Apre a Palermo nelle settecentesche sale di Palazzo Sant’Elia una mostra fotografica che svela fragilità e bellezza della cultura giovanile britannica degli anni Settanta: “Heroes – Bowie by Sukita”.
Sono immagini eteree, esagerate, sognanti che rappresentano un fermento intellettuale capace di rompere barriere tradizionali, abbattere schemi e unire talenti di mondi culturali fra loro lontanissimi. La scena è quella londinese, la musica il glam rock, il legante un fotografo giapponese classe 1938, Masayoshi Sukita, appassionato di jazz e rock’n’roll.
Arrivato a Tokyo nel 1965 scatta immagini per la moda e realizza pubblicità per la tv. Cinque anni dopo diventa freelance ed è spesso a New York, attratto dalla sottocultura che ruota attorno a Andy Warhol. Vede Jimi Hendrix in concerto pochi mesi prima della sua scomparsa e parte per Londra affascinato dal glam rock.
Questa musica giovanile e disinibita contrapposta alla rigidità schematica degli adulti, non è fatta solo di suoni e di parole: una parte essenziale è l’atteggiamento equivoco, effeminato, volutamente sensuale. Tra i personaggi del momento Marc Bolan e i T-Rex, i soggetti che avevano catturato l’attenzione di Sukita ma anche un cantante che viveva ancora le incertezze della gavetta: David Robert Jones.
La sua musica, i suoi testi rappresentavano la parte più profonda e malinconica del glam rock, i suoi abiti eccentrici ed orientali erano disegnati dalla stilista Yasuko Takahashi, un’amica di Sukita. Fu lei il contatto tra il nascente David Bowie e l’artista della luce, la scintilla di un sodalizio artistico che durò per oltre quarant’anni, tra il fotografo giapponese e il musicista cantautore britannico. Le fotografie di Sukita diventeranno nel tempo copertine di dischi importanti di Bowie, da Heroes e Tin Machine fino a The Next Day.
Nel 1971 il glam rock aveva appena avuto inizio con l’album Electric Warrior dei T. Rex, cui seguirà il celeberrimo The Slider. Alla base della nuova tendenza musicale, il primo autore che fece da ponte tra l’era hippie e la nascita del glam, era l’ex modello Marc Bolan che si esibiva con scialle di piume, lustrini e cilindro. Il giovane Bowie, invece, guardava da tempo già all’Oriente. Da diversi anni seguiva il celebre mimo Lindsay Kemp, da cui apprese l’importanza della gestualità e il fascino per il teatro danza e tra i due si sviluppò una solida collaborazione. Kemp inserì, nel proprio spettacolo Pierrot in Tourquoise alcuni brani di Bowie e curò la messa in scena di due concerti del cantante: The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars.
Ziggy Stardust era lo pseudonimo in quel momento del futuro Bowie, ogni esibizione traboccava di movenze sessualmente ambigue e di grande effetto, alla chitarra rock si regalava un’esagerata teatralità, la musica era semplice, accattivante, spesso composta da melodie pop mescolate alle ritmiche del primo rock and roll.
Lo stesso Sukita ricorda “Da quel primo giorno in cui vidi il poster di The Man Who Sold the World capii che Ziggy Stardust sarebbe diventato un fenomeno mondiale”. A questo fenomeno Sukita diede la più bella rappresentazione, evocando nei propri scatti l’equilibrio dinamico delle composizioni floreali, la luce radiosa e senza ombre della pittura tradizionale, i fondi piatti senza prospettiva del teatro giapponese e nell’insieme quella solennità, grazia e compostezza che in Oriente riescono ad avere soprattutto i nobili guerrieri.
La mostra con le 103 immagini di Sukita ci apre ai segreti di un’amicizia straordinaria fatta di empatia e contemplazione, un dialogo di pose, gesti, sguardi, immobilità e colori attraverso i quali due artisti, incapaci di parlarsi perché nessuno conosceva la lingua dell’altro, hanno saputo capirsi. La loro comprensione reciproca dice quanto l’arte possa essere profondamente umana, universale e alla fine semplice. Masayoshi Sukita ha saputo fissarne la struggente bellezza.
HEROES – BOWIE BY SUKITA
Palazzo Sant’Elia – Via Maqueda, 81
dal 10 ottobre 2020 al 31 gennaio 2021
da martedì a venerdì dalle 9 alle 17.30 – sabato e domenica dalle 10 alle 20
ingresso 8 euro intero, 6 euro ridotto, 4 euro per le scuole.
di Massimiliano Reggiani – EmmeReports