lavoro, perché i cittadini non chiedono assistenzialismo, ma la possibilità di lavorare in modo dignitoso”.
Prima di recarsi a Danisinni, Conte ha incontrato alcuni lavoratori di Almaviva. “Non possiamo dimenticare chi è stato in prima linea nei momenti più duri della pandemia”, ha affermato l’ex premier. “I lavoratori di Almaviva hanno curato servizi di informazione ai cittadini nei giorni più duri. Rischiano di non avere un futuro occupazionale. Non voltiamo le spalle a queste persone, restiamo al loro fianco per trovare una soluzione”.
L’ultima tappa della visita di Conte a Palermo è stata Danisinni, un quartiere per anni abbandonato e relegato ai margini dalle Istituzioni. “Danisinni è un rione popolare di Palermo ricco di umanità e passione, con una lunga storia di abbandono ed emarginazione. Tra questi vicoli la Comunità dei frati cappuccini lavora da decenni per riqualificare l’area e garantire una nuova prospettiva di riscatto sociale ai bambini e ai giovani del quartiere”, ha spiegato Giuseppe Conte dopo aver incontrato i residenti della borgata palermitana. “Ho avuto modo di toccare con mano questo impegno, di visitare i luoghi in cui ogni giorno esperienze di mutualismo e solidarietà permettono a chi è in difficoltà di non rimanere indietro. Ripartiamo dal basso, dalle emergenze del quotidiano. Insieme. Nessuno escluso”.
Tante le persone nella piazza di Danisinni, scese da casa o arrivate da altre zone, per incontrare l’ex premier accolto da Fratel Mauro Billetta e Suor Elisa Gervasi. “La presenza del professore Giuseppe Conte a Danisinni è per noi molto significativa. La nostra gente è disperata per le gravi condizioni in cui versa e già molti di loro, con precedenti penali, si ritrovano in queste ultime settimane senza alcun sostentamento e con l’oggettiva difficoltà ad inserirsi nel tessuto lavorativo, soprattutto quando hanno superato i quarant’anni”, ha dichiarato il frate cappuccino e parroco della Chiesa di Sant’Agnese.
“Nuclei familiari con tre o più figli continuano a bussare presso la Caritas parrocchiale per avere il necessario per sopravvivere”, ha continuato Fratel Mauro. “Ho ascoltato molti confidarmi ‘lui è l’ultima nostra speranza’, come a indicare la sfiducia nella politica verso le fasce di popolazione più povere. Siamo in un tempo emergenziale che abbisogna di una risposta immediata per sostenere i bisogni immediati, ma anche ad un ripensamento del welfare, i servizi sociali vanno garantiti a tutti e il diritto al lavoro declina il diritto al futuro e, dunque, alla sopravvivenza. Siamo chiamati ad una riflessione che ci trova tutti responsabili, aldilà delle correnti politiche, per avviare processi di sviluppo sociale che coinvolgano ogni fascia di popolazione e, in particolare, quanti attualmente vivono in speciale emarginazione. Non possiamo rimanere spettatori delle chiacchere politiche mentre i piccoli stanno ad attendere il necessario per vivere”.
Di Francesco Militello Mirto & Victoria Herranz – EmmeReports